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Viaggio di nozze di 51 giorni in moto fra Iran e Iraq

Viaggio di nozze di 51 giorni in moto fra Iran e Iraq

di Valentina Cristiani

10 Dicembre 2022, 03:01

Il viaggio di nozze in moto dei salsesi Matteo Finocchi e Sonia Basso, tra Iran e Iraq, è durato 51 giorni. Sono partiti da Salsomaggiore in direzione Est, ed il punto più lontano che hanno visitato è stato l’Iran. «Un paese di grandi contrasti - racconta Finocchi - per entrare servono documenti complessi e difficili da reperire come il visto e il Carnet de Passage per le moto, che siamo riusciti ad ottenere solo negli ultimi giorni utili. Avremmo potuto varcare il confine dalla Turchia dove sarebbe stato decisamente più facile passare, ma volevamo vedere con i nostri occhi anche la realtà irachena».

«Anche solo costeggiando nel Sud della Turchia il confine con la martoriata Siria - prosegue - sentivamo dentro di noi una strana sensazione: da un lato la percezione di un possibile pericolo, dall’altro il dispiacere per la critica situazione politica che strazia famiglie, bambini compresi».

Come sono i passaggi di frontiera?

«Entrando in Iraq, abbiamo affrontato una dogana interminabile di circa 6 ore, con persone coricate a terra sfinite dalla lunghissima attesa. Clima caldo in tutti i sensi, 45 gradi danno fastidio ma ancor di più le decine di posti di blocco incontrati e dove ogni volta ci hanno raccomandato, per la nostra sicurezza, di non fermarci per nessun motivo fino al successivo controllo. Dopo 4 giorni siamo giunti in Iran (allora la situazione era decisamente più tranquilla di adesso), un paese fatto di persone stupende con un grande cuore. Non dimenticheremo mai l’ospitalità di questo popolo che vive con poco ma ha tanto da offrire. Ricordiamo con piacere gli inviti a pranzo o a pernottare nelle loro case, fatti in strada, affiancandoci e urlando per farsi sentire».

Cosa vi ha colpito maggiormente?

«Le donne che in privato si toglievano il velo spiegandoci quanto, e comprensibilmente, siano contrarie a questo tipo di oppressione. Speriamo avvenga presto un ritorno al passato, quando fino al 1979 le ragazze potevano andare all’università senza velo e con la gonna corta».

Le difficoltà maggiori?

«I primi giorni sono stati difficili, il velo sicuramente, ma quello a cui è più difficile adattarsi è il fatto di vedere le donne trattate come esseri inferiori. Nemmeno la polizia chiedeva i documenti a Sonia, le persone parlavano solo con me e, solo se il marito dava il consenso, le donne potevano parlare ma solo con Sonia. Anche le foto, uomini con uomini e donne con donne. Sembra incredibile».

«Un giorno - conclude - una signora con una bambina ci ha offerto biscotti e succhi di frutta dall'auto. Poi mia moglie l’ha chiamata ed è scesa a fare una foto. Sonia l’abbraccia ed il benzinaio lì vicino le dice di non toccarla (secondo lui Sonia vestita da moto poteva essere confusa con un uomo). La signora infastidita dall’interferenza ha invitato il benzinaio a farsi i fatti propri. Ma dà l'idea del contesto».

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