PATTEGGIAMENTO
Un conflitto che pian piano ha fatto crescere un muro invalicabile. Mentre Sara (la chiameremo così) ha distillato amarezza, frustrazione, rabbia. Violenza, infine. Il giorno di Natale del 2018 si era scagliata contro il marito affondandogli una ginocchiata nel ventre e colpendolo alla nuca con il manico della scopa. Un mese dopo, un'altra aggressione. Ma negli ultimi tre anni altre quattro volte avrebbe avuto atteggiamenti violenti nei confronti del marito. Accusata di maltrattamenti e lesioni personali, Sara - 39 anni, parmigiana - ha patteggiato 1 anno e 9 mesi (pena sospesa).
Vivevano ancora sotto lo stesso tetto in quei giorni di festa del 2018, Sara e il marito. Ma da mesi era solo la figlia a tenere ancora insieme quei due mondi lontanissimi. E già da un anno lui aveva creato il suo microcosmo nella zona seminterrata della casa. Quel 25 dicembre, almeno secondo quanto ha raccontato il marito nella denuncia, Sara era andata a riposare nel pomeriggio, dopo essersi scolata una bottiglia di spumante. Lui e la figlia avevano invece cominciato a giocare insieme. E il tempo era volato via, tra risate e leggerezza.
Finché Sara si era alzata e aveva rimproverato la figlia di non averla svegliata. Così il padre era intervenuto per cercare di tranquillizzarla, ma l'atmosfera si era fatta ancora più incandescente. Sara aveva cominciato ad alzare i toni: urla e insulti sempre più pesanti. Parole rabbiose, e poi le mani sul volto di lui per graffiarlo.
Una reazione inaspettata per un diverbio nato da una banalità. Ma Sara non era riuscita a placarsi dopo quella scenata nata dal nulla, pretestuosa. Anzi, le parole del marito, che aveva cercato di sdrammatizzare il rimprovero nei confronti della figlia, era come se avesse fatto esplodere l'aggressività della moglie. Che gli aveva sferrato una ginocchiata e poi gli aveva scagliato la scopa sulla testa. E lui aveva avuto la prontezza di riprendere con il telefonino quella violenza. Ma per tutelare la figlia aveva deciso subito dopo di portarla a casa dei suoceri. Poi era andato al Pronto soccorso, dove gli era stata certificata una prognosi di sette giorni. E il giorno dopo aveva fatto una prima segnalazione ai carabinieri su ciò che era accaduto. Quattro settimane dopo, però, Sara si sarebbe scagliata ancora contro il marito. Che a quel punto aveva firmato anche le carte della separazione (giudiziale).
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata