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IL CIRCOLO

Aquila Longhi: due ali, una sola anima

Aquila Longhi: due ali, una sola anima

di Antonio Bertoncini

22 Febbraio 2022, 03:01

E’ un’Aquila con due grandi ali quella che da tre quarti di secolo vola accanto alle Torri dei Paolotti. Stiamo parlando del Circolo Aquila Longhi, tenacemente abbarbicato al primo piano dell’Ospedale Vecchio con accesso da vicolo Santa Maria. Le due ali sono il circolo Aquila, appunto, e il circolo Longhi, che si sono “uniti in matrimonio” nell’aprile 1996, ma che avevano entrambi una lunga storia alle spalle e un futuro tutto da scrivere insieme.

Prima ancora di entrare si ha già chiaro di che si tratta e di dove affonda la storia del Circolo: a presidiare l’ingresso c’è la sagoma di Bruno Longhi, membro del CLN per il PCI, medaglia d’Oro al valor militare, morto sotto le torture della Gestapo in viale San Michele il 15 febbraio 1945. Dal 1946 il Circolo porta il suo nome. Entrando si trova un’altra sagoma, quella di Laura Polizzi, mitica partigiana “Mirka”, con un mazzo di fiori alla base del legno. La stanza d’ingresso, cuore pulsante del Circolo è dipinta di giallo e di blu, a simboleggiare quel culto della parmigianità che è ancora così diffuso nei ritrovi dell’Oltretorrente.

Alle pareti decine di immagini di epoca diversa, quasi tutte dedicate ad eventi sportivi, al Parma in particolare, e diplomi e riconoscimenti per gesti di solidarietà. Sono questi i tratti distintivi dell’Aquila Longhi: memoria storica e antifascismo, tradizione di Parma, passione per lo sport e solidarietà militante. Alla guida c’è da 23 anni Corrado Marvasi, “Corradone”, imprenditore e tifoso storico del Parma, successore di Franco Baga, oggi presidente onorario, che di anni al timone del Longhi ne ha vissuti una trentina. «Stiamo lavorando per ripartire con tutte le nostre iniziative – dice Marvasi – qui per fortuna non abbiamo avuto focolai di Covid, ma anche noi abbiamo pagato il nostro tributo alla pandemia: nel 2020 avevamo 600 fra soci effettivi e simpatizzanti, nel 2021 ci siamo fermati a 450, e ora stiamo cercando il rilancio». Nel salone si gioca a briscola e scala 40 e si chiacchiera del più e del meno davanti ad un caffè o ad un bicchiere di bianco, nelle sale adiacenti si gioca a tombola. Ogni tanto arriva qualche giocatore del Parma a salutare i tifosi membri del club, ultimo Gigi Buffon in gennaio.

L’età media è piuttosto avanzata, e i gradini delle scale non sono certo di aiuto. «Anche questo è un problema – ammette Corrado Marvasi – ma le premesse per il rilancio ci sono, anche se non è facile coinvolgere i giovani, che vengono, consumano e poi se ne vanno. Il Circolo è autogestito dai volontari. Il locale è grande, abbiamo 550 metri quadri a disposizione, abbiamo in atto un regolare contratto con il Comune e la ragionevole certezza che questa resterà a lungo la nostra sede, che peraltro abbiamo ristrutturato di recente a nostre spese. Tra l’altro, nell’ambito della ristrutturazione dell’Ospedale Vecchio, è previsto uno scambio parziale di locali e avremo un ascensore che sarà prezioso per rispondere alle esigenze dei nostri soci».

Attualmente l’Aquila Longhi, oltre al salone di ingresso dispone di due sale TV, sala da pranzo, 3 sale giochi con biliardo, ping-pong e calciobalilla, una biblioteca, due stanze dedicate alla musica. Ma il fiore all’occhiello è una cucina amplissima e super attrezzata, con pavimento in cotto, travi in legno e impianti tecnici di nuova generazione, dove regna sovrano l’ordine imposto dai tre cuochi Luciana Carini, Corrado Furlotti e Mario Larini, che propongono cucina parmigiana tradizionale. «Siamo nati come società sportiva – fa notare Corrado – ma l’età media elevata, la pandemia e i costi hanno ridotto di molto questo tipo di attività, tuttavia abbiamo una squadra maschile di calcio a 7 e una femminile di calcio a 5, che disputano il torneo UISP. Ospitiamo concerti dei coristi della Corale Verdi, abbiamo una scuola di musica per ragazzi in condizioni di difficoltà, collaboriamo con Assistenza Pubblica e Croce Rossa, raccogliamo gli occhiali da riciclare nell’ambito di un progetto con il Lions Club Valceno, che si ritrova nella nostra sede, abbiamo ripreso la tombola il mercoledì e il sabato pomeriggio, stiamo predisponendo un piccolo museo sulla lirica con il materiale donato dal nostro socio storico Gigét Mistrali. Speriamo di poter presto riprendere il tradizionale appuntamento con gli anziani di ASP Parma, e organizziamo il torneo per ragazzi di calcio e baseball intitolato al compianto Erasmo Mallozzi. E soprattutto abbiamo un attivissimo Parma Club con 200 iscritti, che nel corso degli anni ci ha consentito di ospitare quasi tutti gli allenatori, dirigenti e giocatori, molti dei quali si sono prestati a fare i testimonial dell’Aido».

I gagliardetti alle pareti sono il segno tangibile delle memorabili trasferte, da Amsterdam a Wembley negli anni d’oro del calcio parmigiano. Oggi trasferte se ne fanno meno, ma l’Aquila continua il suo volo.

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