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Incidente a Vicomero

«E tu hai vent'anni per sempre»: la canzone di Ramazzotti per l'ultimo saluto a Niccolò Melis

«E tu hai vent'anni per sempre»: la canzone di Ramazzotti per l'ultimo saluto a Niccolò Melis

di Mara Varoli

23 Marzo 2022, 03:01

«E tu hai vent'anni per sempre»...la canzone di Ramazzotti accompagna il dolore. Così Niccolò Melis se ne va, con un applauso spontaneo che nasce all'esterno della chiesa. Un saluto commosso, mentre mamma Anna e papà Antonello accarezzano la bara del figlio, morto in un incidente mercoledì sera sulla strada di Vicomero.

A Baganzola c'è un sole caldo, con una leggera brezza che ricorda la Sardegna, la stessa terra della famiglia di Niccolò. Come «un bacio nel vento», tra quegli sguardi pieni di lacrime dei tantissimi amici: tutti in fila per dare al «fratello» scomparso l'ultimo abbraccio. C'è chi arriva con un mazzo di rose gialle e chi con rose bianche: «È per te questo fiore che ho scelto», mentre don Corrado Vitali apre la cerimonia. «In questo momento straziante - dice - dobbiamo rivolgerci alla preghiera e alla speranza». Le parole pensate dai genitori, dalle sorelle e dal fratellino non dimenticano: «Niccolò era quell'amico che tutti i genitori vorrebbero per i loro figli. Portava sempre il cuore a tutti. Lo vogliamo salutare con una lettera indiana perché ci sembra creata per lui: "Lasciatemi andare"... non piangete quando pensate a me, siate grati per gli anni bellissimi che vi ho dato. E potete solo immaginare quanta felicità voi avete donato a me. Ora è arrivato il momento di viaggiare da soli». Un figlio, un fratello, un fidanzato, «un grande lavoratore - fanno eco gli amici -. Hai lasciato un grande vuoto che solo tu sai colmare: con le tue risate, le tue battute...il nostro desiderio è che tu dall'alto possa sentirci, ascoltarci». Ventidue anni e grandi valori: «Onestà, gentilezza, amicizia, laboriosità e gioia - aggiunge don Vitali nell'omelia -. Ma la morte non cancella tutto questo. Dio asciugherà le nostre lacrime». Il parroco fa un lungo respiro: «Non conoscevo Niccolò, lo avevo solo visto qualche volta nell'autofficina, dove lavorava». E un signore anziano, seduto in prima fila, sussurra: «Era giovane ma il suo mestiere lo sapeva fare».

Il saluto non separa ciò che rimarrà unito, oltre il tramonto: «Continuiamo a credere nei valori di Niccolò, perché ha lasciato una bella testimonianza - prosegue il parroco -. Signore, accoglilo in paradiso, nella tua dimora di luce e dona consolazione». La preghiera per Niccolò si allarga a «tutte le vittime di incidenti stradali - chiude il parroco di Baganzola -, ma anche per la pace». Una preghiera che non termina con l'addio. Così ritornano le parole degli amici, la seconda famiglia di Niccolò: «Eri un ragazzo d'oro e ora sei la stella che brilla più di tutte nel cielo. Eri così appassionato per la tua macchina, per i motori e per il tuo lavoro... Sarai sempre il nostro babulù». Il rap de La Zone dà forza al ricordo, che continua a vivere con chi ha condiviso tanto: «Sei unico, Nico».

Mara Varoli

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