La guerra in Ucraina
Il 25 febbraio, Inna ha raccolto il necessario e ha preparato Artem e Marianna, i suoi due bambini di 12 e 6 anni, per il lungo viaggio in macchina verso l’Italia. Ha attraversato l’Ucraina, partendo da Kovel’, la sua città, ed è arrivata a Parma una settimana fa, guidando ininterrottamente per quattro giorni consecutivi. Ieri mattina, insieme ai suoi ragazzi, si è vaccinata. «Mio marito è rimasto in Ucraina – spiega, mentre il figlio maggiore è il primo dei due fratellini a sottoporsi all’iniezione -. La loro nonna è qui a Parma per lavoro e l’abbiamo raggiunta».
I suoi due figli sono all’apparenza allegri e molto estroversi: mentre lei si occupa dell’anamnesi con il medico, il più grande si dedica alla sorellina. Gioca con lei, la rincorre negli spazi della sala d’attesa, la fa ridere e la distrae. Quando la piccola deve entrare nell’ambulatorio vaccinale per la puntura piange, come spesso accade, così lui prova a consolarla e a convincerla, assicurandole che non sentirà niente. Così Marianna entra e all’uscita, subito dopo essersi sottoposta al vaccino, sorride ancora. È contenta di aver superato la paura e il personale sanitario regala a lei e al fratello un paio di pupazzi. E i bimbi ridono di gusto.
G.P
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata