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Smart working, digitalizzazione, infrastrutture: le sfide del dopo Covid

Smart working, digitalizzazione, infrastrutture: le sfide del dopo Covid

di Monica Tiezzi

30 Gennaio 2022, 03:01

Lo smart working, la disoccupazione, le diseguaglianze economiche e sociali, la digitalizzazione, la formazione, le infrastrutture, la sfida della sostenibilità.

Sono alcuni dei temi trattati nel denso incontro online «L'economia post Covid - Prospettive, rischi e opportunità» organizzato dal laboratorio di impegno civico «Officina». A confronto la segretaria provinciale Cgil Lisa Gattini, l'ingegnere Giampaolo Dallara, fondatore della Dallara Automobili, il docente di economia politica Augusto Schianchi e il direttore del Cepim, e sindaco di Bedonia, Gianpaolo Serpagli.

Tutti concordi nel dire che non siamo (ancora) alla fine di un mondo - come molti apocalittici amano ripetere - ma che indubbiamente il Covid ha acuito problemi e disparità, e accelerato cambiamenti, presenti anche prima del virus.

Per Schianchi la sfida maggiore è il cambiamento culturale. «Si è visto, ad esempio, con lo smart working, che nella maggior parte dei casi si è tradotto in un semplice telelavoro. Ma lo smart working significa che il lavoratore diventa imprenditore di se stesso: è un contratto di risultato e non di presenza. Un nuovo paradigma che impone interventi radicali sulla formazione e la scuola per una sostenibilità che sia ambientale ma anche umana e non escluda dal lavoro una fascia crescente di popolazione».

Sull'importanza della formazione, in un mondo in tumultuoso cambiamento soprattutto nel dopo pandemia, insiste anche Dallara, fondatore di un'azienda «dove l'85% degli utili restano in azienda per investire in attrezzature e conoscenza», rivendica. Per Dallara la formazione continua è imprescindibile perché non si accentuino le diseguaglianze e perché le aziende restino competitive. «Si è visto con la dad, che ha messo in evidenza le disparità economiche e culturali: alcuni studenti non avevano un pc e, una volta ottenuto, facevano fatica ad usarlo. La mia impressione è che ancora non ci sia una filiera pronta per questo apprendistato permanente. Se non affrontiamo questo tema, così come quello della sobrietà e della sostenibilità, ci dobbiamo preoccupare seriamente di gestire il declino».

Ci stiamo riprendendo dagli effetti del lockdown, premette Gattini, ma restano problemi strutturali gravi. «Manca da un ventennio la stabilizzazione del lavoro. La prevalenza di contratti a termine, che non danno continuità, impedisce l'attività di sviluppo, formazione e attaccamento valoriale da parte dei lavoratori». A questo si aggiunge il colpo dato dal Covid alla già traballante occupazione femminile. «Nel 2020 hanno perso il lavoro in Italia 99 mila donne. Se aggiungiamo il problema della disparità salariale, che una sola legge ad hoc non può bastare a risolvere, capiamo quanto stiamo perdendo in spinta all'economia e crescita del Pil».

Si sofferma su infrastrutture e digitalizzazione Serpagli, nella doppia veste di direttore Cepim e sindaco. «Soprattutto nel lockdown, la logistica è stata stravolta: abbiamo visto stuoli di corrieri consegnare merci a domicilio. Il contrario della svolta green che tutti auspichiamo e che ha messo in atto, ad esempio, Barilla, spostando su treni il trasporto merci prima garantito da 300 mila camion - dice Serpagli - Ma mancano le infrastrutture e la rete Fsi è ancora inadeguata. Anche l'interporto di Parma, il settimo in Europa, deve essere sponsorizzato dalla città, se vogliamo essere competitivi e non cadere in una logistica dove vige il precariato».

E non sono solo il settore delle infrastrutture e quello privato a doversi preparare al cambiamento. «Le pubbliche amministrazioni non sono pronte alla digitalizzazione: per anni abbiamo bloccato il turnover e ci troviamo con amministrazioni ridotte all'osso e personale che svolge più funzioni. Abbiamo delegato la digitalizzazione ai privati, ed è stato positivo, ma ora non c'è tempo per la formazione di un personale che, nella maggioranza dei casi, è prossimo al pensionamento».

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