PROCESSO
Aveva ricevuto il tagliando con tanto di numero della polizza. La compagnia, poi, Groupama: un nome conosciuto. Perché mai avrebbe dovuto sospettare che quell'assicurazione dell'auto stipulata online fosse uno stupefacente tarocco? E infatti mai aveva avuto il minimo dubbio, finché un controllo di routine della Stradale gli ha fatto vedere il vero film di quelle ultime settimane: per quasi un mese se ne era andato in giro senza assicurazione, perché non esisteva alcuna polizza con quel numero. Nessuna responsabilità della compagnia Groupama, ma di chi aveva messo quell'annuncio esca e poi aveva risposto al telefono quando lui - 33enne, sudanese, residente a Parma - aveva chiamato per chiedere informazioni su come versare i 390 euro per la polizza. Una ricarica su una carta Postepay, gli era stato risposto. Una modalità anomala per saldare il conto con una compagnia assicurativa, ma non si era insospettito. Così aveva fatto, e i soldi erano finiti direttamente nelle tasche di un 52enne napoletano, che ieri è stato condannato dal giudice Cristina Dallagiacoma a 1 anno e 6 mesi per truffa, oltre che al pagamento di 600 euro di multa. Una pena più elevata rispetto alla richiesta del pm Rino Massari.
Eppure, sembrava tutto così semplice e chiaro nel settembre del 2018 quando il giovane sudanese aveva cominciato a guardare le offerte sul sito prontopolizza.org. Si era fatto inviare un preventivo per l'assicurazione (Rc auto) della sua macchina. E quei 390 euro per quattro mesi gli erano sembrati un prezzo decisamente buono.
Così, dopo aver inviato i soldi, aveva cominciato a viaggiare senza problemi. Fino al 19 ottobre, quando era stato fermato a un posto di blocco. Ma la vera sorpresa arriverà quattro mesi dopo: gli accertamenti sulla polizza faranno infatti emergere che la macchina non aveva alcuna copertura assicurativa. Le conseguenze? Sequestro amministrativo dell'auto e ritiro immediato della carta di circolazione.
Beffato e appiedato. Così, aveva chiamato immediatamente lo pseudo assicuratore napoletano: per sentirsi rispondere che l'auto era stata assicurata. E lo stesso refrain se l'era sentito ripetere più volte. A quel punto era andato negli uffici della Stradale per avere dei chiarimenti, e qui gli avevano specificato che a ottobre, quando era stato fermato, la macchina era «scoperta». Quando poi, subito dopo, aveva chiamato la compagnia, all'operatore era bastato fare una verifica sul numero di polizza per dirgli che era semplicemente inesistente. Eppure il napoletano, richiamato subito dopo, aveva continuato sulla stessa linea.
La linea della truffa. Che al giovane sudanese è costata 1.239 euro: 390 sborsati per la falsa assicurazione e 849 di multa per aver fatto il furbetto a sua insaputa.
Georgia Azzali
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