×
×
☰ MENU

Familiari e colleghi: «Vergogna»

Medici morti di Covid, no ai ristori

Medici morti di Covid, no ai ristori

di Monica Tiezzi

17 Febbraio 2022, 03:01

Sono stati eroi per una breve stagione, i medici che combattevano il virus a mani nude (spesso senza mascherine, guanti e gel) nella prima ondata Covid. Così - facendo da specchio ad un clima che sembra cambiato in tutto il Paese - venerdì al Senato non è passato il provvedimento per i ristori alle famiglie dei medici morti per Covid dall'inizio della pandemia.

Il subemendamento 2.1500/32 doveva sanare una discrepanza di trattamento fra medici dipendenti del sistema sanitario nazionale (i cui familiari possono ricevere un ristoro Inail, sia pure a fronte di procedure complesse) e quelli non dipendenti, non indennizzabili dall'Inail per un diverso sistema assicurativo. E proprio questi ultimi (soprattutto medici di base e guardie mediche) rappresentano oltre la metà dei 369 medici morti per Covid dall’inizio della pandemia in Italia.

A Parma e provincia, confrontando gli elenchi dell'Ordine dei medici e quelli Ausl, risultano nove medici caduti nella lotta al Covid.

La moglie di uno di loro - che chiede l'anonimato - parla di una «ingiusta disparità di trattamento fra i medici in convenzione, come era mio marito, e i dipendenti delle aziende sanitarie. Penso a tante famiglie monoreddito, con figli, e non trovo umana questa decisione. Ma non voglio credere nell'ottusità della politica e sono speranzosa che qualcosa verrà fatto», conclude.

Un ristoro alla famiglia di Giuseppe Finzi, indimenticato medico ospedaliero fra i primi caduti nella guerra al virus, è arrivato, assieme agli aiuti dal fondo ad hoc istituito dalla famiglia Della Valle. Ma la figlia Maria Chiara, anch'essa medico all'ospedale Maggiore, stigmatizza la decisione del Senato: «Un brutto segnale dalla politica, che del resto da anni taglia posti di lavoro e stipendi nella sanità pubblica. È cambiato il clima nel paese: siamo passati da eroi a carnefici, criticati ed attaccati, ad esempio, dai no vax» aggiunge con amarezza.

«La bocciatura, in Senato, del subemendamento al DL “Proroga dello stato di emergenza” che prevedeva ristori per le famiglie dei medici non convenzionati Inail e morti per il Covid, ci indigna ma non ci stupisce, purtroppo - dice Pierantonio Muzzetto, presidente dell'Ordine dei medici di Parma - Una decisione in linea con il comportamento irriconoscente verso la categoria. Mentre in altri Paesi sono stati istituiti riconoscimenti per l’impegno, l’abnegazione, il sacrificio e lo spirito di servizio dei medici e delle altre professioni sanitarie che a vario titolo hanno contribuito, in prima linea, a combattere prima ed arginare poi la pandemia, qui in Italia tutto è finito nel dimenticatoio. Nessun ristoro economico potrà risarcire la mancanza di un affetto e di una risorsa preziosa per l’intera società, ma sarebbe comunque stato apprezzato come segno di gratitudine e vicinanza».

«Amarezza, rammarico e delusione. Neppure un minimo di ristoro a vedove, vedovi e figli - aggiunge il vicepresidente dell'Ordine dei medici, Mario Scali - Abbiamo assistito ad un vero e proprio sacrificio, a professionisti che non si sono mai tirati indietro, onorando il giuramento di Ippocrate, anche in assenza dei dispositivi basilari di sicurezza».

Chi non si rassegna alla decisione del Senato è lo Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), che ha lanciato una petizione online sulla piattaforma change.or chiedendo «a gran voce alle istituzioni un ripensamento per porre fine a questa ingenerosità di stato!».

Una decisione «scandalosa», rincara il presidente di Snami Parma, Antonio Slawitz: «Spero che il governo ci ripensi. Lo Stato ci ha affidato un compito gravoso e rischioso in un momento di forte crisi e molti colleghi, anche relativamente giovani, hanno pagato con la vita».

Monica Tiezzi

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI