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Mangiare in pizzeria

Il vecchio forno da Amos a Salso

Il vecchio forno da Amos

di Luca Pelagatti

16 Giugno 2023, 08:44

Ricordate Venditti? «Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano». Ecco, senza cadere nel romanticume, succede anche con i ristoranti. E' raro, ma capita. Così ci sono locali che chiudono e che lasciano un ricordo, un rimpianto che aleggia tra i clienti che sanno che, forse ce ne sono altri, anche migliori ma vorrebbero tornare in quello che ha chiuso dove, nostalgico retaggio, si cercava una consuetudine, una tradizione. Una storia.


Uno di questi luoghi perduti era, certamente, La Porchetta di Salso, pizzeria capostipite di un tipo di pizza (alta, a spicchi, croccante sotto e morbida sopra) che si mangiava qui. E all'inizio solamente qui. Ora quel tipo di piatto lo si trova per fortuna anche altrove e il tempo ha fatto si che la saracinesca del locale di Salso si abbassasse. Prima che, come dicevamo all'inizio, un giro immenso facesse nascere un nuovo indirizzo. Dove? Esattamente la porta a fianco. E cosa si mangia? Una pizza che pare proprio quella della Porchetta.

Un caso? Per nulla, perché a riportarla in vita è stata la persona che per decenni ha lavorato al forno della pizzeria che non c'è più. Insomma: tutto cambia per restare uguale.

Il menu infatti propone la classica pizza al trancio alto (Margherita a 6 euro, col crudo 30 mesi a 10 euro) in numerose versioni ma sempre simile all'originale, cotta come Margherita e poi condita sul piatto. Al morso unisce la combinazione tra croccante e morbidezza e le materie prime sono scelte con cura, senza svolazzi modaioli ma rispettando una prassi che porta a privilegiare gli eterni ingredienti: carciofini, funghi, acciughe piccanti Rizzoli. Chi sogna lo «stile napoletano» qui resterà perplesso ma chi, invece, ama una sorta di ricca focaccia che sazia, invece, avrà soddisfazione. Anche se, talvolta, il croccante della base risulta un filo eccessivo. Due notazioni: la Porchetta era un trionfo del Liberty mentre questo nuovo locale è più piccolo, meno carico e decorato. Secondo: da apprezzare la scelta di una carta di birre di origine tedesca del monastero di Scheyern: ma un piccolo sforzo ulteriore ci starebbe. In fondo, brindare a una storia che rinasce, merita qualcosa in più.

Contatti
Via Romagnosi, 5, Salsomaggiore Terme
tel. 0524 206716

Chiusura
Martedì

Cucina 4/5

© Riproduzione riservata

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