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DENATALITA'

Italia, crollano i nuovi nati ma a Parma i bebè resistono

In 20 anni i nuovi nati (7,3 ogni mille abitanti) sono scesi del 13,1%, contro una media nazionale del 27,7%

Italia, crollano i nuovi nati ma a Parma i bebè resistono

di Luca Molinari

09 Febbraio 2022, 03:01

A Parma le nascite calano meno che nel resto d'Italia. Negli ultimi vent'anni i nuovi nati (7,3 ogni mille abitanti) sono scesi del 13,1 per cento, contro una media nazionale del 27,7 per cento. Non si tratta di dati particolarmente positivi, ma è innegabile che il nostro territorio abbia saputo limitare meglio che altrove il vero e proprio crollo della natalità registrato a livello nazionale.

Le culle perse

In Italia il tasso di natalità del 2020 è calato di circa il 28 per cento rispetto all'inizio del millennio, che significa 125.550 nuovi nati in meno nell'arco dell'anno. Le nascite in realtà erano continuate a salire fino alla crisi del 2008, poi il crollo. Un trend che la pandemia non ha interrotto, ma amplificato ulteriormente.

Analizzando i dati dei singoli territori pubblicati dal Sole 24 Ore, emerge che a Barletta Andria Trani i nuovi nati iscritti all'anagrafe ogni mille abitanti sono il 40 per cento in meno rispetto a vent'anni fa. Assieme a Parma, le altre città che resistono meglio al calo sono Trieste e Bolzano. La provincia altoatesina risulta quella con il tasso di natalità più alto del Paese (9,7 nati ogni mille).

Guardando alle altre città della regione, emergono grandi differenze. Una delle più significative è quella con la vicina Reggio Emilia, dove il calo di nascite registrato negli ultimi vent'anni è pari al 31,4 per cento. Il dato peggiore è invece quello di Rimini (-33,3 per cento). Si piazzano a metà classifica Modena (-27,8 per cento), Forlì (-26,4 per cento) e Ravenna (-25 per cento). Va meglio a Bologna (-22,7 per cento), Ferrara (-21,2 per cento) e Piacenza (-17,3 per cento).

Come invertire la tendenza?

Matteo Manfredini, professore associato di Demografia del nostro Ateneo, sottolinea come siano necessarie analisi approfondite per valutare le ragioni del risultato ottenuto dal nostro territorio. «A Parma - osserva - la denatalità ha avuto un impatto meno negativo rispetto al resto d'Italia, ma anche a realtà molto vicine. Ad esempio nel 2002 a Parma c'erano circa 8 nati ogni mille abitanti, mentre a Reggio Emilia 10,5. Forse il calo si è sentito maggiormente a Reggio Emilia perché in passato quel territorio poteva contare su una popolazioni migrante più numerosa e per ragioni legate al tipo di economia del territorio, che ha risentito maggiormente della crisi rispetto a Parma».

Il calo delle donne in età fertile porterà ad un ulteriore calo delle nascite nel prossimo futuro. «Per aumentare la natalità - rimarca lo stesso Matteo Manfredini - sono necessari una serie di interventi da parte dello Stato per conciliare lavoro e maternità, incrementare sensibilmente l'assegno familiare, ma soprattutto aumentare i servizi per le famiglie, per facilitare la gestione dei figli».

«Una speranza per il futuro»

Positivi i commenti delle istituzioni del territorio. «Si tratta di una notizia positiva, che ci fa ben sperare per il futuro - commenta Ines Seletti, assessore comunale ai Servizi Educativi -. A livello cittadino solitamente riusciamo ad azzerare le liste di attesa dei nidi entro gennaio. La Regione inoltre ha introdotto una serie di agevolazioni per azzerare o ridurre fortemente le rette dei nidi».

«I dati della statistica della popolazione, in particolare quelli del saldo migratorio, confermano l’attrattività del nostro territorio – commenta il Presidente della Provincia Andrea Massari – grazie al tessuto economico, ma soprattutto ad una fitta ed estesa rete di servizi pubblici (scuole, sociale, trasporti, sport, cultura) che tutti gli enti locali concorrono a tenere ai massimi livelli creando condizioni di vita e di benessere diffuso».

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