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Made in Japan. Konami riparte dai remake. Dopo Silent Hill 2, questa settimana debutta lo spettacolare Metal Gear Solid Delta: Snake Eater

Made in Japan. Konami riparte dai remake. Dopo Silent Hill 2, questa settimana debutta lo spettacolare Metal Gear Solid Delta: Snake Eater

di Riccardo Anselmi

29 Agosto 2025, 16:03

Per chi ha vissuto l’epoca eroica della prima Playstation o soprattutto di Playstation 2, quando il digital entertainment cominciava a sognare in grande, Konami resta un amore di gioventù difficile da dimenticare. Sarebbe stato un peccato perderla in ragione di altri business (in patria è un colosso dei pachinko, sorta di slot machine), come hanno temuto i fan per un certo periodo. Invece, per la gioia degli appassionati di videogame, la cara Konami, icona del Made in Japan, è tornata a illuminare la scena. Passo dopo passo, affidandosi ancora alle serie cult che l’hanno resa famosa: l’evoluzione free-to-play di eFootball (il vecchio Pes) continua a fare un po’ storia a sé, ma Silent Hill e Metal Gear Solid sono al centro di un’operazione revival importante, orchestrata con estrema cura. La rinascita, per entrambe, parte da un remake. Quello di Silent Hill 2, affidato al talento del polacco Bloober Team, e ora lo spettacolare rifacimento di Metal Gear Solid 3, diventato Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, al quale per un caso del destino ha collaborato Virtuos: la trama di Metal Gear Solid 3 prende infatti avvio dalla cosiddetta Virtuous Mission che nel 1964 porta Naked Snake oltre la cortina di ferro, chiamato a un delicato incarico di salvataggio in territorio sovietico per conto della Cia. Con uffici in tutto il mondo e migliaia di dipendenti, Virtuos riunisce forse i più accreditati ghost writer della programmazione, dietro le quinte di molti successi, dall’iniezione di contenuti e patch per Cyberpunk 2077 di Cd Projekt a The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered al fianco di Bethesda.

Similarmente all’Oblivion next-gen, anche Metal Gear Solid Delta: Snake Eater costituisce un rifacimento fedelissimo, in pratica una copia esatta 1:1 dell’originale, all’interno di una cornice aggiornata alle più recenti tecnologie, nello specifico l’Unreal Engine 5 che ha permesso di ricostruire daccapo il gioco, donandogli in definitiva un diverso impatto capace di sovrapporsi però come per magia ai ricordi, creando un piacevole cortocircuito tra le pieghe della memoria. Quello che, per scelta e per necessità, in Metal Gear Solid 3 (2004) era il disegno poligonale stilizzato dei primi anni Duemila e di Playstation 2, più vicino a un anime o a un manga, in Metal Gear Solid Delta: Snake Eater si trasforma nel fotorealismo cinematografico dell’attuale generazione Pc, Ps5 e Xbox Series spinto ad altissimi livelli. Non c’è momento che non lasci a bocca aperta, ma a guadagnare sostanza è specialmente lo scenario, concepito fin dal principio come perno dell’episodio in una lotta per la sopravvivenza tra i pericoli e le sfide del contesto naturale selvaggio, dove non si può fare affidamento se non sulle proprie forze e serve persino procacciarsi il cibo. Foreste, montagne, fiumi, paludi, la luce… Flora e fauna sono realizzati in maniera stupefacente, non si è mai osservato qualcosa del genere e aumenta davvero in modo impressionante il coinvolgimento, immergendo in un ambiente vivo ricchissimo di dettagli, il quale fa sfondo quasi allegorico al cammino di iniziazione di Snake, che in Metal Gear Solid 3 – un prequel – pone le basi per l’intera saga. Da cui probabilmente l’idea di ripartire da qui, un capitolo che per parecchi aspetti rappresenta l’apice della serie e che risulta perfettamente godibile come esperienza indipendente, per ristudiare, a metà tra l’ingegneria inversa e l’amanuense, i fondamentali dei Metal Gear Solid ipotizzando, chissà, una più ampia prosecuzione della saga anche senza l’apporto dell’autore Hideo Kojima.

I videogame classici si possono comunque recuperare rimasterizzati per mezzo della Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1, che contiene Metal Gear (1987), Metal Gear 2: Solid Snake (1990), Metal Gear Solid (1998), Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty (2001) e Metal Gear Solid 3: Snake Eater (2004) insieme ai motion comics Metal Gear Solid: Digital Graphic Novel, Metal Gear Solid 2: Bande Dessinée e a vari extra, cui si spera si aggiungerà presto un Volume 2 con le rimanenti uscite, non tanto per l’ultimo Metal Gear Solid V: Phantom Pain (2015), disponibile sugli hardware odierni, ma per gli episodi portatili, come Peace Walker (2010), e in primis per Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots (2008), un’esclusiva Playstation 3 che senza quella console non si può giocare oggi. Pur limitandosi essenzialmente a ricalcare l’originale fotogramma per fotogramma, qua e là Metal Gear Solid Delta: Snake Eater prova già a guardare avanti, ritoccando e rinfrescando determinati elementi, quali i menu, i comandi o la gestione della telecamera, nell’ottica di un feeling più moderno e immediato. Se il buon giorno si vede dal mattino, Metal Gear Solid potrebbe essere al suo punto di svolta e seguire le orme di Silent Hill che, dopo il fantastico remake di Silent Hill 2 e in attesa del futuro rifacimento del primo Silent Hill, in settembre accompagnerà nel Giappone di Silent Hill f, un prossimo episodio totalmente inedito che mancava dagli schermi da più di dieci anni: oltre a essere il capitolo di Silent Hill più nipponico di sempre, sembra avere tutti gli ingredienti per colpire nel segno.

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