Curiosità
Attaccante di ruolo, portiere per caso. E’ il curioso destino di Simone Comani che nelle ultime due partite, complici la squalifica del titolare Dall’Aglio e l’indisponibilità del suo vice Cerdelli, ha indossato a sorpresa i guantoni e difeso i pali della Calestanese, fanalino di coda nel girone B di Prima Categoria.
180’ atipici contro Basilicastello e Valtarese, in cui il bilancio recita un punto e tre gol al passivo, tutto sommato non male per chi fino a poche settimane fa doveva pensare solo a segnarli e non certo a evitarli. Una soluzione «pro tempore» che si esaurirà fin dalla prossima giornata con il rientro di Dall’Aglio, fermato per due turni in seguito al «rosso» al cospetto del Real Sala Baganza, e il ritorno di Comani nella zona di campo prediletta.
«Soffro di qualche problema alla caviglia e alcune volte mi era capitato durante le partitelle di finire in porta dove me la cavavo abbastanza bene - spiega la punta, classe ‘98, autore di quattro reti in campionato, cresciuto nei settori giovanili di Juventus Club, Parma, Il Cervo, Arsenal, che ha militato tra le fila di Fidentina, Carignano, Marzolara, Basilicastello e San Leo - l’infortunio col Solignano e l’espulsione di Dall’Aglio nel turno successivo mi hanno spinto tra i pali, c’era bisogno e non mi sono tirato indietro».
Come pensa di esser andato?
«A parere di tutti ho giocato due partite molto molto buone. Col Basilicastello da ex non ho sbagliato niente nemmeno in uscita e anche domenica di fronte alla Valtarese sui due gol subìti non potevo fare di più. Anzi ho fatto una parata che è già stata definita quella dell’anno: cross dalla destra, l’avversario ha calciato in diagonale cogliendomi in controtempo ma sono riuscito ad allungare la mano e deviarla fuori. Non era facile, qualcuno dagli spalti stava già esultando...».
Quali sensazioni ha provato?
«All’inizio è stato molto strano, ero pienamente giustificato se avessi commesso un errore. E anche gli altri erano un po’ smarriti: il tecnico del Basilicastello, Delmonte, che già conoscevo, pensava che ci fossimo sbagliati a compilare la distinta - sorride - ma dopo le prime parate ho preso fiducia e mi sentivo più tranquillo. I compagni mi avevano visto all’opera in settimana e si fidavano di me».
Ha chiesto consigli in giro?
«Ero un pochino preoccupato perchè mi piace tenere la palla tra i piedi e dovevo abituarmi a calciarla via subito. Non ho chiesto consigli a nessuno pur essendomi confrontato in allenamento con Dall’Aglio e il preparatore dei portieri Scarano. Ma l’indole ce l’avevo fin da piccolo, a casa ho una piscina con i gradoni che fanno da porta e mio padre, da allenatore di baseball, mi lanciava la pallina cercando di fare gol. Mi tuffavo già allora e non avevo paura poi anche a calcetto assieme agli amici, se e quando mancava il portiere, toccava sempre a me».
Ora è pronto a tornare in attacco?
«A meno che non ci siano altre situazioni d’emergenza, ritengo conclusa questa parentesi che non credo sia troppo usuale. Una bella esperienza, ora sanno che possono contare su di me in una doppia veste».
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata