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Session, l'università dello skateboarding

 Session, l'università dello skateboarding

di Riccardo Anselmi

28 Settembre 2019, 07:17

Una volta i giochi di skateboard erano addirittura mainstream. Bisogna però fare un salto nel tempo a una ventina d’anni fa quando, oltre ai vari Tony Hawk di Activision che, prima dell’avvento dei social, celebravano su console la generazione Mtv, persino Konami si spinse a infilare in una riedizione di Metal gear solid 2 un mini-game dedicato ai trick con la tavola. Gli ultimi titoli di skateboard di un certo impatto risalgono a una decina di anni fa, con la trilogia degli Skate di Ea: l’accento si spostava dalle evoluzioni impossibili a un approccio più simulativo. Ed è un po’ in questo stesso solco che scava adesso Session: Skateboarding sim game, gioco frutto anche e specialmente della passione sconfinata dei suoi autori per la scena dello skateboard, a cominciare da quelle che vengono ricordate come le epoche d’oro, a inizio anni Novanta e a inizio anni Duemila. 

Si tratta di una produzione fieramente indipendente, finanziata col crowdfunding e autopubblicata dai canadesi crea-ture Studios, per garantire uno stile senza compromessi. Il titolo è disponibile attualmente per Pc via Steam tramite la formula dell’accesso anticipato alla versione work in progress che dovrebbe completarsi nei prossimi mesi, di aggiornamento in aggiornamento. Essendo un videogame tutti possono ovviamene giocare a Session e magari proprio per mezzo del computer innamorarsi dello skate, perché l’aria che si respira è genuina e anche cadendo spesso non si corre il rischio di farsi male. Ma la simulazione di crea-ture mantiene uno spirito duro e puro che si rivolge in primis a chi frequenta abitualmente l’ambiente della tavola. Session è una scuola che diventa pian piano una specie di università virtuale dello skateboarding, dove il piacere nasce dal migliorarsi continuamente e da quelle che agli occhi dei profani potrebbero sembrare piccole cose. Già impratichirsi con le basi, dai semplici salti degli ollie alle scivolate dei primi grind, regala soddisfazione. 

Il merito va all’approfondito lavoro sul sistema di controllo. Anche su Pc bisogna obbligatoriamente usare il joypad (nel senso che mouse e tastiere non sono proprio contemplati): attraverso le due levette si gestiscono in maniera precisa i movimenti dei rispettivi piedi, così da replicare in ogni istante posizioni e le forze che agiscono sulla tavola. Eseguire un flip trick e tutto ciò che viene dopo non è quindi scontato, ma sicuramente appagante. Al momento l’early access si concentra su un assaggio di quella che è la struttura simulativa del videogame. L’ambientazione metropolitana introduce uno degli aspetti open che nei progetti degli sviluppatori cresceranno durante lo sviluppo. Si parte intanto con una riproduzione 1:1 dei luoghi iconici della skate culture di New York, che insieme al grande spazio dedicato all’interno del gioco al montaggio video delle proprie imprese - per studiarle con calma e imparare dagli errori, ma anche raccontarle al mondo in modo cool come avviene oggi sui Youtube con lo skateboarding dal vivo - rappresenta il volto più contemporaneo di Session. 

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