di Riccardo Anselmi
Aspettando la lunga notte di Halloween, ecco dieci titoli tra gli incubi della fantascienza
MOONS OF MADNESS (Rock pocket)
Prima dall’arrivo del buon E.T. di Steven Spielberg, nell’immaginario collettivo gli alieni non erano proprio entità raccomandabili. Non solo perché negli Usa rappresentavano spesso, sotto altre spoglie, l’incarnazione del nemico comunista. L’infinità dello spazio e ciò che nasconde non può che mettere una certa paura. Anzi, quello che lo scrittore H. P. Lovecraft descrive con il mito extraterrestre dei grandi antichi è il profondo terrore dell’uomo verso l’ignoto che ne accompagna l’intera esistenza. L’orrore cosmico narrato dal solitario di Providence nasce dalla presa di coscienza dell’assoluta insignificanza di ciascuno in uno schema universale che si disinteressa degli affanni delle persone, i cui tentativi di comprendere l’inconoscibile non possono che portare alla rovina. Così è anche per la spedizione su Marte al centro di Moons of madness, un’avventura cinematografica in soggettiva di grande atmosfera che si inserisce nel più ampio discorso lovecraftiano di The secret world, con il quale la norvegese Funcom ha imbastito una trama multimediale tra le operazioni occulte di società segrete ed esseri immortali come il mostruoso Cthulhu. La sua influenza si coglie pure nello spazio del videogame dello studio scandinavo Rock pocket, dove per il protagonista incubi e realtà divertano man mano sempre più indistinguibili, in uno spaventoso sprofondare nel vortice della follia. Moons of madness è pubblicato da Funcom per Pc
THE LONG DARK (Hinterland)
Una catastrofe misteriosa e l’inquietudine devastante di trovarsi da soli, in mezzo al nulla, tra i rigori di un paesaggio invernale popolato di orsi e lupi, con gli strumenti tecnologici divenuti, a causa di un’enorme tempesta geomagnetica, inutilizzabili e la necessità di provare comunque a sopravvivere. Il titolo di esordio dello studio indipendente di Vancouver, fondato da Raphael van Lierop, anche direttore artistico, che ha raccolto attorno a sé altri veterani del settore, è un survival in prima persona, dalla spiccata impronta stilistica autoriale, che ha nella potenza della natura, alle latitudini settentrionali del Canada, il nemico principale del protagonista. Non occorrono orde di zombi a metterne a repentaglio l’esistenza. Bastano il freddo, la neve, la fauna selvatica e, in un mondo reso precario e ambiguo, le azioni dei pochi, altri superstiti, che possono rivelarsi un aiuto o una minaccia. Van Lierop si è documentato anche leggendo le relazioni delle spedizioni in Antartide, specie quella sfortunata di Robert Scott, sul cui destino pesarono pure i calcoli sbagliati in relazione alle scorte di viveri. Articolato come una serie tv in episodi, di cui è appena uscito il terzo su un totale di cinque, The long dark diventa subito un’avvincente gara con sé stessi e i propri limiti, in scenari sconfinati, che ricordano l’eroica epopea tra i ghiacci delle storie di Jack London. The long dark è pubblicato da Hinterland Games per Pc, Ps4 e Xbox one
BEHOLDER 2 (Warm Lamp)
L’incubo per gli sviluppatori siberiani si materializza nell’ambientazione distopica, la stessa - stavolta però in 3D - del precedente titolo, Beholder, debitrice delle società oppressive immaginate da Orwell e Huxley o raccontate al cinema da film come Le vite degli altri, con in più le suggestioni di videogame quali This war of mine e Paper, please. Non a caso il colore dominante dello stile grafico da cartoon espressionista è il nero, allusivo alla spersonalizzazione del singolo individuo inghiottito dalla massa, facilmente manipolabile e prona ai voleri del Saggio leader. Il protagonista di Beholder 2 è un neoassunto nel ministero chiave della dittatura, dove si può fare carriera fino ad arrivare all’apice del sistema. Tutto sta nelle scelte compiute dal giocatore, cui spetta decidere se il suo personaggio sia un ambizioso disposto a ogni compromesso, in una lotta spietata con i colleghi, o una spia sotto copertura o un cittadino che a un certo punto decide di ribellarsi rivelando all’esterno cosa si nasconde dietro la facciata della propaganda. Caso per caso cambia il finale della storia. L’avventura ha un taglio strategico nella gestione del fattore tempo, in giornate da trascorrere al lavoro e a casa; del denaro, che si guadagna in vari modi; della propria reputazione, in un regime dove il bene e il male appaiono ribaltati. Beholder è pubblicato da Curve Digital per Pc, Ps4 e Nintendo Switch
DELIVER US THE MOON (Keoken interactive)
Seconda metà del XXI secolo: l’umanità non è riuscita a proteggere la Terra, le risorse si sono esaurite e soltanto la ricerca spaziale, condotta da un’unica agenzia a livello mondiale che riunisce tutti gli Stati, è stata in grado di offrire un’ancora di salvezza, grazie a fonti energetiche scoperte sulla Luna. Il meccanismo però si è inceppato, il globo è piombato nel buio e, trascorsi ormai alcuni anni, tocca al giocatore, indossata la tuta scientificamente avanzatissima di un astronauta, intraprendere la missione per dare un futuro al nostro pianeta. Solo, in compagnia di un piccolo robot, Ase, il protagonista di questo thriller fantascientifico deve raggiungere il satellite per indagare su cosa abbia compromesso l’attività della stazione. Per farlo, bisogna raccogliere indizi, risolvendo enigmi e analizzando le strutture abbandonate, immersi nell’affascinante atmosfera di un ignoto così distante, eppure tanto familiare, col suo stagliarsi ogni giorno nel cielo. A contribuire al senso di tensione continua, la certezza che non esistono alternative: o si ripristina il collegamento con la Terra o cadrà ogni speranza e non ci sarà nessun ritorno. A rendere l’esperienza ancora più immersiva prossimamente è previsto il supporto completo del ray tracing in tempo reale della Geforce rtf, per aggiungere la sensazione di una maggiore verosimiglianza alle passeggiate sul suolo lunare. Deliver us the moon è pubblicato da Wired productions per Pc
THE BEAST INSIDE (Illusion ray studios)
Due storie che si intrecciano sfruttando più registri, in un racconto al di là dello spazio e del tempo che trova un punto d’unione nella fisica quantistica, attraverso un macchinario in grado di rilevare l’ombra lasciata in un luogo da esistenze passate, ma che per Adam e la moglie Emma apre le porte a un incubo tangibile, tra le memorie dimenticate che avvolgono l’antica villa che fa da sfondo a The beast inside. Il videogame è un’avventura in soggettiva scaturita dall’effervescente scena polacca del digital entertainment che si muove a metà tra le atmosfere da thriller e il romanzo gotico. Subito all’inizio, in una stanza campeggiano i ritratti di Edgar Allan Poe e H. P. Lovecraft. Nel presente si segue Adam, criptoanalista della Cia alla ricerca, in piena guerra fredda, del suo Overlook hotel, un posto isolato dove occuparsi con pace e tranquillità di un codice particolarmente ostico da decifrare. Presto però l’attenzione ricade sul diario che racconta strani eventi accaduti a un precedente proprietario, Nicolas, che ha abitato quella magione nel Diciannovesimo secolo. Le vicende dell’uno e dell’altro si alternano di sequenza in sequenza in un indagine verso quello che sembra un destino comune. Per la grafica, gli autori hanno utilizzato la tecnica della fotogrammetria, che dona agli oggetti un aspetto particolarmente realistico. The beast inside è pubblicato da Movie games per Pc
RAGING LOOP (Kemco)
Quello del loop, l’anello temporale nel quale vengono imprigionati i personaggi costretti, come nel film Ricomincio daccapo, a ripetere all’infinito le loro azioni, è uno dei temi cari alla fantascienza. Nella visual novel Raging loop lo ritroviamo associato all’altra grande passione degli sviluppatori, le tradizioni del natio Giappone. La leggenda, al centro dell’intrigante horror psicologico, racconta di un villaggio di montagna, Yasumizu, protetto un tempo da cinque animali dai poteri divini: il sanguinario lupo, la sapiente scimmia, l’onnisciente serpente, il perspicace corvo e il premuroso ragno. Il loro compito era impedire l’arrivo delle creature dell’oltretomba. Furono gli abitanti di Yasumizu a interrompere quest’armonia: stanchi delle sue angherie, uccisero il lupo, contando sull’aiuto degli altri “guardiani”. Da allora, maledetto per l’eternità, il villaggio deve affrontare la vendetta dei lupi, quando periodicamente una nebbia rossa cala ad avvolgere il borgo e ha inizio un banchetto rituale durante il quale gli uomini per sopravvivere devono individuare ed eliminare le belve che si nascondono tra di loro. Ogni notte una persona viene assassinata dai lupi e il giorno successivo colui che viene identificato come lupo è sacrificato dalla folla. Sfortunatamente capita lì, per una serie di imprevisti, un giovane motociclista, costretto a cercare di comprendere il mistero di Yasumizu per riuscire ad allontanarsi dal villaggio, rivivendo la stessa giornata e imparando a ogni resurrezione qualcosa di importante per risolvere l’enigma. Raging loop è pubblicato da Pqube per Ps4 e Nintendo Switch; dal 5 dicembre anche per Pc
DAYMARE 1998 (Invader studios)
In patria, la serie giapponese conosciuta da noi con il titolo Resident evil si chiama, in modo forse ancora più emblematico, Biohazard: i celebri zombi del videogame sono infatti frutto del rischio biologico non calcolato di esperimenti senza scrupoli fuggiti al controllo di una cinica multinazionale, a caccia di nuove, potenti armi. A farne le spese prima gli stessi scienziati, poi l’intera cittadina nei pressi del laboratorio segreto, Raccoon City, letteralmente cancellata da un’operazione militare per evitare che il virus si propaghi altrove. Sono un po’ gli ingredienti che di ritrovano anche nel progetto degli italiani Invader studios, con base a Olevano Romano. Daymare 1998 nasce non a caso dall’iniziativa di un gruppo di appassionati di realizzare un remake amatoriale del cult Resident evil 2. Dopo varie vicissitudini, quell’idea si è evoluta in una vera e propria produzione originale che potesse catturare oggi lo spirito perduto dei survival horror di allora, omaggiando una schiera di videogame che a loro volta recuperavano le atmosfere romeriane della cinematografia di genere. Il nome nasconde già un gioco di parole: 1998 è l’anno di uscita di Resident evil 2, mentre Daymare suona come l’incubo a occhi aperti che sono costretti a vivere i protagonisti della storia, che intreccia più linea temporali e prospettive. Daymare 1998 è pubblicato da Destructive creations per Pc.
TRAVIS STRIKES AGAIN: NO MORE HEROES (Grasshopper manufacture)
Già nel 1982, Tron aveva mostrato al cinema il mondo digitale come uno spazio fisico, immaginando all’interno dei computer addirittura un’intera società, in un racconto in forma disneyana di certe idee del cyberpunk, dove reale e virtuale si sovrappongono continuamente. Qualcosa del genere capita anche all’antieroe di No more heroes che, nel sequel/spin-off Travis strikes again, viene risucchiato dentro una console il cui nome, Death drive mk-II, porta subito alle mente degli appassionati indimenticabili glorie di Sega, casa nipponica negli anni ‘80 e ‘90 simbolo di un modo eclettico e giovane di reinventare il settore. In uno dei suoi tanti tocchi metareferenziali, con i quali si diletta a bucare la quarta parete, il viaggio al di là dello schermo del videoludico guerriero otaku di Goichi Suda, la più punk tra le star del digital entertainment made in Japan, offre l’espediente narrativo per un excursus elettro-pulp nella storia del medium, così come viene ricordata al giocatore dalle memorie in bit dello stesso autore, interessato a creare un ponte esperienziale tra i vecchi coin-op dell’epoca arcade e l’attuale scena indie. Lanciato originariamente per Switch, dove è atteso anche No more heroes III, Travis strikes again: No more heroes è stato adesso rimasterizzato in una Complete edition per Ps4 e Pc. Travis strikes again: No more heroes complete edition è pubblicato da Marvelous per Pc e Ps4.
DRY DROWNING (Studio V)
Una società che rischia di soffocare, dominata da un potere dispotico alimentato dalla necessità di controllare la paura crescente per i più poveri e gli stranieri, veri paria dalle parti di Nova Polemos, la città del futuro immaginato da Studio V, giovane software house toscana, con sede principale a Firenze e un team di sviluppatori under trenta. Ma in Dry drowning il senso di oppressione pesa anche sulle coscienze dei personaggi, perseguitati dai fantasmi di gravissimi errori commessi in passato e dalla scia di sangue dei delitti del presente, forse legati allo stesso assassino che era riuscito a farla franca, favorendo la condanna di due innocenti. C’è un clima di forte ambiguità, dove il bene e il male non si distinguono nettamente, ma si fondono in zone grigie, in questa visual novel made in Italy che guarda un po’ a Nathan Never. Come in Seven le scene dei delitti vengono allestite dall’omicida come se si trattasse di macabri set, ispirati però stavolta ai miti classici, in un viaggio nell’oscurità che il protagonista, un detective vecchio stampo, relegato ai margini, intraprende anche per tentare la sua personale redenzione. La vita, nell’anno 2066, tra gli ologrammi di Nova Polemos, continua a chiedere di compiere scelte in nome dei propri convincimenti, intraprendendo diversi (oltre 150) bivi narrativi che conducono a tre distinti finali. Dry drowning è pubblicato da Vlg publishing per Pc, Ps4, Xbox one e Nintendo switch
THE WALKING DEAD: THE TELLTALE DEFINITIVE SERIES (Telltale)
Circa un anno fa, l’improvvisa chiusura di Telltale ha lasciato sgomenti gli appassionati, in particolare i fan della produzione più famosa portata avanti dalla compagnia. Dal 2012 lo studio californiano era infatti impegnato nella traduzione dell’universo fumettistico (prima ancora che televisivo) di The walking dead in una grande storia interattiva, che proprio in quei mesi si trovava nel vivo della quarta e ultima stagione. L’intervento diretto dell’autore Robert Kirkman attraverso il suo braccio editoriale Skybound ha scongiurato il peggio, con il complesso arco narrativo di Clementine che è riuscito così a giungere, nonostante tutto, alla naturale conclusione. Anche nell’economia dei videogame di The walking dead firmati da Telltale l’ambientazione post apocalittica e gli zombi, benché scenografici e brutali, rimangono in fondo strumenti di un più ampio racconto dall’ottica sociale, che indaga l’animo umano, in grado di sorprendere, nel bene o nel male. È lì che si nascondono spesso i mostri peggiori. The Telltale definitive series comprende in versione rimasterizzata, insieme agli spin-off 400 Days e Michonne, tutte e quattro le stagioni di un toccante racconto di formazione nel mondo devastato di The walking dead in cui si assiste alla crescita fisica e morale della piccola Clem, da comprimario ad assoluta protagonista. The walking dead: The Telltale definitive series è pubblicato da Skybound per Pc, Ps4 e Xbox one.
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