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Monte delle Vigne: «Monticello», scelta di qualità

«Monticello», scelta di qualità

di Sandro Piovani

09 Giugno 2025, 18:08

«Un altro passo avanti»: spiega il patron di Monte delle Vigne Paolo Pizzarotti presentando agli addetti ai lavori il primo metodo classico della cantina di Ozzano Taro: ristoratori, enotecari, rivenditori, rappresentanti, qualche appassionato, tutti hanno risposto all'invito di Monte delle Vigne. Che ha isolato il «Monticello» in una isola esclusiva per il servizio di questa bollicina. Che subito al naso promette intensità, al sorso è intrigante e fa capire che ama la longevità. 95% chardonnay e 5% barberam vendemmia 2022, sboccatura nel febbraio scorso, gradazione alcolica al 12%.
Insomma uno spumante brut che si lega a doppia mandata al suo territorio ma ha anche un respiro più ampio, come le quasi tutte le bollicine di questo tipo. Lorenzo Numanti (ad di Monte delle Vigne) spiega che questo «non vuole essere il solito ennesimo metodo classico. Dopo 40 anni di attività, lo abbiamo pensato e voluto, pronto solo adesso perché abbiamo trovato questo Chardonnay con un pizzico di Barbera che offre un grande legame territoriale. E questa anima della Barbera ci piace davvero tanto». Un vino che va a completare un'offerta già ampia della cantina. «Sì, completa le nostre proposte, si posiziona in una prima fascia di fianco al re della nostra cantina, Nabucco, Callas è la nostra regina e Monticello che prende il nome della casa del nostro proprietario è il principino». Un vino di Parma che sembra vocato a pensare anche all'Italia e all'estero. «Indubbiamente - chiosa Lorenzo Numanti -, perché sia l'Italia che l'estero sono voraci di queste grandi e importanti novità. E quindi speriamo che Monticello entri di diritto tra queste».
Del resto solo 2mila bottiglie (più 60 magnum) prodotte, per un metodo classico dal futuro sicuro. «Mancava a Monte delle Vigne - spiega subito Andrea Bonini enologo della cantina di Ozzano -. Dopo i frizzanti, gli spumanti e i vini fermi, doveva avere per forza un metodo classico. E quindi abbiamo pensato di fare questa scelta, due anni fa. Chardonnay, brut nature che rispecchi Parma e il territorio di Parma. Quindi “W le bollicine”». Naturalmente inevitabile entrare nei dettagli di questa produzione. «Lo Chardonnay viene vendemmiato interamente a mano - spiega Andrea Bonini -, viene immediatamente pressato con una pressatura molto soffice; viene fatta una fermentazione sia in tini d'acciaio che in legno, in tonneaux. Quindi un 30% lo destiniamo alla fermentazione in legno e il 70% in acciaio. La seconda fermentazione poi arriva direttamente in bottiglia». Insomma un vino semplice ma di grande personalità tutto da raccontare. «Raccontiamo un vino di Parma - spiega ancora Andrea Bonini -, un vino che rispecchia il territorio di Parma. Ci piace pensare che possano esistere le grandi bollicine anche a Parma».
E in degustazione, alla presentazione, questo metodo classico si è affiancato, a testa alta, ai prodotti della nostra terra, dai salumi al Parmigiano, ma ache ai grandi classici ittici, salmone e ostriche su tutti. E, forse un po' a sorpresa, grande abbinamento con un risotto ai gamberi, nel rispetto della delicatezza del piatto. Veramente una bella sorpresa parmigiana.

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