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IL RISTORANTE
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Nome quanto mai appropriato quello di questo ristorante nella piazza di fronte al palazzo del Comune a Traversetolo, perché sembra proprio di essere ricevuti in una casa ospitale e accogliente, con arredi semplici e curati, il sorriso della patronne e della cameriera che accompagnano al tavolo nella sala sul fondo, quella col pianoforte e gli scaffali pieni di bottiglie. All’ingresso il banco frigorifero coi salumi e i formaggi, poi i tavoli con belle tovaglie e bicchieri appropriati ai vini di una piccola cantina con referenze locali e regionali che hanno il pregio di essere di discreta qualità e prezzi ragionevoli. Anche un piccolo dehors per la sera nel borghetto di fianco.
La cucina, i piatti
Si potrebbe dire tradizione moderna, eseguita con attenzione alle cotture e alla pulizia dei sapori, qualche piatto da cui non si può prescindere (tortelli d’erbetta, trippa, roast-beef) e poi, specie nei primi, spazio alla sensibilità moderna del cuoco: «Noi gli uomini li teniamo in cucina», sorride divertita la cameriera. Due scaglie di Parmigiano di 24 mesi e poi l’antipasto con cavallo pesto e battuta di manzo ribattezzati «Bis di tartare di carne»: battuti al coltello con un po’ di capperi, il cavallo si scioglieva in bocca quasi cremoso; più soda e saporita la carne di manzo: entrambi erano accompagnati da uovo, senape al cerfoglio, cipolla caramellata sistemati a contorno. Buona anche la versione alleggerita della parmigiana di melanzane: in forma di torretta fermata da uno stecco, melanzane fritte, burrata, fetta di pomodoro, pesto di basilico per un piatto estivo e saporoso. E ancora salumi e prosciutto Sant’Ilario 30 mesi; crostoni vari; flan di patate con porro in crema e fritto; uovo in camicia con asparagi, guanciale, salsa di formaggio. Pasta all’uovo fatta in casa e tortelli preparati al momento dell’ordinazione ed è così per quelli col ripieno di melanzane conditi con crema di peperone: sapore intenso della verdura, pasta in giusto spessore, condimento molto asciutto che poco abbraccia il tutto sormontato da julienne di buccia di melanzana fritta. Il risotto alla Giuseppe Verdi è cremoso e cotto con precisione, ha asparagi, porcini e prosciutto crudo a comporre un sapore deciso. Tortelli d’erbetta; spaghetti integrali fatti in casa con verdure e crema di bufala; paccheri con pomodoro, aglio e peperoncino; tagliatelle con ragù di lepre completano l’offerta dei primi. L’orecchia d’elefante con patate al forno orienta subito la nostra scelta. E’ una versione ghiotta della cotoletta alla milanese, battuta finché non diviene sottile, passata nell’uovo, poi nel pane secco grattugiato e in questo modo la panatura diventa preminente sulla carne assottigliata: fritta nell’olio, era asciutta e croccante, leggera e dolce. Carne invece in rilievo nella tagliata e nella Fiorentina (5 euro l’etto), poi trippa alla parmigiana e vitello tonnato con salsa a base maionese.
Per finire
Parmigiano 24 mesi «San Bernardino» e Gorgonzola oppure i dolci: tarte Tatin alle mele, zuppa inglese, cannolo al mascarpone, tiramisù, sorbetto al limone. I prezzi: coperto 2,50 euro; antipasti 12; primi 10-12; secondi 14-20; dolci 6. Menu esposto, ingresso e bagni comodi, parcheggio nei dintorni.
Non mancate
Orecchia d’elefante
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