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CARO CARBURANTI

Diesel e benzina, i prezzi tornano a salire

Diesel e benzina, i prezzi tornano a salire

di Pierluigi Dallapina

30 Marzo 2022, 03:01

Se i prezzi dei carburanti sono tornati a salire è tutta colpa del mercato. O meglio, delle guerre e delle tensioni in giro per il mondo - quindi non solo in Ucraina - che incidono sul costo dell'energia e in particolare su quello del petrolio. Fatto sta, che al distributore sia la benzina che il diesel sono più cari rispetto ai giorni scorsi, quando il Governo ha tagliato le accise. Da una controllata all'Osservaprezzi carburanti del ministero dello Sviluppo economico si ha la conferma che in città, in tantissimi distributori, diesel e benzina viaggiano sopra gli 1,8 euro al litro, al self service. In pochi casi sono sopra gli 1,9 euro al litro. Prezzi sopra i 2 euro al «servito».

Decide il mercato
Il decreto legge che ha tagliato di 25 centesimi le accise sui carburanti è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di lunedì 21 marzo ed è entrato in vigore il giorno successivo. Il taglio, stando alle intenzioni del Governo, resterà in vigore per un mese, ma potrebbe essere prorogato. Allora perché i prezzi, anche se di poco, sono tornati a salire?

«Ora chi decide è il mercato. Se non ci fosse lo sgravio sulle accise i prezzi del carburante potrebbero essere attorno ai 2,1 euro al litro», spiega Alessandro Broggi, presidente Faib. «Il decreto del Governo ha abbassato le accise di 25 centesimi più Iva. Questo significa che lo sconto percepito dal cliente alla pompa è di 30,5 centesimi». La sforbiciata dell'esecutivo però non è in grado di «congelare» gli aumenti. «Per questioni di mercato, il carburante è tornato ad aumentare tra gli 1 e i 3 centesimi al litro», conferma Daniele Bernazzoli, presidente Figisc «Il Governo ha portato il prezzo sotto la soglia psicologica dei 2 euro al litro, ed è un bene. Ma questo non risolve tutti i problemi». Perché il prezzo del petrolio oscilla anche a causa delle tensioni internazionali.

Accise su Etiopia e Vajont
Prima ancora che diesel e benzina schizzassero sopra i 2 euro al litro c'era già stato chi aveva promesso di tagliare le accise. Ma la prima, e provvisoria, sforbiciata è arrivata solo una settimana fa e quando tra un mese - si spera che il provvedimento possa essere rinnovato - cesseranno i suoi effetti benefici sui prezzi, la quindicina di accise applicata sui carburanti tornerà a farsi sentire. Ogni volta che fanno rifornimento, gli italiani contribuiscono a finanziare la guerra in Etiopia (terminata nel 1936) e a mitigare gli effetti della crisi di Suez (1956), del disastro del Vajont (1963), dell'alluvione di Firenze (1966) per arrivare con il più recente terremoto in Emilia (2012). Sia chiaro, queste voci sono solo «etichette» che non destinano più i soldi a quello specifico scopo, tra l'altro anacronistico, ma vengono mantenute per comodità. Quel che conta è lo scopo: garantire il flusso di denaro alle casse dello Stato.

Messe una sull'altra, le accise pesano per il 65% sul prezzo finale della benzina e per il 59% su quello del gasolio. Il prezzo all'ingrosso sul mercato internazionale vale il 27% per la benzina e il 32% per il diesel. Quel che resta è il margine lordo.

Benzinai penalizzati
«Tasse e commissioni bancarie sono percentuali e quindi garantiscono un guadagno maggiore all'aumentare dei prezzi, mentre il nostro margine di 3 centesimi lordi al litro è fisso. Noi benzinai siamo penalizzati dai rincari. Per noi, meno costa il carburante e meglio è», spiega Bernazzoli.

La voce dei consumatori
«Un primo aumento dei prezzi si era verificato prima dello scoppio della guerra in Ucraina, seguito da un altro rincaro subito dopo l'inizio del conflitto. Ma si è trattato di aumenti difficili da giustificare, tanto che a livello governativo c'è chi ha parlato di rischio truffe», premette Mara Colla, presidente di Confconsumatori, pronta a incontrarsi, nei prossimi giorni a Roma, con i colleghi delle altre associazioni per elaborare una serie di proposte a difesa dei consumatori. Una difesa a 360 gradi. Per quanto riguarda il caro carburante, Colla suggerisce di «non applicare l'Iva sulle accise, di contingentare il carico fiscale alla media europea, oltre a sterilizzare l'Iva sulle materie prime». Basterà? Forse sì, ma oltre al prezzo del carburante c'è ancora da giocare la partita del caro bollette.

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