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Restare ai vertici, a patto di averli prima raggiunti, è sempre molto difficile, ma qui sembra invece essere la cosa più naturale del mondo. Una trattoria con la T maiuscola come se ne trovano poche, fatta di tranquilla cordialità e dove il fare professionale è nascosto nella naturalezza del porgere, nella qualità del cibo dove il sapore è sempre in primo piano, nell’atmosfera serena degli ambienti arredati con semplicità e cura dei particolari. Prenotare per tempo, anche con largo anticipo, è necessario, poi troverete tovaglie a quadri e copri macchia bianchi, bicchieri scintillanti per i vini di una cantina molto curata e di qualità, dove passione e competenza si uniscono a prezzi contenuti -anche servizio a bicchiere.
La cucina, i piatti
Solide radici nella tradizione padana e piatti che da lì provengono attualizzandosi in versioni moderne fatte di cotture puntuali, presentazione curate, sapore preciso e riconoscibile con accostamenti magari inediti o semplicemente pensati per alleggerire, per aggiungere freschezza. Per esempio, tra gli antipasti l’anguilla di Comacchio marinata, vivace di nota acetica, si addolcisce nell’uvetta e nel pecorino, diventa croccante nella pelle fritta, fresca nella brunoise di coste di catalogna. L’insalata di nervetti di vitello è classicamente proposta col cipollotto e col dolce vegetale dell’asparago verde. Una buona scelta di salumi con torta e polenta fritta e, sempre tra gli antipasti, storione marinato e affumicato; creme brulée di foie gras; battuta di Vacca rossa reggiana al coltello. Tra i primi, ora che è cominciata la stagione, sono imperdibili i tortelli di zucca: alla mantovana, con mostarda e amaretti nel ripieno dolce e armonico, giustamente panciuti, pasta morbida e sottile quanto basta, fatti al momento. Sono il piatto per cui la trattoria è famosa, ma non sono da meno anolini e tortelli d’erbetta (sempre in menu); le larghe tagliatelle verdi al ragù di finferli e faraona con i sapori in perfetto equilibrio; gli gnocchi di patate; i ravioli di coniglio; le lasagne per il pranzo della domenica. Costata di Black Angus alla griglia (6 euro l’etto) e poi il piccione in due cotture, col petto rosato e cremoso, le cosce croccanti e carciofi, ribes frizzante, pane alle amarene. Hanno riproposto il vitello tonnato fatto «alla vecchia maniera» e lo rendono prezioso cuocendo al rosa un filetto di vitello, affettandolo, servendolo con la salsa del fondo di cottura, tonno, capperi, acciughe senza maionese. Poi terrina di foie gras; spalla di maialino con mele; petto d’anatra con scalogni, carote, salsa la vino; controfiletto d’agnello con spianaci.
Per finire
Ricca proposta di dolci: il soufflé ghiacciato cioccolato, pesca e amaretto; il tortino di mele e pere caldo col sorbetto al frutto della passione... ma quando arriva in sala la montagna di gelato alla crema appena mantecato in una vecchia Carpigiani (con cioccolato caldo o zabaione, nocciole caramellate, liquori o semplicemente così), nessuno sa resistere a quella solare golosità. I prezzi: coperto 2 euro; antipasti 10-18; primi 12-18; secondi 16-18; dolci 4-7. Menu esposto, ingresso, bagni, parcheggio comodi.
Non mancate
Tortelli di zucca, piccione, gelato
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