mauro Coruzzi
Ecosì è (quasi) fatta: mancano una manciata di giorni e poi, il prossimo fine settimana Re Carlo III verrà incoronato come Sovrano d’ Inghilterra, in pompa magna come vuole il protocollo e con buona pace di qualcuno (o tanti?) che storce il naso, avremo infilata anche una Regina Consorte, Camilla, insignita del titolo, perché, ci piaccia o no (no, ma è così…), nella Royal Family funziona così: se è il marito della Regina ad impalmare la predestinata, col Commonwealth che a lui va il titolo di regnante (il Principe Filippo, sposo della trapassata ed indimenticabile Elisabetta Sovrana sempre Principe è rimasto), mentre, a sessi invertiti, la Parker che due Bowles si può beatamente infilare una tiara in testa e, tac!, manco fosse protagonista del «Brutto Anatroccolo» versione Bbc, si può avvalere del titolo (non di stato ne similari, con quelli ci fai un Bot…) di «Sua Altezza Reale». Sarà che lo star lì a rosicare quando è da un bel po' che dura (quando la Camilla detta «Camomilla» già se l’intendeva con Carletto che nitriva con la froge alla vista dell’allora giovinetta, prima che apparisse all’orizzonte l’abbagliante stella a nome Lady D), sarà che, pure in risalita nei sondaggi sulla simpatia e comunicativa (ecco poi perché gli inglesi sono affidabili come la Brexit in Europa), ma io non ce la faccio a mandar già «sto pudding» di attempata dominatrice, colei che, vista lunga come il non altrettanto corto e «regale» profilo, già s’era fatta un trip su come combinare prima le nozze con un’altra al suo allora fidanzato e poi, tessere tutte le tele possibili su come passare alla Storia, senza macchia (a parte quelle dell’epidermide non proprio imberbe) e senza lode, se non quella che si potrebbe riservare a chi, quanto a trame ordite e sventate uscite di scena, ha portato all’arrivo il suo torneo ippico (ci si scusi il purosangue per l’ardito accostamento) senza sbalzare di sella… Non lui, il designato per discendenza, ma lei, l’altra che non ce l’ha ancora fatta (né mai ce la farà, con tutta deferenza possibile verso «Sua Maestà» a vincere la gara della «Più bella del Reame»), lei che è stata sempre un passo dietro, lei che ha finto una normalità che per altro, in quanto ordinaria le si addice assai, lei, proprio lei, sarà quella che, beata ultima, non appena non so chi la toccherà con la spada (quella della Roccia? Ma no…) potrà finalmente sorridere con quelle esangui labbra al suo tanto agognato titolo di Regina, qualifica che, in cuor suo, ha probabilmente sempre pensato di meritare e che ora, questione di protocolli da sbrigare con le ultime formalità di rito, sta per impersonare. Non per portarle male (abbiamo ben altro a renderci pensierosi) ma una bella nuvolaglia nel plumbeo cielo britannico, non ci starebbe poi tanto male…Come Elton John ai funerali di Lady D, mi vien da canticchiare «Goodbye England’s Rose» …
Buona «regale» Domenica.
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