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Lettera al Direttore

Meno mimose e più fatti

di Mario Bertoli

08 Marzo 2022, 17:12

Caro direttore,
gli ultimi dati sul mercato del lavoro italiano attestano una tenuta dell’occupazione con numeri stabili, ma mostrano segnali preoccupanti nella parte femminile.
Infatti il “bilancio in pareggio” ovvero il numero costante degli occupati deriva da una crescita della componente maschile con una riduzione preoccupante di quella femminile.
Rispetto agli uomini ci sono meno donne occupate, più disoccupate e più donne inattive che non cercano neanche un lavoro.
Considerando tutte le persone in età attiva, fra i 15 e i 64 anni, il tasso di occupazione maschile è al 68,1% mentre quello femminile si ferma al 50,3.
Il tasso di disoccupazione maschile è all’8%, quello femminile è fermo al 10%, il tasso d’inattività maschile è al 30% mentre quello femminile è al 44%.


Un quadro allarmante, alla ricorrenza dell’8 marzo, che ci impone di cercare delle soluzioni per far entrare maggiormente le donne nel mercato del lavoro.
Ne va della loro piena inclusione sociale, del generale benessere delle famiglie e quindi dell’intera popolazione, non solo presente ma anche futuro, perchè disoccupazione, lavoro irregolare, impiego scarsamente retribuito significano anche pensioni da briciole.
Ne va anche della sicurezza delle donne, che economicamente non indipendenti, sono maggiormente esposte a dinamiche di esclusione sociale, soggezione e a volte anche violenza, infatti ogni giorno cronache impietose ci trasferiscono pagine di odio sempre più incomprensibile.
Il tema in Italia non è nuovo e deriva da mali decennali, di tipo culturale, di carenza di servizi, di mancanza organizzativa del lavoro flessibile, di orari che non garantiscono una conciliazione fra impegni professionali e personali, di pendolarismo esasperato.
Infatti per molte donne lo scoglio maggiore nell’inserirsi nel mondo del lavoro è rappresentato dalla difficoltà di conciliare gli impegni di lavoro e il ruolo di cura verso i familiari, in larga parte, siamo sinceri, sostenuto dalle donne stesse.
Anche se il momento politico ed economico non è favorevole bisogna comunque affrontare seriamente la situazione perché una ripresa che non include le donne resta per tutti una ripresa a metà, sia dal punto sociale che economico.
Partiti e sindacati sono dunque chiamati a una seria riflessione cercando ognuno per le proprie competenze le soluzioni più idonee.
Quindi 8 marzo con meno mimose e più fatti nel lavoro, nella società, nella famiglia.


Mario Bertoli
Parma 7 marzo

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