Questo mese Mortal kombat 11 vedrà il ritorno di Nightwolf, dopo quello di Shang Tsung, il primo dei sei personaggi extra pianificati nel Kombat pass, sorta di biglietto vip tramite cui avere accesso a contenuti aggiuntivi che, nel corso dei mesi, allargheranno a un totale di oltre trenta lottatori il roster del videogame. Lo stregone Shang Tsung, per il quale è stato richiamato appositamente l’attore Cary-Hiroyuki Tagawa che lo interpretò nel film del 1995 ispirato al gioco, racchiude l’anima cinematografica della serie. Mortal kombat è nato nei primi anni ’90 sull’onda delle pellicole di arti marziali di Jean-Claude Van Damme (a cui strizza l’occhio Johnny Cage, il divo di Hollywood presenza fissa nei vari capitoli del videogame) e nel mito di pellicole cult come Grosso guaio a Chinatown (dal dio del tuono Raiden al misticismo appunto da b movie che caratterizza da sempre l’ambientazione del titolo).
Anche lo sciamano Nightwolf costituisce a suo modo un’eredità dei formidabili anni ’90 del digital entertainment, quando soprattutto i picchiaduro si ingegnavano a inserire, pescando spesso qua e là tra i cliché, protagonisti dalle origini più disparate, non tanto per il concetto di inclusività oggi molto citato, quanto per dare alla produzione un tocco insieme più esotico e più internazionale. Per i giovani di allora, cresciuti senza internet, era come fare il giro del mondo un duello alla volta, davanti allo schermo.
Tra gli immancabili il sosia di Bruce Lee e combattenti come Nightwolf, al quale non è mai mancata la compagnia. Praticamente tutti i picchiaduro lanciati in quell’epoca vantano la propria versione del guerriero nativo americano, da T. Hawk di Street fighter a Michelle e Julia Chang di Tekken, a Thunder e Eagle di Killer instinct, che per il reboot nel terzo millennio si è avvalso della consulenza dello studioso Josiah Black Eagle Pinkham della tribù dei Nez Perce per offrire un ritratto rispettoso delle tradizioni del popolo indigeno. Anche la saga di Netherrealm, pubblicata dalla major Warner Bros, con Mortal kombat 11 ha attraversato un restyling completo del cast, aprendosi maggiormente alle minoranze, in modo da venire incontro alle diverse sensibilità della platea eterogenea degli odierni videogiochi.
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