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«La cucina è l’infanzia di ognuno di noi... una ricerca di ricordi…». Così si legge in apertura del menu correttamente esposto all’ingresso di questa bella trattoria a pochi chilometri dalla città. E’ vero, cerchiamo noi stessi nel piacere dei sapori conosciuti, nel patrimonio gustativo che si è formato negli anni della nostra vita -e quelle memorie sono confortevoli e rassicuranti: mangiamo quel che siamo, «mangiamo sempre la nostra infanzia» (Tonino Guerra). E qui a Viarolo i ricordi sono molti, a partire da quello di Ciccio Zerbini, persona gentile, generosa e buona che è la forma più alta dell’intelligenza. Poi cuoco di talento e passione che questo locale ha voluto e costruito e che ora è portato avanti dalla sua bella famiglia. Tavoli ben preparati, atmosfera tranquilla, sassi e mattoni stuccati, fiori e il menu in Qr code o sul tablet, insieme a una carta dei vini che si è arricchita nel tempo e che, partendo dalla sostanziosa sezione di produttori locali, spazia nelle regioni italiane e oltre, sempre con ricarichi miti.
La cucina i piatti
Tradizione locale seguendo la stagionalità dei prodotti e qualche preparazione moderna per dare spazio all’estro della giovane cuoca, senza eccedere nei condimenti e con cotture attente. Si comincia coi salumi tra cui spicca un’ottima spalla cruda di Palasone (Podere Cadassa) dal sapore intenso e lungo al palato; una dolce pancetta contadina; un buon prosciutto (Bedogni) di lunga stagionatura e dolcezza profonda. Soffice torta fritta e dimenticabile spalla cotta. La vellutata di ceci con gamberoni è un omaggio a un piatto famoso (la passatina di Fulvio Pierangelini): qui la consistenza è più solida, i gamberoni molto dolci, l’aggiunta di crostini di pane croccante per dare rilievo al tutto. E ancora: culatello; ricottina con carciofi; sfogliatina prosciutto e salsa al Parmigiano; finocchi, arance, mandorle.
Ai primi, i tortelli sono la specialità della casa: di zucca o di erbetta hanno ripieni equilibrati e dolci, buona pasta sfoglia, morbida e porosa. Incuriosisce il risotto al pepe nero e zucchero di fiori di palma: Carnaroli alla parmigiana perfettamente tirato a cottura con gli ingredienti in felice contrasto di note piccanti, dolci, sfumature aromatiche che ricordano la liquirizia. Anolini della bassa, strozzapreti broccoli e carciofi, maltagliati salsiccia e prosciutto completano la sezione dei primi piatti. E’ un cavallo di battaglia del locale la trippa: ghiotta, morbida, leggermente speziata di chiodi di garofano e cannella; il coniglio alla cacciatora in bianco ha carne tenera e delicata, un filo di sale di troppo, ottima purée; punta di vitello ripiena; tagliata di Angus irlandese; lumache in umido con polenta e tartufo nero; la nota esotica del cous cous con pollo al curry.
Per finire
Ora solo i più saggi, quelli che hanno saputo tenere lo stomaco leggero, si godranno la soffice mousse allo zabaione; il budino della nonna a due strati: sotto crema e sopra cioccolato; la sbrisolona; la mousse di Parmigiano e pere; la crostata di marasche e zucchelle. I prezzi: coperto 3 euro; antipasti 11-17; primi 11-13; secondi 13-25; dolci 5-6. Menu esposto, ingresso, bagni, parcheggio comodi.
Non mancate
Risotto, trippa
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