Testimonianza
Forse stanno ancora correndo i ladri messi in fuga dalla donna (sola) alla quale volevano svaligiare la casa a Eia. «Hanno commesso due errori imperdonabili - racconta lei -. Di svegliarmi quando avrei potuto dormire ancora una mezz'oretta e di rischiare di far fuggire i miei gatti». Troppi e troppo amati i mici nella bifamiliare presa di mira, perché i topi d'appartamento potessero trovarsi a loro agio. Troppo reattiva la proprietaria: la sua furia felina deve averli terrorizzati.
L'incursione è avvenuta ben prima dell'alba di sabato, quando in genere chi se lo può permettere si gode ancora il sonno profondo. Serena, invece, come gli amati felini, specie a quell'ora dorme con un occhio solo. «Alle 5 sarebbe suonata la sveglia» spiega lei, 46enne, operatrice informatica impegnata in turni da remoto: alle 6 avrebbe dovuto prendere servizio. «Non è escluso però che i ladri immaginassero di trovare la casa vuota. Forse pensavano fossi anch'io con il mio compagno che proprio venerdì era partito».
Oltre che con un occhio, Serena dorme con un orecchio solo. «Ho captato dei rumori dal piano terra - racconta -. Il divano al piano di sotto lo copriamo con il cellophane, per evitare che uno dei mici ci faccia pipì sopra. Nel sonno sentivo lo sfrigolio prodotto dai fogli di plastica quando sono schiacciati: ho pensato che un gatto zampettasse sul divano». Non era così.
Poco dopo, Serena ha avuto l'impressione di scorgere una luce. E poi di sentire il cuoricino di legno appeso alla maniglia battere contro la porta della stanza. In realtà, quello è stato il terzo errore: i ladri in camera cercavano i gioielli, senza sapere che erano stati rubati sette anni fa.
«Aperti gli occhi, ho visto una mano sulla maniglia illuminata dalla torcia di un cellulare. La porta, bianca, rifletteva anche il volto dello sconosciuto sulla soglia della mia camera. Ho subito pensato che chi era entrato doveva averlo fatto attraverso una finestra magari lasciata aperta. I gatti, mi sono detta: se fuggono, chi li ritrova poi?». Il malvivente ha fatto appena in tempo a muovere un passo all'interno della stanza: poi per lui sarebbe cominciata una precipitosa ritirata. «”Ma porca miseria, dormivo!” ho gridato senza pensarci, aggiungendo subito dopo: “La finestra!”. Ho acceso la luce e sono saltata giù dal letto». Anche il giovane di fronte a lei, magro, occhi azzurri, biondiccio, ha gridato qualcosa non si sa bene in quale lingua, nel suo repentino dietrofront: un po' per lo spavento, un po' per avvisare il complice rimasto al piano terra. Intanto, si è lanciato giù per le scale, e Serena dietro. L'avrebbe anche raggiunto, se non avesse inciampato tra i gradini. «Meglio così - sorride ora -. Intanto, mentre correvo, cercavo di vedere dov'erano i gatti. Una, la più paurosa, dormiva di sopra con me, un altro era sotto la poltrona. Ne mancava uno...». Il meno preoccupante: un micione di 8 chili che per fargli prendere il largo ce ne vuole. Alla fine, si scoprirà che a sua volta si era rintanato sotto la poltrona.
Serena ha inseguito i ladri fino oltre la portafinestra. «Hanno raggiunto la strada saltando la siepe. Intanto, ho sentito sgommare un'auto. Si vede che i ladri erano in tre». Rientrata in casa, la donna ha chiamato il 112 («Sono stati i carabinieri poi a individuare il piccolo segno sulla portafinestra forzata»). Poi ha capito che cos'erano i rumori del cellophane. «Sul divano c'era la mia borsa. Era stata svuotata e riempita di nuovo. Mancavano solo i soldi, un paio di centinaia di euro: tutto il resto era stato rimesso in ordine. Erano stati anche gentili». Per essere poi messi alla porta(finestra) in quel modo.
Roberto Longoni
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