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Guerra, Lavagetto, Ottolini: faccia a faccia sui temi «caldi»

Guerra, Lavagetto, Ottolini: faccia a faccia sui temi «caldi»

di Pierluigi Dallapina

31 Marzo 2022, 03:01

Partono piano, ma con il passare dei minuti iniziano a punzecchiarsi su alcuni temi caldi della campagna elettorale: le infrastrutture, la gestione della mobilità e dei trasporti, la lotta allo smog e la tutela dell'ambiente. Il più provocatorio è sicuramente Giampaolo Lavagetto, candidato della lista Per Parma 2032. «Quello che avete fatto non lo voglio più, perché avete fatto morire la città», taglia corto prendendo di mira Michele Guerra, candidato del centrosinistra e uno dei tre candidati sindaco invitati ieri dal circolo Il Borgo per il primo dibattito elettorale organizzato dal circolo culturale. «Ce ne sarà un altro», promette il vicepresidente Paolo Giandebiaggi, a cui piacerebbe fare il tris, al termine della serata aperta dal presidente Riccardo Campanini.

I protagonisti però sono loro, i tre candidati. Il dibattito lo apre Guerra. «La gestione del verde pubblico è un ambito su cui occorre cambiare passo. Da qua a giugno arriveranno 45 giochi per i bambini», annuncia, ricordando un investimento per i parchi di 700mila euro che servirà a comprare altri «90 giochi bimbi». «Abbiamo 130 chilometri di piste ciclabili, ma non tutte funzionano bene, dobbiamo scommettere sempre più su queste infrastrutture», continua, promettendo che se sarà eletto manderà ogni mese un rappresentante dell'amministrazione nei quartieri: «Se ogni settimana riescono a essere in tv, possono anche andare una volta al mese nei quartieri». Passando al welfare di comunità, in futuro «dovrà essere molto più presente nei quartieri», mentre per quanto riguarda la sicurezza smorza l'allarme baby gang, ma ammette: «Anche le politiche di integrazione vanno ripensate». E la cultura, suo cavallo di battaglia? «Va portata anche fuori dal centro storico».

Lavagetto parte con una provocazione rivolta a Guerra. «Mi sembra l'intervento di uno che per dieci anni ha fatto opposizione». Poi vola alto: «Il sindaco è come il capitano di una nave, deve avere un obiettivo». Alla fine critica e propone. «Serve un'infrastruttura di massa veloce», dice, suggerendo di «rivedere le tratte dei bus insieme alla Tep». Ma attenzione, «è una follia replicare i modelli del Nord Europa nella nostra città». Tradotto, basta con la guerra all'auto. «Se mi chiudi il centro storico, muore il commercio». A proposito di auto e parcheggi sotterranei, sbotta: «Non si possono pagare 4 euro per un'ora e cinque minuti di sosta. Poi voi (dice rivolto a Guerra, ndr) avete aperto un parcheggio in Ghiaia che è dentro l'area dei varchi. Per forza è sempre pieno solo al 10%». Lavagetto poi bacchetta Iren «+ 26% di utile, scandaloso» e la raccolta differenziata, «soprattutto in centro è improponibile».

Enrico Ottolini sventola la bandiera ambientalista di Europa Verde. «Sono agli antipodi rispetto a Lavagetto». Infatti, invece di attaccare l'amministrazione uscente la difende. «Difendo le poche conquiste su pedonalizzazioni e ztl. È un modello da esportare anche in altre zone». Sul tema infrastrutture, ribadisce il no del suo partito ai voli cargo e all'autostrada Ti-Bre, «dobbiamo lasciarci alle spalle questi progetti». Critica un sistema di «trasporto pubblico fermo agli anni '80» e poi si concentra sul Baganza, il protagonista dell'alluvione del 2014. «Spendiamo 65 milioni di euro per dare spazio al fiume con una cassa di espansione, ma non spendiamo qualche centinaia di migliaia di euro per sistemare l'argine lungo via Montanara».

Pierluigi Dallapina

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