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A gennaio c’è stata una fiammata del carovita, al top da 26 anni. Secondo i dati diffusi recentemente dall’Istat, l’inflazione è al 4,8%: mai così alta dal 1996. A trainare al rialzo il dato sono soprattutto i prezzi dei beni energetici regolamentati, con una crescita annua del 38,6%. Ed è proprio all’aumento delle bollette di gas e luce che guardano con preoccupazione i parmigiani.
«Quando arriveranno le bollette, ci accorgeremo eccome dell’inflazione - riflette Franco Ferrari, pensionato -. Al supermercato è diverso, ci sono sempre delle offerte. Poi acquisto solo lo stretto necessario, e comunque soltanto ciò che mi interessa davvero. Inoltre, se le catene vedono che c’è un calo di vendite, possono capire che aumentare troppo i prezzi non conviene neppure a loro». «Sugli alimentari ci si salva praticamente sempre - conferma un amico che chiacchiera con Franco in piazza Garibaldi - invece, quando la bolletta arriva, lì non c’è rimedio. Io vivo solo, e penso che questi aumenti peseranno soprattutto sulle famiglie. Specie chi ha figli». «Anch’io vivo da solo. Però questo aumento generale dei prezzi lo sento bene - aggiunge Mauro Ferrari -. La pensione recentemente è un po’ aumentata, però non è un aumento consistente. Ma lo sa qual è l’unica cosa a cui la gente non rinuncerebbe mai, neppure se aumentasse a dismisura? Il telefono! Anche se raddoppiassero i costi, la gente spenderebbe lo stesso per continuare ad averlo e usarlo».
In Piazza, parlando di aumento dei prezzi e di inflazione, come sottolinea Francesco M., «gli umori sono neri. Se l’inflazione era rimasta al massimo all’1, 1,5%, ora supera il 4%». Francesco prosegue: «Mi sono arrivate le bollette. Di acqua e gas ho speso 430 euro in tutto. Vivo da solo, e i miei consumi non sono aumentati. Sono i prezzi ad essere cresciuti spaventosamente, anche al supermercato. Essendo un single spendo meno rispetto ad una famiglia, ma fatto sta che questi aumenti sono una botta. La cosa peggiore è che secondo me, quando a fine anno i prezzi dovrebbero calare, li lasceranno alti». «Gli umori sono proprio neri - conferma Elio P. -: è aumentato tutto. E gli aumenti peseranno sul bilancio delle famiglie, già colpito dalla pandemia». «L’energia elettrica è aumentata troppo - dice Maria Chiara -. Dovrebbe esserci una tariffa fissa nazionale, che venga garantita sia per le attività che per i privati. Invece gli aumenti sono andati principalmente su benzina, gas e luce. Il peggio è che nessuno ci mette la faccia, così finisce che la gente se la prende con chi gli vende il caffè, il giornale o con chi sta alla cassa del supermercato. Che il governo, o il “signor Enel”, ci mettano la faccia e forniscano tariffe chiare. Il prezzo del carburante lo vedo esposto alla pompa di benzina, e in base a quello posso scegliere se andare a far rifornimento lì o altrove. Invece le bollette sono sempre meno trasparenti, e i fornitori di luce o gas è come se li “sposassi”: una volta scelto uno non è possibile cambiarlo velocemente. Bisognerebbe snellire la burocrazia per i cambi di gestore, e dovrebbero smetterla di aumentare le materie prime a cui non si può rinunciare. Chi è che adesso spegnerà la luce in casa per risparmiare? Nessuno».
Un po’ di preoccupazione l’hanno anche le famiglie giovani. Una mamma, a passeggio per il centro spingendo una carrozzina con il figlio piccolo, spiega: «Questi aumenti in bolletta li sentiamo eccome. Ma cosa vuole farci? Per un po’ ci limiteremo e compreremo solo il necessario. Cosa faremo in futuro? Si vedrà». Per il momento, alcuni esercizi commerciali in città hanno dovuto decidere di aumentare i prezzi per far fronte agli aumenti legati all’inflazione. «Dal 7 febbraio, a causa dei rincari generalizzati di cui siamo vittime - si legge in un cartello affisso a firma dello staff del “Botanic” in Ghiaia - ci vedremo costretti ad aumentare il prezzo di tutto ciò che riguarda la caffetteria di dieci centesimi. Ci scusiamo per questo disguido (speriamo momentaneo)».
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