Era l'8 settembre del 1943 quando Gino Ravanetti, militare, fu catturato dai nazifascisti e internato in un campo in Germania. Non tornò mai più a casa: il 20 marzo del 1945 fu fucilato per rappresaglia e il suo corpo gettato in una fossa comune.
E oggi, nell'anniversario di quell'armistizio che segnò tragicamente il suo destino, la nipote Antonella aveva posato una rosa (quella della foto) sulla pietra d'inciampo che lo ricorda davanti a quella che fu la sua abitazione, in via Emilia Est 54. "Era un gesto che mi sentivo di fare - ci ha scritto - , visto che è stato sepolto in una fossa comune e non c'è una tomba su cui piangerlo...Sono ripassata dopo un 'ora e la rosa non c'era più... ci sono rimasta malissimo... Anche questo succede a Parma....".
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