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Parma -

Lunedì 08 Settembre 2025


il ristorante

Ristorante Mezzadri, la buona cucina della tradizione e i sapori della Bassa

Ristorante Mezzadri - La buona cucina della tradizione e i sapori della Bassa

Nell’ampio piazzale alcuni pullman di turisti verdiani e molte auto parcheggiate ci dicono che questo è un locale da grandi numeri: ci si potrebbe preoccupare ed aspettarsi cibo poco curato e servizio frettoloso, ma ci si sbaglierebbe. Il ristorante (anche hotel) è infatti ben organizzato per accogliere molti ospiti nelle sue numerose sale: le comitive nel salone a destra appena entrati, i clienti singoli nella sala sulla sinistra. Costruzione moderne, arredata con semplicità demodé, un po’ rumorosa, grandi vetrate, tavoli comodi, il servizio di un cameriere attento e molto gentile dal piacevole accento siciliano. Subito menu e una discreta carta dei vini che si fa apprezzare per la selezione del territorio, delle regioni italiane e per i prezzi molto onesti. Il patron si scusa per l’assenza della bottiglia scelta, ne propone una di tipologia simile a costo inferiore e equivalente qualità, la serve con attenzione.
La cucina, i piatti
Proposte di tradizione a cominciare dalla pasta all’uovo che viene fatta ancora all’antica, come quando il ristorante era una semplice trattoria di famiglia e si tirava la sfoglia col mattarello, poi qualche preparazione moderna sempre nel rispetto dei prodotti del territorio. Uno sformatino ai carciofi di stagione con una molto cremosa salsa al Taleggio che finisce col coprire ogni sapore; un tortino di zucchine e i salumi tra cui un buon salame stagionato, discreto culatello con riccioli di burro e prosciutto; merita la segnalazione la spalla cotta servita calda, tagliata a mano, morbida, leggermente speziata accompagnata da un generoso cestino di torta fritta asciutta e croccante. Tra i primi, ci sono anolini in brodo, quelli della Bassa con pane, formaggio e uova nel ripieno; ci sono piccoli tortelli con pasta sottile e ripieno sfuggente in quelli d’erbetta e più intenso per gli amaretti in quelli di zucca; ci sono sode tagliatelle dall’insignificante condimento di speck e funghi chiodini. E ancora: ravioli di spalla tartufati; risotto con salsiccia e funghi; pappardelle al sugo d’anatra. A Paroletta, anni addietro, si faceva una festa, ora abbandonata, dedicata alle rane: il ristorante preserva quella tradizione e le propone fritte in una dolce panatura insieme a tronchetti (troppo sottili) d’anguilla e al pesce gatto intero. La spalla cotta, assaggiata tra gli antipasti, la si ritrova anche come secondo con un robusto rinforzo di fagioli; l’anatra arrosto e la punta di vitello ripiena al forno che nei pranzi festivi non mancano mai; filetto e tagliata di manzo; trippa alla parmigiana; il piatto di bolliti con la buona testina, lingua, manzo, cotechino gommoso e coscia di gallina, il tutto accompagnato dalle salse tradizionali e da quella al rafano.
Per finire
Una piccola selezione di formaggi oppure una ricca offerta di dolci a cominciare da zuppa inglese, salame al cioccolato con zabaione, ricco semifreddo al caffè o quello della casa coi savoiardi inzuppati nell’alchermes, torta di mandorle, macedonia di frutta fresca. I prezzi: coperto 2,50 euro; antipasti 10-14; primi 10; secondi 13-18; dolci 5. Menu non esposto, ingresso, bagni, parcheggio comodi.
Non mancate
Rane fritte

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