Anche l’industria dell’intrattenimento si scopre oggi a misurarsi con le istanze di una società maggiormente sensibile alle tematiche ambientali. Le questioni, in questi casi, sono sempre molto complesse. Appena negli ultimi anni, per esempio, si è iniziato ad affrontare, in parte, il peso globale dell’eredità di miliardi di telefonini, dopo aver dato l’idea che fosse facilmente sostenibile cambiare modello ogni dodici mesi. E, mentre si sogna un futuro tutto elettrico, rimangono parecchi dubbi sul reale impatto che una svolta simile potrebbe avere su larga scala, volendo mantenere intatte le vecchie abitudini.
Già ora, per rispondere all’infinita fame energetica del pianeta, dietro all’elettricità che alimenta ogni cosa, dai grandi siti produttivi agli hobby, si nascondono spesso proprio le solite fonti fossili di cui desidereremmo fare a meno. Emblematica una recente ricerca del think thank francese The shift project, secondo la quale sarebbe paradossalmente più ecologico raggiungere in macchina un cinema che guardare lo stesso film sulle piattaforme online come Netflix. Lo streaming on demand, che sta diventando il metodo privilegiato per fruire di contenuti video, necessita infatti di enormi data center accesi ininterrottamente, h24, sette giorni su sette. Da solo rappresenta il 60% dell’intero traffico internet, che in totale equivarrebbe a circa il 4% delle emissioni mondiali di co2.
Se è vero che acquisti in download e abbonamenti per lo streaming stanno erodendo quote al formato fisico, quello delle classiche confezioni che trovano spazio sugli scaffali dei negozi si è intanto trasformato in un altro problema non di poco conto. Certo, non si vendono più i milioni di cd e dvd di una volta, ma resta l’impressione di avere a che fare con una montagna di plastica. Così Miles Jacobson, il patron dello studio inglese Sports interactive che insieme a Sega firma la longeva serie calcistica bestseller Football manager per Pc e Mac, è sceso in campo con un’iniziativa che spera dai videogame possa allargarsi ad altri settori, come la musica e l’home video. Proporre, a partire dal prossimo Football Manager 2020, in uscita in novembre, una diversa tipologia di packaging, che dice addio alla plastica continuando a contenere al suo interno il disco, ma in maniera più eco-friendly.
Il gioco sarà confezionato in cartone riciclato al 100%, stampato con inchiostro vegetale, anche il manuale utilizzerà carta riciclata al 100% e il cellophane, in polietilene a bassa densità, sarà completamente riciclabile. L’unico elemento non facilmente riciclabile è il dvd stesso: per questo verrà indicato un elenco di ditte specializzate nel recupero dei suoi materiali.
Il nuovo imballaggio comporterà un risparmio di circa 55 grammi di plastica per ogni copia. Nonostante la crescita degli acquisti in formato digitale, per un singolo titolo come Football manager si calcola un risparmio fino a 20 tonnellate di plastica sul totale del distribuito.
Per presentare in anteprima l’inedita confezione green al pubblico, Jacobson ha voluto al suo fianco il calciatore dell’Arsenal, Hector Bellerin, impegnato da tempo proprio sulle tematiche ambientali.
“Naturalmente, questo nuovo packaging è più costoso degli imballaggi tradizionali” ha dichiarato Jacobson. “Circa il 30% più costoso, in effetti. Ma crediamo che questo sia un costo che valga la pena pagare. Chiederei a chiunque sia coinvolto nello sviluppo, nella creazione o nella produzione di imballaggi in plastica in una delle industrie dell’intrattenimento di dare un’occhiata alle molte opzioni ecologiche a disposizione, sostenerne le spese extra ed effettuare la conversione”.
“Inoltre - ha aggiunto Jacobson - ci sono altri risparmi: i costi di distribuzione e la quantità di carburante utilizzata verrebbero ridotti in quanto il packaging 100% riciclabile è più leggero rispetto a quello standard. I costi di distribuzione sono più economici perché la confezione può essere riciclata, piuttosto che gettata in discarica. Rimane ancora un piccolo impatto sulla linea di fondo, ma crediamo sia un prezzo che valga la pena pagare per aiutare a proteggere il futuro del pianeta.”
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