GUSTO
L’ultimo fiore all’occhiello è palazzo Costa-Picasso totalmente ristrutturato, con i 36 posti letto in agriturismo, la nuova osteria, la sede delle associazioni di volontariato del paese e il futuro museo soarzese-verdiano; ma la storia di ciò che è oggi l’azienda agricola Pizzavacca della famiglia Pisaroni a Soarza di Villanova sull’Arda (Piacenza), inizia giusto vent’anni fa con papà Bruno ed Emanuele che, al mercato ortofrutticolo di Piacenza dove portano i pomodori raccolti in azienda, offrono la prima salsa di pomodoro fatta da mamma Daniela con la tradizionale ricetta di famiglia, naturalmente etichettata: con un’etichetta scritta a mano…
«Nasce da qui la nostra storia – dice con orgoglio Emanuele – da quei 20 vasetti di passata di pomodoro che portammo al mercato di Piacenza. Poi con la collaborazione dell’Università cattolica di Piacenza, dove mi sono laureato, abbiamo messo a punto la giardiniera, fatta solo con aceto, limone, sale e zucchero: assolutamente senza conservanti. Poi le confetture di susine: il tutto con le ricette raccolte in paese, quelle delle famiglie che le utilizzavano per conservare la verdura. Era basilare, per noi, avere ricette sicure. Mio padre decise di intraprendere quest’avventura e così, da quel momento, la campagna ha seguito la nuova attività: abbiamo piantato frutteti con pesche, albicocche, susine e ciliegie, arrivando a 4000 piante che ci forniscono la frutta necessaria per un anno di nettare e confetture, poi naturalmente gli orti, con la produzione di tutte le verdure necessarie alle esigenze dei primi clienti, ossia i negozi della Bassa, piacentina e parmense. Poi sono arrivati i nettari di frutta, acquistati da bar, caffetterie e hotel. Dal nostro piccolo “giro” iniziale – continua Emanuele – siamo arrivati a Milano e alla caffetteria Gucci in galleria. Loro vollero i nettari in una bottiglia particolare, che ci fornì la Bormioli: la bottiglia ermetica “swing”».
Proprio da Milano arriva l’aneddoto più curioso sull’inizio dell’attività in Pizzavacca: «A settembre ricevo una telefonata – racconta Emanuele – da un certo Ebrahim che vuole una grande quantità del nettare milanese per il suo “boss”. Ci ritroviamo, così, a esportare il nettare in Qatar: la moglie del sultano Tamim Al Thani aveva assaggiato il nettare da Gucci e aveva semplicemente detto “lo voglio!”. Qui è cominciata una sorta di “esplosione mediatica” fra radio e televisione e siamo arrivati a portare la nostra giardiniera, tenuta a battesimo agli esordi dall’amico Ivan Albertelli di Fontanelle, addirittura al Conclave».
L’azienda Pizzavacca oggi ha qualcosa come 24 collaboratori, esporta in Giappone e in tutto il nord Europa, propone degustazioni in abbinamento a prodotti Dop e Doc del territorio all’osteria, ospita eventi privati e aziendali e organizza la «Festa della giardiniera», che quest’anno sarà aperta il 6 settembre dai «Nomadi».
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