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Sostituzione di persona per la patente, patteggiano in due

di Roberto Longoni

10 Febbraio 2022, 03:01

Quando gli consegnarono la patente con il suo nome in bell'evidenza, ma con la fotografia dell'altro che aveva sostenuto l'esame in vece sua, ci restò male. D'accordo, era stato ringiovanito di una dozzina d'anni, ma lui in quel volto non ci si ritrovava proprio. E al primo posto di blocco per strada sapeva bene di rischiare di essere smascherato. Più ancora del fatto di non sentirsi preparato al volante, a fargli tremare il piede sulla frizione era il pensiero della paletta che cala davanti al parabrezza seguita dal classico «favorisca i documenti, prego». Così, provò ad aggirare l'ostacolo aggiungendo all'imbroglio macchinato per l'ottenimento della patente una falsa denuncia di smarrimento. Ma erano tutte destinate a essere bugie dal corto chilometraggio.

Protagonisti di questa vicenda due immigrati. Il primo, oggi 27enne, di origini pakistane, abita in provincia di Bergamo, il secondo, nato 39 anni fa in India, è residente a Parma. Il più giovane, all'epoca dei fatti, ossia nel gennaio dello scorso anno, era fornito di patente, l'altro invece era appiedato. Un serio lavoratore, quest'ultimo, che non aveva mai avuto prima incontri ravvicinati con la giustizia, ma alle prese con due soli problemi ai suoi occhi insormontabili: l'esame di teoria e poi quello di pratica necessari per ottenere la licenza di mettersi al volante di un veicolo.

L'altro - non è chiaro se sia un amico di vecchia data o qualcuno conosciuto proprio per aggirare questa impasse - si offerse per cavarlo d'impiccio. Si presentò alla Motorizzazione a nome suo e superò sia l'esame a base di quiz che quello con la prova su strada. Riuscendo, il 27 gennaio del 2021 anche a passare, lui pakistano, per l'indiano e a ottenere la patente. Sembrava fatta, se non fosse stato per la fotografia. «Al primo controllo a mascherina abbassata, scopriranno che non sono io» cominciò a dirsi il 39enne.

Il pensiero divenne un'ossessione, fino a quando l'uomo non si convinse di aver trovato la scappatoia. Ai primi di marzo del 2021, si presentò ai carabinieri denunciando lo smarrimento della patente. Non è dato sapere se abbia portato con sé dei ritratti formato tessera da apporre sul nuovo documento o se si sia detto pronto a fornirli. Fatto sta che il controllo tanto temuto dal 39enne avvenne non per strada, ma in caserma, con tutta la calma del caso.

Bastò un accesso all'archivio informatico della Motorizzazione, per scoprire che la patente della quale si denunciava lo smarrimento (a sua volta falso) era stata ottenuta con una sostituzione di persona. Immediata scattò la denuncia, e nei guai finì anche il giovane che aveva prestato la propria opera (oltre al volto) perché l'indiano passasse l'esame. Ieri il 27enne e il 39nne davanti al Gup hanno patteggiato dieci mesi di reclusione con pena sospesa. Non era necessario sapere leggere i segnali, per capire che si erano avventurati in una strada senza sbocco.

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