Lutto
Alcune generazioni di parmigiani, la prima volta che hanno toccato il volante o la leva del cambio, hanno avuto seduto al loro fianco un autentico angelo custode, Giacomo Marmiroli, mitico istruttore di scuola guida dell’Aci, venuto a mancare nei giorni scorsi all’età di 88 anni.
Di famiglia reggiana, Giacomo, giunse a Parma da bambino con i genitori che avevano preso in affitto un podere a Eia. Dopo il diploma, esordì nel mondo del lavoro come rappresentante di gelati e della pasta «Combattenti», a bordo di una giardinetta che recava sulle fiancate il famoso logo dell’azienda cremonese che raffigurava la giunonica «rezdóra» che reggeva due pantagruelici piatti di spaghetti.
Furono i gelati, invece, a propiziare il matrimonio di Giacomo con Marisa che era andata a far visita alla sorella Ariella, titolare di un bar di Fornovo. Fu una dolce scintilla alla crema e al cioccolato che culminò con il matrimonio celebrato nel 1961 nella chiesa di San Benedetto. Un’unione felicissima, quella tra Giacomo e Marisa, tale da sancire una coppia perfetta. Dopo la parentesi commerciale, Giacomo, fu assunto all’Aci come istruttore di scuola guida a fianco dei colleghi Ermes Bertoletti, Tonino Sicuri e Manfredo Guerci. Un terzetto affiatato ma, soprattutto, composto da validissimi professionisti a bordo delle rispettive leggendarie Fiat 850 «grigio - topo», con la scritta Aci, a bordo delle quali si sono «laureati» in guida tantissimi parmigiani.
Giacomo era una bella persona dotata di uno straordinario carattere: estroverso, gentile, raffinato, con quel sorriso sempre stampato sulla bocca. E poi una simpatia davvero contagiosa ha connotato questo mitico istruttore il quale , anche dinanzi agli allievi meno dotati tecnicamente, sfoderava tutta la sua paterna o fraterna pazienza. Con Giacomo, l’allievo, instaurava una vera e propria amicizia e, non appena ottenuta la patente, quando lo incontrava in città a bordo della sua «aula viaggiante», scattava il saluto affettuoso ricambiato con un sorriso.
Uomo di profonda fede, attivo nella parrocchia di Sant’Evasio, Marmiroli faceva parte del coro parrocchiale. Tifoso del Parma, amante della montagna dove andava a trascorrere le vacanze estive tra il verde dei boschi di Careno di Pellegrino, Giacomo, era malato da qualche anno, ma ha sopportato la malattia con quella forza che gli derivava dalla fede e da quella grande dignità che ha sempre connotato il suo carattere. Era legatissimo alla famiglia: alla moglie Marisa (per anni cuoca alle dipendenze del nostro Ospedale), al figlio Gian Luca, alla nuora Giulia e all’adorata nipote Francesca. Il rito funebre si svolgerà stamani alle 10 nella chiesa di Sant’Evasio (via Colli, 14). La salma sarà poi portata al tempio di Valera.
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