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vino

Barone Pizzini, nobile Franciacorta

Una serata con Spigaroli e un'annata di grandi riconoscimenti per la cantina

Nobile Franciacorta

Barone Pizzini, serata con Spigaroli e riconoscimenti mondiali

di Aldo Tagliaferro

17 Dicembre 2024, 20:54

Metti una sera a cena in Franciacorta, ma con lo spirito intenso della Bassa. C’è una lunga frequentazione tra Barone Pizzini e Luciano e Massimo Spigaroli, e allora la cena di fine anno dell’azienda che per prima (1998, il secolo scorso…) introdusse il biologico tra le bollicine bresciane finisce per abbinare il meglio delle bottiglie di casa con i sapori e le stagionature dell’Antica Corte Pallavicina.

«Non è stata un’annata facile per le abbondanti piogge di primavera, ma il raccolto è stato buono», brinda Silvano Brescianini, anima di Barone Pizzini. E i risultati si vedono: Wine Enthusiast ha inserito nella sua top 100 il Barone Pizzini 2020 Rosé Brut Pinot Nero al 38° posto (prima bollicina italiana) mentre James Suckling ha premiato con un significativo 98 su 100 la riserva 2011 Bagnadore Rosé, un punteggio che rasenta la perfezione.

Soddisfazioni importanti per un produttore che ha comunque nell’Italia il suo mercato principale per le crica 300-350mila bottiglie che ogni anno riposano (in legno a bassa tostatura e di secondo passaggio) a dodici metri di profondità nella bella cantina inaugurata nel 2007 seguendo rigorosi criteri di bioedilizia. Non solo: l’annata è stata molto positiva anche per le cantine che da anni completano l’universo del Gruppo, ovvero Pievalta (Marche) e Poderi Ghiaccioforte (Maremma). Ed è arrivata anche la certificazione vegana: nessun utilizzo di pesticida né di prodotti di origine animale.

Spigaroli ha conservato nei suoi scrigni alcune pregiate riserve di suino nero per l’occasione (straordinario il prosciutto 48 mesi, ancora morbidissimo e di delicata sapidità) e quindi ha messo d’accordo i palati con i tortelli d’erbetta e il risotto mantecato alla parmigiana con tartufo di Fragno. E nel calice? Ovviamente l’eleganza di Barone Pizzini che conferma la sua lontananza dagli zuccheri eccessivi (si lavora solo nell’ottica di dosaggio zero ed extra brut) e la capacità di mantenere sempre intatto il varietale, mai sopraffatto dalle bollicine. Aperte le danze con Animante, il classico Franciacorta che racchiude tutte le uve (Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero, Erbamat) perfetto per gli antipasti, i primi piatti si accompagnano al Satèn 2020 dal naso sontuoso e dalla bevuta piena, in grado di esaltare le migliori selezioni di Chardonnay secondo la logica delle parcelle di Barone Pizzini (per chi scrive, una bottiglia assolutamente straordinaria) e quindi il Rosé, sempre 2020, che ha suggestioni più complesse nell’unione tra Chardonnay e Pinot Nero, con delicate note di sottobosco.

Per la Suprema di cappone di Giuseppe Verdi, arriva la sinfonia della Riserva Bagnadore 2014 che nasce da un’unica vigna vicina a un bosco: nasce solamente nelle migliori annate, una bottiglia da tenere molto cara. Per i titoli di coda c'è il Semifreddo del Maestro con salsa zabaione. Si può già pensare all’anno nuovo...

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