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I CIRCOLI

Minerva, l'anima del quartiere Montanara

Minerva, l'anima del quartiere Montanara

di Antonio Bertoncini

08 Marzo 2022, 03:01

Qui i giovani sono di casa. E il Minerva è forse l’unico circolo che nonostante le limitazioni del Covid ha aumentato il numero dei soci. L’attività no di certo. Ma proprio per far fronte alla situazione nei mesi più bui, i dirigenti hanno rivolto un appello ai cittadini del quartiere, per tenere vivo un luogo da oltre mezzo secolo caro a tanti abitanti del Montanara. Il risultato è andato oltre le più rosee aspettative: nel 2020 gli iscritti sono arrivati a quota 515, cento in più rispetto al 2019.

«Eravamo in difficoltà – ricorda Marco Campanini, 33 anni, da tre alla presidenza del Circolo – abbiamo fatto un appello ai soci, così abbiamo aumentato gli iscritti e soprattutto abbiamo portato in cassa 20.000 euro, un regalo prezioso dei nostri concittadini, che è anche un segno di apprezzamento per il lavoro che stiamo facendo».

La sede è sempre stata qui, in via Carmignani 1, fin da quando fu costruito l’edificio nel 1965 e i fratelli Piazza, costruttori edili, insieme a qualche amico hanno pensato di dare vita ad uno spazio di socialità nel cuore del quartiere. Oggi di soci ne conta 460, età media circa 45 anni: sicuramente pochi rispetto a molte altre associazioni ricreative storiche, ma troppi per i giovani che ne hanno preso le redini qualche anno fa e che già si lamentano perché altri più giovani, i ventenni di oggi, non garantiscono il ricambio generazionale.

Ambiente accogliente, vivace, salone bar tirato a lucido, atmosfera da famiglia di paese, con sala bar, sala gioco, sala polivalente, sala con due biliardi, ufficio e spazio esterno: il Minerva si presenta così, come punto di riferimento storico del quartiere, sia per gli anziani che lo hanno realizzato a prezzo di fatiche e sacrifici, sia per i giovani che tirano avanti la baracca perché qui vengono volentieri, e lo sentono come un loro patrimonio: «Abbiamo vissuto momenti difficili per la chiusura imposta dalla pandemia, che ha di fatto interrotto a lungo tutte le attività – spiega Marco Campanini – ripartire non è facile, ma stiamo riprendendo molte iniziative e vediamo la luce in fondo al tunnel».

Ma Campanini guarda al futuro e non nasconde un’ombra di preoccupazione: «Se il Minerva è quello che è, si deve a chi lo ha voluto, a chi nel 2000 lo ha ristrutturato investendo risorse e tanto lavoro, e un po’ anche a noi che ci venivamo da ragazzi e lo abbiamo preso in mano per garantirne la continuità. Ma gli anziani cominciano a mancare e i ventenni di oggi non mettono su casa qui, si muovono con altre logiche, e questo potrebbe diventare un problema. Bisognerebbe trovare un modo per farli innamorare di questo spazio».

Eppure le occasioni non mancano. Il Circolo è tuttora autogestito e conta solo un paio di dipendenti per la parziale gestione del bar. Non fa ristorazione, ma periodicamente produce la sua famosissima torta fritta.

Da quasi mezzo secolo il Minerva è la sede storica di un attivo gruppo Avis che conta ancora un centinaio di donatori, ha un gruppo storico di pesca sportiva in attività (campione provinciale Uisp), ha una squadra di calcio femminile (quello maschile a 11 è cessato quando il campo di calcio è stato sacrificato per costruire il nuovo centro socio-sanitario), ha una squadra di biliardo in serie B, 3 squadre di volley femminile e un attivissimo gruppo ciclistico che, fino all’arrivo della pandemia, organizzava il trofeo Pinelli, la gara a Felino e la Gran Fondo Francigena. E ha un grande gruppo podistico, fondato con il nome di Forrest Group da Fabrizio Mattioli, attuale segretario del Circolo, che annovera fra le sue fila una celebrità: Yassine El Fathaoui, il maratoneta italo-marocchino che si è fatto onore alle Olimpiadi di Tokyo, e dal 2019 porta in giro per il mondo la maglia del Minerva ASD.

«La caratteristica del nostro circolo – afferma Campanini – è quella di avere una forte interazione con il quartiere: qui è nata la Montanara Running, tutti gli anni partecipiamo attivamente alla Festa nel prato, non manca mai la tortellata per San Giovanni, abbiamo stretti legami con il Centro Giovani, stiamo attivando una collaborazione con la società Montanara Calcio, e per l’estate prossima vorremmo programmare un concerto importante sul nostro territorio. E periodicamente facciamo attività culturali come rassegne musicali e presentazione di libri. Ma non dimentichiamo la solidarietà: gli utili del Parco in Festa, che organizziamo in settembre con il Centro Giovani, vengono devoluti in beneficenza in memoria di Emiliano Fontana, un amico che ci ha lasciato troppo presto. Ci sentiamo l’anima del Montanara, il nostro quartiere che negli ultimi decenni è diventato bello e vivibile».

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