×
×
☰ MENU

#iorestoacasa. Dieci videogame ispirati

di Riccardo Anselmi

07 Maggio 2020, 07:28

FORT TRIUMPH (All in! games, per Pc, Mac e Linux)

Quello dei giochi tattici a turni è un genere che sta vivendo una seconda giovinezza, dopo aver lasciato a lungo a bocca asciutta i fan, spesso ancorati ai ricordi dei favolosi anni ’90. Poi il successo del reboot di Xcom ha dato il la a un ritorno di fiamma che non sembra più accusare incertezze. In mezzo a tanti progetti, dalla riaffermazione di Julian Gollop con Phoenix point alle venature blockbuster di Gears tactics, tra le uscite più interessanti si segnala Fort triumph, uno di quei titoli inizialmente sostenuti dal basso sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter grazie alla lungimiranza degli stessi appassionati, alcuni di primissimo piano, come il maestro del game design Ken Levine. Pubblicato dall’editore polacco All in! e firmato dello studio israeliano CookieByte, con base nell’effervescente scena digitale di Tel Aviv, Fort triumph mette parecchia carne al fuoco, realizzando per i tattici a turni un’originale opera di rimodernamento, simile a quanto compiuto da belgi Larian per gli rpg con Divinity original sin. Prendendo in prestito elementi da Xcom così come da Heroes of might and magic, nell’ottica anche della rigiocabilità, il titolo di Cookiebyte offre una colorata rilettura fantasy, non priva di ironia, del fenomeno, in cui approfondire, come insegnava già la fisica di Half-life 2, il rapporto dinamico tra l’azione e lo scenario.


MOVING OUT (Team 17, per Pc, Ps4, Xbox one e Switch)

Il compito di per sé sarebbe magari faticoso, però abbastanza prosaico: organizzare un trasloco, con quell’impacchettare oggetti più o meno ingombranti che la faccenda comporta. Ma, se di mezzo ci si mette la squadra della Furniture arrangement relocation technicians, allora tutto cambia, nel coloratissimo mondo cartoon ideato da Smg studio e Devm games in Moving out, pubblicato da Team17 per Nintendo Switch, Ps4, Xbox one e Pc. La grafica pop è in piena sintonia con le buffe imprese dei diligenti personaggi, ciascuno personalizzabile, tra i quali sfilano elettrodomestici antropomorfi, in un impegno corale ad accelerare i tempi per raggiungere al più presto la meta prestabilita, spostando interi arredamenti di semplici casette, abitazioni infestate da fantasmi, fattorie sperdute nella campagna, futuristiche stazioni spaziali. Impassibili di fronte a situazioni di ogni tipo, stravaganti di loro, i nostri facchini non si tirano indietro davanti a niente, inventando soluzioni improbabili o decisamente poco ortodosse, per tener dietro ai ritmi adrenalinici del team, da allestire eventualmente in co-op con un massimo di tre amici, con i quali provare a sveltire le operazioni e sperimentare un modo di trasferirsi armi e bagagli mai stato così divertente. Gli autori hanno pensato a un titolo all’insegna della massima inclusività e accessibilità. I pericoli si possono eliminare alla fonte, a misura delle necessità dei più piccoli, il testo è reso intuitivo per la dislessia, mentre l’interfaccia e i controlli sono adattabili alle esigenze. 


JOHN WICK HEX (Good shepherd entertainment, per Pc, Mac e Ps4)

Un adattamento come se ne vedono pochi, perché d’autore. Dietro la traduzione in videogame della serie blockbuster John Wick si ritrova il tocco indie di Mike Bithell, designer britannico del puzzle esistenziale Thomas was alone diventato presto un piccolo cult. Al centro del nuovo titolo, sotto l’egida di Lionsgate, ci sono le coreografie delle sparatorie rocambolesche portate al cinema da Keanu Reeves. Per raggiungere quell’iconografia, Bithell games ha imbastito un ritmo sincopato sui generis, tra tattica a strategia, in cui ogni situazione va affrontata mossa dopo mossa ma cercando di essere sempre un passo avanti, come in una partita a scacchi, per poi ammirare nella fluidità dei replay i risultati di tale precisione. Più che i classici turni, la misura in questo caso è il tempo, che in John Wick hex simula non tanto l’azione in sé, quanto il ragionamento che consente al protagonista mettere in ordine anche i momenti più complicati. La versione per console è stata curata insieme ad Ant workshop, lavorando soprattutto sul sistema di controllo via joypad, ma i contenuti sono gli stessi dell’esordio su Pc e Mac, dalla grafica che richiama i fumetti alla colonna sonora dell’acclamato compositore Austin Wintory.

YAKUZA KIWAMI (Sega, per Pc, Ps4 e Xbox One)

Al di là del titolo occidentale a effetto, ma meno evocativo dell’originale Ryū ga gotoku (letteralmente: Come un drago), la serie Yakuza rimane una delle espressioni contemporanee più significative del made in Japan. Nell’ultima grande produzione di quella Sega che aveva dato i natali al leggendario Shenmue si coglie il tentativo, del resto molto nipponico, di mescolare la tradizione del medium con le sue derive più recenti, guardando inevitabilmente al successo globale dei Gta, attraverso una prospettiva culturale immersa però profondamente nel contesto del Paese del Sol Levante. Yakuza Kiwami, ora disponibile anche per Xbox così come il prequel Yakuza 0, è lo spettacolare remake del primo dei due emblematici thriller da console che hanno goduto della collaborazione di un autore di culto del genere crime dell’estremo oriente, Hase Seishu (pseudonimo di Toshihito Bando), che ha raccontato con successo il sottobosco della malavita asiatica in vari romanzi, a volte adattati in film, come nel caso di The city of lost souls, diretto da Takashi Miike.


PLEBBY QUEST: THE CRUSADES (Neowiz, per Pc)

Uno strategico a turni, al tempo delle crociate, dove ridisegnare gli equilibri in Europa e in Medio oriente mettendo in scena l’eterno gioco dei troni. Lo sguardo è però quello ironico di una parodia sui generis. In Plebby quest: the crusades occorre impegnarsi per espandere il proprio regno, costretti a destreggiarsi tra le ambizioni altrui all’interno e la necessità di impostare bene il tipo di rapporti da intrattenere con i Paesi confinanti, senza trascurare il ruolo fondamentale rivestito nel medioevo dalla religione anche in chiave politica. Così, in nome della fede, si muovono gli eserciti e si chiama a raccolta la popolazione. Sullo scacchiere i personaggi, nel loro aspetto e attraverso i dialoghi, danno sfoggio di espressività, pur se assottigliati nella dimensione bidimensionale di una carta, un po’ come i soldati della Regina di cuori in Alice nel paese delle meraviglie. I protagonisti della rilettura, dall’accattivante stile disegnato a mano, realizzata dalla software house indipendente coreana Pier pipers team nel videogame pubblicato da Neowiz sulla piattaforma Steam, sono comunque quelli veri, come Manuele I Comneno, imperatore di Bisanzio; Orio Mastropiero, doge di Venezia;  Enrico il Leone, duca di Baviera e Sassonia; Costanza d’Altavilla e suo padre Ruggero il Normanno, re di Sicilia; Federico Barbarossa, imperatore del Sacro romano impero; il sultano Kilij Arslan II, figlio di Mesud I. Non è per niente detto che la guerra sia l’unica soluzione per dirimere le controversie ma, quando si decide di combattere, non ci si può tirare indietro. Ci sono comunque anche modi alternativi per stringere alleanze, quali la stipula di matrimoni, facendo attenzione di porre sul piatto una dote adeguata. Sono dunque tanti gli elementi che concorrono a questo stravagante viaggio avventuroso nel passato, frutto di nove anni di lavoro andati finalmente in porto per coronare un sogno cullato dall’infanzia.


SOMEDAY YOU’LL RETURN (Cbe software, per Pc)

Il paesaggio è quello montuoso, immerso tra le foreste della Boemia e della Moravia. Ma le storiche regioni della Repubblica Ceca non forniscono solo la cornice dell’avventura in prima persona Someday you’ll return, sviluppata per Windows da Cbe software, un piccolo studio indipendente formato principalmente da due persone. Lukas Medek ha portato nel gioco i ricordi della sua infanzia, trascorsa nella natura della Moravia meridionale, Jan Kavan il retaggio di quando da bambino abitava nella Boemia settentrionale. In questo horror psicologico il legame con il territorio è però anche più sottile, dalla colonna sonora ispirata al folclore locale fino alle leggende popolate di fantasmi e creature mostruose, che si palesano a un padre disperato, deciso a sconfiggere ogni remora pur di riabbracciare la figlia perduta. In Someday you’ll return il terrore si insinua come un tarlo, facendo leva su paure ataviche e un senso di incertezza che provoca spaesamento. Daniel, per qualche oscuro motivo, farebbe di tutto per non tornare in quelle lande dove in passato deve essere accaduto un fatto sconvolgente, che riaffiora sotto forma di incubi spaventosi. Nonostante ciò si mette in cammino, lungo quella rete di sentieri che dal 1888 permettono agli escursionisti di percorrere senza perdersi itinerari in tutta la Repubblica Ceca, grazie a un sistema di segnali, indicazioni e colori. Qui siamo nel cuore dei luoghi della predicazione dei Santi Cirillo e Metodio, gli inventori dell’alfabeto cirillico, giunti nel IX secolo in quella che era la Grande Moravia. Echi che si riverberano in alcuni dei posti visitati nel videogame.


DREAD NAUTICAL (Zen studios, per Pc, Ps4, Xbox one e Switch)

L’orrore che irrompe proprio dove non te lo aspetti, a interrompere una vacanza spensierata su una nave da crociera da sogno, pronto però a trasformarsi in un incubo, sotto la minaccia di creature mostruose simili a quelle scaturite dalla fantasia di H. P. Lovecraft. Nell’rpg Dread nautical, sviluppato per Pc, Ps4, Xbox one e Switch dagli ungheresi Zen studios (i veterani delle simulazioni di flipper Pinball fx e Zen pinball), da turisti in pieno relax ci si trasforma quindi presto in sopravvissuti a caccia di una via di salvezza, perseguibile esplorando gli oltre venti ponti della nave Hope, che di speranza mantiene solo il nome, in un labirinto cangiante che il protagonista, selezionato in una rosa di eccentrici personaggi, percorre, cercando di contare di volta in volta sull’aiuto degli altri superstiti. In una situazione al limite, dai toni da comics noir e dalle modalità di uno gioco tattico a turni con elementi roguelike, c’è anche la questione delle risorse da contingentare oculatamente, mentre si impara a conoscere meglio i compagni di sventura e i misteri nascosti in questa incarnazione moderna del mito del vascello fantasma, dove si è in fondo soli, tra gli orizzonti infiniti dell’oceano, con un unico tragitto, irto di insidie, per tentare di comunicare con l’esterno.


THE SHATTERING (Deck 13 spotlight, per Pc)

Cosa si nasconde nel buio, quando le tenebre avvolgono tutto intorno, stendendo le loro ombre e increspando un mare impalpabile, agitato da inquietudini e paure? È per questo che al colore nero si associano il mondo del mistero, la cronaca di fatti violenti, il dolore del lutto? Sul rapporto tra cromie e sensazioni arriva a scombinare un po’ le carte il thriller psicologico The shattering, in prima persona, sviluppato da Super sexy software. Qui l’orrore piomba, con il suo carico di tensione, in una linda, immacolata ambientazione, rifinita con attenzione a ogni dettaglio trasmettendo l’idea di spazi accoglienti, esteticamente affascinanti. Al di là della considerazione che in oriente è proprio il bianco a essere associato alla morte, in un ribaltamento netto delle convenzioni diffuse in occidente, l’idea alla base di The shattering è che le situazioni non facilmente comprensibili, permeate di uno strano silenzio, racchiudano la quintessenza di quel turbamento, anticamera del materializzarsi di un terrore sempre più pervasivo e profondo. A contribuire all’angoscia è lo straniamento del protagonista, che sperimenta l’incubo in prima persona, senza più memoria di sé, addentrandosi in labirinti dall’ambigua identità: proiezioni di una mente che ha rimosso qualcosa di terribile accaduto in passato o una realtà spaventosa, che cerca di confondere i meccanismi della percezione? 


ARBORIA (All in! games, per Pc)

È uno degli archetipi che si ritrovano in tante mitologie: l’albero della vita capace di unire la terra al cielo, diventando il tramite tra diversi mondi. Anche in Arboria, l’action rpg 3D sviluppato dallo studio polacco Dreamplant e pubblicato da All in! games su Steam nella formula dell’accesso anticipato, la fonte principale per la vita è proprio un albero sacro, che però versa in cattive condizioni. In questo dark fantasy la missione dell’eroe, per salvare la sua tribù, sta quindi nell’addentrarsi in una landa sconosciuta, affrontando nemici sempre più pericolosi, per riuscire a sciogliere il nodo del male che sta portando il popolo degli Yotunz sull’orlo dell’estinzione. Ogni livello, e le relative minacce, sono ispirati alla natura, nel susseguirsi di dungeons generati proceduralmente, che cambiando di volta in volta offrono innumerevoli possibilità di esplorazione, in un rogue-lite dove si scende nelle viscere della terra, potendo contare su un arsenale di armi simbiotiche e su abilità che aumentano grazie al potere delle biomutazioni del guerriero-troll protagonista.  


TOTAL WAR: THREE KINGDOMS - A WORLD BETRAYED (Sega, per Pc)

È un classico che non solo rimane una lettura popolarissima in oriente, ma con il suo migliaio di personaggi, tra esempi di coraggio, doppiezza, lealtà, ingegno e straordinaria abilità militare, il Romanzo dei tre regni continua a fornire linfa per nuove storie, dai manga agli anime, ai videogame. Il re dei tattici-strategici, Total war, di Creative assembly, vi ha attinto per l’ultimo capitolo della serie principale, Three kingdoms, ambientato nel fatidico anno 190 dopo Cristo. L’espansione Mandate of heaven aveva introdotto gli antefatti di quel periodo bellicoso. Alle gesta degli eroi avvolti nell’alone leggendario del mito raccontati nel capolavoro letterario di Luo Guanzhong, Total war affianca anche la possibilità di ripercorrere gli eventi alla luce di una maggiore veridicità storica, nella ricostruzione di aspetti della società dell’epoca basati sulle cronache di Chen Shou, che ha lasciato vividi ritratti di protagonisti quali il signore della guerra Cao Cao e Lu Bu, figlio adottivo del tiranno Dong Zhuo, che poi uccise, in uno degli innumerevoli cambi di schieramento di colui che viene comunque celebrato come un eccezionale guerriero, nonostante il carattere impulsivo e tumultuoso. Adesso nel dlc Total war: Three kingdoms - A world betrayed, che porta dritto dritto nel 194 - appena quattro anni trascorsi, ma densi di eventi, nel vuoto scavato dal tramonto della dinastia Han - proprio Lu Bu entra in campo con le sue unità di élite, deciso a sbarrare ad altri la scalata al potere. Tra le tredici fazioni in lotta, c’è anche quella comandata da Sun Ce, votato a vendicare la morte del padre, l’autorevole Sun Jian, caduto nel 191 nella battaglia di Xiangyang combattuta contro Liu Biao nel nord dello Hubei, la provincia al crocevia di tanti drammatici appuntamenti con il destino nel millenario passato del gigante asiatico. A world betrayed è accompagnato anche da un aggiornamento gratuito per i giocatori di Three kingdoms, che introduce il personaggio di Yan Baihu, alla guida di un esercito formato da banditi e dagli indomiti uomini delle tribù Shanyue, con il dispiegarsi delle specifiche dinamiche di questa assortita compagine. 

 

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI