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Parma -

Mercoledì 10 Dicembre 2025


Ristorante

Trattoria della Madonna del Monte: la buona tradizione della cucina romana a tutto pasto

Trattoria della Madonna del Monte. La buona tradizione della cucina romana a tutto pasto

Sulle colline dietro Salsomaggiore, salendo fino a San Vittore e poi, superato il piccolo cimitero, prendendo una strada ghiaiata sulla sinistra: grandi, maestose querce e un gruppo di case tra cui la trattoria. Gestione tutta al femminile e accoglienza cortese nella saletta, ce ne sono altre, riscaldata da una grande stufa a pallet, inondata di luce in una di queste ultime giornate di sole. Alle pareti le storiche foto di Alberto Sordi e Aldo Fabrizi alle prese con spaghetti e bucatini, oggetti di rame, travi di legno e sedie impagliate, tovaglie a quadri, tovaglioli e copri macchia di carta. Nel retro del menu l’elenco dei vini: in tutto tre proposte (Gutturnio, Ortrugo, Prosecco) e vino dei Castelli romani sfuso di dimenticabile qualità.

La cucina, i piatti
Il menu propone quattro primi, tre secondi, due contorni scelti tra i più noti della tradizione romana, cucinati con mano leggera senza troppo calcare sui sapori e i condimenti ingentilendo così il carattere rustico e in qualche caso sgarbato di quei piatti. Coda alla vaccinara (minimo 4 persone), pollo coi peperoni, trippa, coratella, supplì, mozzarella in carrozza e altri classici andranno prenotati per tempo. Il menu avverte che «i nostri primi sono preparati al momento e che non esiste la precottura» ed ecco giustificata la ragione del servizio un po’ lento. Si comincia con «l’antipasto classico de mi nonna Armanda» che consiste nelle verdure della casa: cicoria romana ripassata in padella con aglio e peperoncino, morbidi bocconcini di melanzane al forno con un dolce sughetto, cipolle in salsa rossa agrodolce. Pecorino romano buccia nera o un dolce prosciutto completano il tutto. Per i primi («Un po’ de pasta») la scelta è tra spaghetti cacio e pepe o alla carbonara, bucatini all’amatriciana (guanciale di Amatrice, pomodori pelati, peperoncino romano), rigatoni alla gricia (guanciale, pepe, pecorino romano). Spaghettoni, più che spaghetti, dalla cottura non troppo al dente, in buon equilibrio tra croccantezza del guanciale e cremosità delle uova per quelli alla carbonara; consistenza un po’ pastosa della cremina nella cacio e pepe con spolverata finale di pecorino grattugiato. Ai secondi («Er carnivoro») i saltimbocca alla romana (fettine di vitello con prosciutto e salvia fermati dal classico stuzzicadenti e passati in padella con burro e vino bianco) hanno buon sughetto, ghiotto e profumato, ma carne tenace; le costolette di agnello in panatura romana sono ben fritte e invitanti con la loro fonduta di pecorino. Fresca insalata di puntarelle (i germogli interni della cicoria) alla romana e carciofi fritti alla giudìa sono i graditi contorni. Altro secondo di carne è l’abbacchio alla sottadito.

Per finire
Si chiude con i dolci fatti in casa: la torta al cioccolato, alta e morbida; la torta di mele; il fresco sorbetto al limone da sorbire con la cannuccia. I liquori casalinghi e il caffè fatto nella moka. I prezzi: coperto 1 euro; antipasto 14; primi 10; secondi 12-15 (coda alla vaccinara 18); contorni 4,5-5; dolci 4-5. Menu non esposto, ingresso, bagni, parcheggio comodi.

Non mancate
Spaghetti alla carbonara

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