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SORBOLO

«Casa Anzolla è un monumento, non demoliamola»

«Casa Anzolla è un monumento, non demoliamola»

di Christian Marchi

26 Febbraio 2022, 03:01

«Salviamo il passato per costruire il futuro: chiediamo che l’amministrazione ci ripensi e non demolisca casa Anzolla cancellando il duro lavoro svolto negli ultimi anni da Auser»: è quanto chiedono i rappresentanti dell’Autogestione servizi di Sorbolo, a seguito del voto espresso con il favore dell’unanimità dai membri del consiglio comunale di Sorbolo Mezzani.

Voto che ha approvato il progetto per la nuova Casa della comunità in via Gruppini, che prevede – per la sua costruzione – la demolizione dell’ex casa Anzolla, attualmente sede dell’associazione.

«Salutiamo con estremo favore un’opera sicuramente utile e importante per i cittadini – ha spiegato Michelina Veroni, a nome del gruppo volontari Auser di Sorbolo –, che ospiterà diversi servizi sociosanitari. Allo stesso tempo, però, chiediamo che il progetto possa essere eseguito senza la demolizione dell’ex casa Anzolla: altre aree urbane centrali lo permettono».

«L’ex casa colonica - continua Michelina Veroni - è l’unico edificio posto in paese che ne testimoni la storia, la nostra origine contadina. L’edificio, oggetto di un consolidamento strutturale di circa 15 anni fa, di fatto è diventato un punto di riferimento per tanti: grazie ai volontari Auser e al sostegno del Comune, centinaia di bambini e ragazzi hanno vissuto e vivono esperienze sociali, affettive, educative estremamente significative. In questo luogo della salute della mente e del cuore, dell’ascolto e dell’accoglienza, i bambini e le loro famiglie incontrano “i nonni” che regalano il loro tempo a raccontare, a insegnare i segreti della terra, degli animali, della storia, che aiutano a “fare“: seminare, zappare, innaffiare e raccogliere i frutti del loro lavoro».

«Un luogo, vincitore di progetti e di grande collaborazione con le scuole, dove i ragazzi imparano a conoscere e rispettare l’ambiente e gli altri, ma anche dove si divertono in libertà. E la struttura agricola è indispensabile per tutto questo. Vogliamo davvero rinunciarvi? È distruggendo il passato che costruiremo il futuro?», hanno concluso i volontari.

«Chiediamo dunque con forza che questo patrimonio non venga abbattuto e che venga lasciata la possibilità di migliorarlo e, magari, abitarlo dalle associazioni del paese, perché oggi tutto si può recuperare. Chiediamo ascolto e la possibilità di continuare a donare con soddisfazione il nostro tempo ai nostri concittadini». L'amministrazione, interpellata, si è riservata di spiegare il proprio punto di vista in un secondo momento.

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