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L'INTERVISTA

Elezioni, Guerra: «Un progetto condiviso ma anche totalmente nuovo»

15 Marzo 2022, 03:01

Michele Guerra riconosce i meriti dell'amministrazione Pizzarotti, di cui ha fatto parte per cinque anni come assessore alla Cultura, partendo dal lavoro sul recupero degli edifici scolastici e proseguendo con il recupero di Ospedale vecchio e San Paolo, la promozione di Parma nel mondo della gastronomia e le politiche di mobilità sostenibile. Ma allo stesso tempo invoca anche un cambio di passo su alcuni temi chiave, che creano molto dibattito in città: sicurezza, politiche sociali, burocrazia e manutenzione delle aree verdi. «La cura sarà la parola chiave dei prossimi anni», assicura il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra Uniti vince Parma.

Perché ha accettato la candidatura?

«La mia disponibilità era vincolata al realizzarsi di due condizioni. Primo, la condivisione di un progetto. Secondo, la coesione sul mio nome di tutta la coalizione di centrosinistra. Se sul mio nome ci fosse stata una rottura, mi sarei sottratto alla candidatura».

Quale sarà la sua impronta al tavolo del centrosinistra?

«Il concetto chiave sarà quello della città che cura. Di una città che si prende cura di sé, che si sa ascoltare, che comunica in modo trasparente e che può contare su occasioni di confronto ricorrenti, non solo da campagna elettorale, ma che durino tutto un mandato. I punti concreti del programma dovranno ruotare attorno a questa consapevolezza».

Come pensa di far sentire i parmigiani protagonisti della vita della loro città?

«Vivendo i quartieri della città, identificando spazi dedicati al confronto e al dialogo. Nei quartieri c'è una voglia straordinaria di lavorare per la città. Questo impegno va raccolto potenziando la partecipazione, dimostrando che l'amministrazione è vicina e attenta, andando a incontrare regolarmente le persone. Serve un calendario per fare in modo che ogni mese il quartiere si senta in contatto con chi ha il compito di amministrare. Non per forza incontrando sindaco e assessori, ma anche i consiglieri comunali».

I ccv sono stati quindi inutili?

«Sono stati un'esperienza positiva, ma come scritto anche nel documento di coalizione, hanno funzionato in modo meno efficace di come ci si aspettava. La coalizione ha pensato di riprendere in mano gli strumenti di partecipazione, per capire quali possano implementare la partecipazione».

Per lei l'amministrazione Pizzarotti ha molti meriti. Cosa va invece migliorato?

«Questo dovrà essere anche un mandato di vera manutenzione, un concetto che in politica non gode di molta fortuna, perché si è portati a prediligere l’elemento di novità. Ma Parma ha anche bisogno di curare l'esistente, abbiamo purtroppo già vissuto una stagione di grandi costruzioni, spesso insensate. Bisognerà quindi investire seriamente su una manutenzione migliore anche di quella che c'è stata in questi anni».

Cosa intende fare per migliorare la sicurezza, la cura del verde e la burocrazia comunale, temi molti caldi?

«Sul tema del verde cambieremo passo. Serve investire perché il verde in città diventi spazio ritrovato di socialità, naturalità ed esperienza del bello. La macchina comunale ha bisogno di organizzazione, senso di appartenenza e semplificazione. Bisogna semplificare i rapporti con il cittadino, altrimenti la partecipazione stessa si fa più complicata. Il tema sicurezza non si può affrontare solo con la repressione. Servono politiche sociali interconnesse che nel dialogo tra settori e servizi aiutino a ridurre le forme di disagio da cui spesso origina questo problema».

Ma la città pretende più sicurezza. Come rispondere a questa richiesta?

«Il confronto con le forze dell’ordine è già molto solido, ma si sta pensando anche ai vigili di quartiere. Sono figure che permettono di avvertire nei quartieri più sicurezza, ma che hanno bisogno di investimenti importanti. Si potrà partire da quei quartieri con problemi maggiori per poi estenderli anche ad altre zone».

Una parte del Pd invoca ancora discontinuità rispetto ai cinque anni di amministrazione Pizzarotti. Questa richiesta sarà soddisfatta?

«La discontinuità è nei fatti. Ora nasce un progetto radicalmente nuovo. Cambia il sindaco e quindi è difficile parlare di continuità. E poi c'è una coalizione in cui i partiti che hanno deciso di mettere in campo le loro idee sono realmente protagonisti del programma che esprimerà il centrosinistra. Del resto, anche la disponibilità di Effetto Parma a lavorare su ciò che va migliorato e a prestarsi ad operazioni di autocritica credo dimostri la nuova spinta del progetto».

In poche parole, quale idea di Parma ha in mente?

«Una città che si prende cura di se stessa e dei suoi cittadini. Mi piace pensare che la cura possa essere la chiave dei prossimi cinque anni, per far sì che Parma si percepisca come una città unica e solidale, in cui le barriere e gli steccati vengano abbattuti, un organismo vivente e vivificante dentro cui operare tutti insieme».

Pierluigi Dallapina

© Riproduzione riservata

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