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LA STORIA

Francesca, Maurizio e l'insolita start up «made in Bore»

Francesca, Maurizio e l'insolita start up «made in Bore»

di Monica Rossi

30 Gennaio 2022, 03:04

Spuntano come funghi (benché ancora rari), le start up capaci di andare oltre la dicotomia che si spera diventi obsoleta «borgo uguale abbandono-città uguale carriera». Succede anche nel Parmense e l’impresa che sorprende tutti è quella avviata a Bore, piccolo comune della Valceno con poco meno di 700 anime. Qui, Francesca Coppellotti, emiliana classe 1978, con il marito Maurizio Pinto (49enne piemontese) hanno dato il «la» a «Byoo». Che cosa fanno? «Smoothies» tascabili (sotto spieghiamo di che cosa si tratta) con frutta e verdura crioessiccate. Scelta insolita? Sì e no. La pietra miliare della loro avventura imprenditoriale risale al 2014, quando sono partiti alla volta di Essaouira in Marocco con una grande valigia e un estrattore: qui hanno fondato il marchio «Yoo» e aperto un juice bar e ristorante vegetariano.

Quattro anni dopo, sono a Marrakech con un altro ristorante e un laboratorio per la produzione di estratti di frutta e verdura. «Nel 2019 – racconta Francesca -, alla notizia che presto saremmo diventati genitori, la decisione di rientrare in Italia per far crescere nostro figlio vicino ai nostri genitori». Scelgono Bore, perché qui ha radici la famiglia di Francesca, già titolare della rinomata «Trattoria Ferrari» dei nonni materni. «Se non fosse arrivata la pandemia, avremmo “semplicemente” aperto un altro locale come quelli in Marocco e s’era pensato di farlo all’isola d’Elba. Ma c’era il Covid. Leggendo un articolo sulla crioessicazione, a Maurizio gli si è accesa una lampadina: perché non trasformare i nostri smoothies in ricette tascabili?».

Così, dopo tanta ricerca e grazie a una partnership con la Liocreo di Faenza, «abbiamo sviluppato un prodotto innovativo, utilizzando lo stesso processo che viene usato per conservare il cibo degli astronauti». Si tratta di liofilizzati di frutta e verdura senza zuccheri aggiunti e senza coloranti o conservanti, cui basta aggiungere l’acqua. «L’e-commerce ci ha dato una mano preziosa e così oggi vendiamo i nostri “Labevi”, che hanno la missione di rendere facile e pratico per tutti il consumo delle cinque porzioni di frutta e verdura quotidiane consigliate da Oms».

Certo, vivere in montagna non è facile. «Le comodità sono poche e i servizi essenziali scarseggiano. Ma la vita nei piccoli borghi ti tempra, ti rinforza, ti mette addosso la voglia di cambiare, migliorare, talvolta di andartene – dice Francesca -. I nostri Appennini hanno visto partire gli emigranti, con valigie colme di sola speranza. Tanta gente se n’è andata per cercare una vita migliore». E tanta è tornata, come Francesca e Maurizio.

«Bore ci è sembrato il posto migliore dove gettare le basi del nostro futuro. Anzi, abbiamo nel cassetto altri due progetti, ma per ora procediamo a piccoli passi».

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