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Il mercato nero dei like e l’incubo dei deepfake

Il mercato nero dei like  e l’incubo dei deepfake

di Riccardo Anselmi

30 Maggio 2020, 12:41

Come si sta evolvendo il cybercrimine  tra fake news ed intelligenze artificiali

Il pacchetto da mille mi piace di Facebook venduto a un dollaro. Altrettanti like su Instagram piazzati per appena 15 cent. Con 25 dollari si può acquistare un programma bot che imita una persona, iscrivendosi a una pagina e commentando in automatico i post. La popolarità di un contenuto caricato su Youtube spinta a suon di 5 dollari ogni 20mila visualizzazioni. È il mercato nero esploso negli ultimi anni nel sottobosco di internet, come fotografato in una recente ricerca degli esperti di sicurezza informatica di Trend micro dal titolo: «Shifts in underground markets. Past, present, and future». 
MANIPOLAZIONE
Dietro non solo il tentativo di manipolazione del mondo economico che ruota attorno alla figura degli influencer e del marketing dei social network, ma sempre più spesso il sistema per diffondere fake news e lo strumento della cyber propaganda. Trucchi per far rimbalzare in cima una foto, un video, una notizia, così da veicolare in maniera virale il proprio messaggio. Sui forum o addirittura sulle piattaforme di ecommerce dove avvengono questo genere di operazioni illegali, rileva Trend micro, si trova facilmente tutto l’indispensabile, dalle liste elettorali dei Paesi chiamati al voto fino alle informazioni su molti cittadini, di solito frutto di precedenti furti di dati, con i quali vengono tracciati identikit per campagne mirate. 
HACKER
La politica è diventata uno dei tanti affari milionari che oggi coinvolgono gli hacker, che nei mesi del lockdown, caratterizzati anche in Italia da una valanga di email su fantomatiche iniziative anti-coronavirus attraverso cui invitare ad aprire allegati malevoli o a cliccare su link civetta, hanno continuato a studiare le frontiere dei deepfake, considerati tra le prossime galline dalle uova d’oro. Si tratta di una tecnologia che, grazie all’intelligenza artificiale, permette di ottenere immagini e filmati falsificati di chiunque ormai quasi indistinguibili da quelli veri. L’ipotesi è che in futuro possano essere sfruttati per forme inedite di ewhoring e sextortion, chiedendo denaro con un ransomware che minacci di diffondere il materiale montato ad hoc. 
È stato invece già documentato un caso in cui un dirigente di un’importante azienda è stato indotto a compiere una transazione di 220mila euro perché vittima di un software che ha riprodotto perfettamente al telefono la voce del suo capo.
 

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