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L’agricoltura post-atomica di Atomicrops_ht_online_atomicrops

di Riccardo Anselmi

15 Settembre 2019, 03:25

Piccoli editori indipendenti, ma con un catalogo di grande qualità. È la strada battuta da Raw Fury che, dalla sua base in Svezia, guarda un po’ a tutto il mondo, puntando su produzioni, non solo scandinave, ricche di spunti originali e dal forte carattere estetico. Da Kingdom a Bad north, da Gonner a Dandara, da Kathy Rain e Whispers of a machine a Night call. E veri e propri pezzi da novanta come The last night, Sable, Mosaic attesi nei prossimi mesi. 

È invece appena stato lanciato su Pc in esclusiva per l’Epic games store, secondo la formula dell’accesso anticipato (si gioca da subito una versione work in progress aggiornata cammin facendo e che dovrebbe venire completata entro il 2020), il curioso esperimento di Atomicrops, titolo a metà tra un sogno bucolico e l’incubo radioattivo. Si tratta di un videogame che idealmente si ricollega al fortunato filone delle simulazioni agricole. Negli ultimi anni, si parla letteralmente di milioni di appassionati che si divertono ad arare i campi e a piantare semenze dallo schermo del computer. Tra le serie storiche la giapponese Harvest moon, nata nel lontano 1996. La stessa famiglia dei Farming simulator, incentrati sulla guida dei trattori, ha tagliato il traguardo del decennale. 

Fino al fenomeno più recente di Stardew valley, che ha fornito una prima ispirazione anche per Atomicrops, dove però le atmosfere agresti prendono una svolta inaspettata. Gli sviluppatori Danny Wynne, Toby Dixon e Joonas Turner hanno infatti innestato le dinamiche della farming simulation in una struttura roguelite piena di quell’azione no-stop alla Enter the gungeon. Altroché tranquillità della vita in campagna. La fattoria del protagonista si trova in uno scenario post-apocalittico invaso da strampalate creature mostruose figlie delle modificazioni genetiche causate dalle radiazioni dell’olocausto nucleare. 
Di giorno si fanno acquisti e ci si organizza con le risorse disponibili, per arrivare il più preparati possibile all’appuntamento con l’imbrunire, quando di notte si deve combattere per difendere sé stessi e le colture dagli attacchi. Perché anche nel futuro devastato di Atomicrops (in inglese suona tipo il raccolto atomico) i sopravvissuti hanno ancora bisogno dei frutti della terra e di qualcuno che se ne prenda cura. Al di là dell’umorismo bizzarro che pervade naturalmente l’opera, nella quale alle fantasmagoriche armi in tema con l’ambientazione fanno eco nemici come lumache mutanti, talpe assassine e girasoli giganti, resta insomma un messaggio, a suo modo, ecologico e molto contemporaneo. 
 

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