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FORNOVO

Pestati davanti al Gadda da un gruppo di ragazzi più grandi : naso rotto

Pestati davanti al Gadda da un gruppo di ragazzi più grandi : naso rotto

di Monica Rossi

09 Febbraio 2022, 03:01

Fornovo - Ragazzi che picchiano ragazzi a scuola e fuori dalla scuola. Un copione purtroppo logoro che si ripete quasi dalla notte dei tempi e che oggi molti genitori paventano quando i figli vanno alle superiori e sono a tutti gli effetti soli, senza sorveglianza nel tragitto casa-istituto scolastico-casa.

Il bozzolo protettivo dell’età delle elementari e delle medie, si sa, si sbriciola quando gli adolescenti devono fare i conti con i ragazzi più grandi e, a volte, con situazioni sociali al limite. Da lì in poi, infatti, è anche una questione di fortuna e le regole non le dettano le famiglie. Non fa eccezione l’ultima storia segnalata alla «Gazzetta», che pur non essendo recentissima ha ancora degli strascichi perché apparentemente si ripete non appena suona la campanella e gli scolari escono per tornare a casa.

Ma andiamo con ordine. Luca e Marco (nomi di fantasia), che frequentano l’istituto «Carlo Emilio Gadda» di Fornovo, sono due ragazzi che hanno subito una pesantissima aggressione poco fuori dall’edificio scolastico, con traumi tali da richiedere l’accesso in Pronto soccorso e le cure del caso. «Quel giorno, erano in sei e tra questi c’erano anche dei maggiorenni, che a quanto ci è stato detto sono venuti appositamente da Parma per dare man forte per pestare l’amico di mio figlio, reo pare di aver “offeso” uno di loro – racconta il padre di uno dei due ragazzi -. Quando mio figlio ha cercato di difendere l’amico preso a pugni, hanno picchiato anche lui arrecandogli traumi gravissimi (trai quali la frattura del naso, ndr). Le conseguenze di quel pestaggio le stiamo ancora pagando. Abbiamo subito avvisato la scuola: non capiamo perché la preside non abbia preso una posizione e ancora oggi non intervenga allertando le forze dell’ordine. Sa bene cosa succede quando suona la campanella, ma ne fa una questione di competenze».

La famiglia lamenta insomma il totale disinteressamento della dirigenza scolastica e delle istituzioni, visto che l’episodio è tutt’altro che chiuso ed è stata sporta regolare denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma.

«Quel gruppo sa di essere nei guai, ha paura delle conseguenze e per questo i nostri ragazzi stanno subendo pressioni perché non facciano nomi – continua la famiglia di una delle due vittime -: quando escono da scuola, riferiscono di avere gli occhi di un gruppo puntati addosso e fanno minacce tutt’altro che velate».

Raggiunta in merito a quanto accaduto, la preside del «Gadda» spiega che i fatti non sono avvenuti in istituto. «Io rispondo di quanto succede tra le mura scolastiche – riferisce infatti la dirigente Margherita Rabaglia – e per quanto riguarda la mia scuola posso garantire che non abbiamo mai dovuto prendere provvedimenti per atti di violenza fisica perpetrata ai danni di altri studenti. Nella nostra realtà non si verificano nemmeno episodi di bullismo, o perlomeno non mi sono mai stati segnalati. So però che in paese si palesa spesso un gruppo che viene da fuori, mi dicono da Parma, e sono per lo più ragazzi grandi. Ma non frequentano l’istituto che dirigo e dunque sono fuori dalla mia giurisdizione. Sono certamente altre le istituzioni che devono intervenire per sanare, se possibile, una situazione che certamente non depone a favore di Fornovo».

Il padre di uno dei due ragazzi aggrediti afferma di aver anche segnalato alle autorità che non mancano episodi di spaccio nell’area antistante l’istituto. «È sotto gli occhi di tutti: nel parcheggio vicino alla scuola, arriva spesso lo spacciatore di turno e c’è anche il palo nel caso arrivassero i carabinieri». Insomma, mentre gli occhi e le coscienze dei più sono puntati sui fenomeni purtroppo crescenti di bullismo e cyberbullismo (si è infatti appena tenuta la Giornata nazionale istituita su iniziativa del Miur e i dati sono sempre più allarmanti tanto che in Italia a subire violenze sarebbe un adolescente su due), il rischio è che si perda di vista quanto succede fuori dalle mura delle superiori, in quella che rischia sempre più di diventare terra di nessuno tra scuola e casa.

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