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Il mondo economico di Parma chiede «certezza della pena e più controlli»

Il mondo economico di Parma chiede «certezza della pena e più controlli»

06 Settembre 2017, 06:39

«Hai una sigaretta?», l'aggancio è stato dei più banali. Domanda in apparenza innocua, rivolta a uno sconosciuto che in pochi istanti si ritrova ad essere il bersaglio di turno di una rapina brutale. E' successo l'altra notte in stazione, tanto per non cambiare (quasi mai) scenario. Un cuoco pakistano di 43 anni è stato derubato e picchiato da due ragazzi: «nigeriani» ha riferito alla polizia senza tentennamenti, aggiungendo che insieme a loro c'era anche una ragazza sui vent'anni, italiana. Lei non ha partecipato alla rapina, è rimasta in disparte a guardare: spettatrice non pagante dell'ennesima scena di violenza in questo spicchio di città che non c'è modo di vedere tranquilla. Non dovevano essere andati via da molto, i poliziotti: in piazzale Dalla Chiesa anche l'altra sera s'era sgranato il solito rosario dei controlli, ormai diventati una routine di quest'estate infinita. Ma appena le divise si allontanano, ecco che tornano le facce storte, i padroni degli angoli bui dove è sconsigliabile avventurarsi da soli e di notte. Uno di questi è senz'altro il posto dove hanno agganciato il cuoco pakistano - il piano che sta sotto i binari - che stava controllando gli orari dei treni in partenza. Mentre scruta il tabellone gli si avvicina il terzetto. «Hai una sigaretta?», lui risponde che non ce l'ha e già solo per quel quel no si becca una scarica di parolacce. Poi arrivano gli spintoni, le botte: in due contro uno è facile, il cuoco cerca di parare i colpi come può ma perde l'equilibrio e stramazza a terra. I due giovani gli volano addosso e gli strappano via il cellulare, poi la fuga. Il pakistano chiede aiuto e dalla stazione si leva l'ennesimo «sos». Le volanti di pattuglia invertono di nuovo la rotta, tornano a frugare nello stesso orizzonte ma questa volta non per cercare cavallini in bici e dosi nascoste ma due giovani rapinatori con la mano pesante. Che probabilmente fanno sempre lo stesso «mestiere», con qualche variazione sul tema: magari dopo una serata di magri affari, tirare calci e pugni al primo che passa non è un problema. l.f.

Il punto di vista di imprenditori e mondo economico

Preoccupazione, allarme, richiesta di interventi urgenti, proposte diverse per invertire la rotta. E tornare a vivere, senza timore, le strade della nostra città. L'emergenza sicurezza allarma i parmigiani e anche tra gli imprenditori e le categorie economiche cresce la convinzione che si debba agire e in fretta. Prima che la situazione diventi veramente impossibile da gestire. «E' un problema che riguarda cittadini e aziende della nostra città. Ma per essere gestito occorre agire sicuramente a livello nazionale - sostiene Alberto Figna, presidente dell'Unione Parmense degli Industriali. - Servono infatti poche norme e più chiare e, soprattutto, una minore tolleranza per chi delinque e chi sbaglia. Lo stesso rigore servirebbe a livello locale: il punto di partenza è applicare le regole con fermezza, sanzionando chi viola le norme. Non possiamo trascurare il fatto che ci troviamo a vivere un periodo di immigrazione poco controllata che ha cambiato il volto della città: i parmigiani sono passati dalla sensazione di vivere in una città ordinata e tranquilla a quella di essewre precipitati di colpo in quotidianità faticosa e difficile». Una considerazione che trova d'accordo Annalisa Sassi, vicepresidente delle Fiere di Parma, che affianca al problema della gestione dei flussi con l'aspetto culturale. «L'ordine deve essere ripristinato: non si possono accogliere migranti in maniera incontrollata, senza una attenta gestione e una attività di integrazione che passa per la formazione di una cultura condivisa. A questo proposito anche noi imprenditori abbiamo iniziato a confrontarci sulla necessità di aprire tavoli di riflessione e confronto». «Per quanto io approvi il lavoro che sta facendo il ministro Minniti mi pare evidente che non si possa pensare ad un flusso infinito e incontrollato. Servono invece piani di sviluppo nei paesi di provenienza che rendano più controllabile il fenomeno della immigrazione - prosegue Annalisa Sassi. - Il lassismo non solo non serve ma anzi è controproducente e dannoso. Non solo per la sicurezza dei parmigiani ma anche per chi pensa di venire in Italia e trovare condizioni migliori». Insomma, quella che un tempo veniva percepita come una emergenza delle lontane metropoli degradate delle grandi città ormai è il tema del giorno anche tra le strade di Parma. E c'è chi ritiene che si debba smettere di parlare di percezione. Perché ormai l'allarme è reale. «E' quello che penso e che come Ascom crediamo si debba affrontare. Ormai non si può più nascondersi dietro l'ipotesi di una sensazione, di una impressione per quanto condivisa - aggiunge Vittorio Dall'Aglio, presidente di Ascom Confcommercio Parma. - Ora, la mancanza della certezza della pena è il primo problema ma si tratta di una materia molto complessa, che va gestita a livello nazionale. Per quello che riguarda il livello locale invece occorre riflettere sul fatto che si tratta di fenomeni di degrado e criminalità che riguardano ampie fette della città: spesso, per di più, quelle che sono i luoghi del turismo, quelli in cui vorremmo attirare persone. Che certamente saranno spaventate da episodi come quelli degli ultimi giorni». «Una paura condivisa, ad esempio, dalle persone che lavorano nei negozi e a cui vanno garantiti più controlli - continua Dall'Aglio.- Pensiamo a piazza della Pace: con l'arrivo dei carabinieri la situazione è migliorata. Servono quindi più sorveglianza e la presenza di agenti di quartiere, che monitorino il territorio». Divise e forze dell'ordine. Ma non solo. Perché secondo Luca Vedrini, direttore di Confesercenti, servono anche altri interventi. Concreti e diffusi. «La città, ad esempio, è buia, va illuminata meglio. Inoltre occorre agire sul tessuto sociale riportando artigiani e commercianti nei quartieri dove sono di fatto scomparsi. Con la loro presenza riempirebbero quel deserto che adesso, troppo spesso, viene riempito da spacciatori e altre figure che determinano l'attuale emergenza. Contro il deterioramento della vita per le strade di Parma serve portare la gente a tornare ad uscire e avere spazi. Perché il vuoto viene riempito da chi crea problemi». lu.pe.

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