Dopo le polemiche in campagna elettorale
Tra due mesi e mezzo si vota. E, come spesso accade, quando il gioco della campagna elettorale si fa duro il fairplay lascia il posto alla sfida, la dialettica si trasforma in polemica. E il confronto diventa scontro. Tanto che più che ad un dibattito politico sembra di assistere ad una scaramuccia tra ultrà, dove gli slogan fanno la differenza.
Una constatazione che vale, in particolare, quando si parla dell'aeroporto «Verdi» e del suo piano di sviluppo che vede ormai due fazioni schierate: da una parte chi ritiene che uno scalo internazionale sia uno strumento indispensabile per una città che vuole crescere ed essere aperta al mondo. Dall'altra, invece, coloro che lo percepiscono come un pericolo, un rischio immediato per Parma e il suo territorio. E che ne vorrebbero affossare la crescita.
Eppure anche l'Unione Europea lo ha messo nero su bianco in un documento: «Lo sviluppo delle regioni dipende in larga misura dalla qualità dei loro collegamenti e gli aeroporti regionali svolgono un ruolo importante per la coesione territoriale dell'Ue». Evidentemente si tratta di un argomento che non convince tutti.
«Questo fatto mi preoccupa e mi sconcerta – sottolinea Guido Dalla Rosa Prati, presidente della Sogeap, la società che gestisce lo scalo Parma-PMF. –. Di recente ho percepito da parte di molti una preoccupazione ingiustificata che si rafforza a causa di una campagna elettorale basata su contenuti e ipotesi del tutto errati».
Almeno facendo un confronto con i dati riportati nei documenti ufficiali e nei progetti approvati dai ministeri competenti.
«Se infatti è la parola cargo che spaventa possiamo assolutamente rassicurare i parmigiani – spiega Federico Wendler, direttore generale di Sogeap –. Il piano di sviluppo dello scalo – che può essere letto liberamente sul sito del ministero dell'Ambiente – definisce che l’attività e la vocazione dell’aeroporto rimarranno prevalentemente passeggeri e possiamo garantire che l’88% dei voli saranno svolti da aeromobili passeggeri».
Quelli, per capirci, che già atterrano oggi e su cui stanno lavorando i responsabili della programmazione della Sogeap: per fare crescere appunto le rotte e le destinazioni già da questa estate. Mentre, è la garanzia, gli aerei per le merci saranno un numero assai limitato.
«È tutto spiegato nel piano industriale – prosegue Dalla Rosa Prati –. Quando l'allungamento della pista sarà completato, e parliamo del 2024, inizieremo con un solo volo cargo al giorno. A regime, quindi non prima del 2025, i voli saranno massimo tre. Quindi la preoccupazione di chi teme di vedere una moltitudine di nuovi decolli sul cielo della città è ingiustificata. Mentre chi usa questa immagine in campagna elettorale lo fa in maniera del tutto strumentale».
Anche perché, sempre di più, per il trasporto delle merci si useranno gli stessi aerei che utilizziamo per i nostri spostamenti. Sopra i passeggeri che vanno in vacanza e sotto, nella stiva, i carichi da trasportare senza usare i Tir che imballano le nostre autostrade.
«Da parte di alcuni, poi, si paventa un preoccupante consumo del suolo nello spazio interno e esterno al sedime aeroportuale – proseguono dalla Sogeap –. Ma ancora una volta si tratta di un timore comprensibile ma immotivato: la zona dedicata alla logistica sarà realizzata nello spazio che ora è occupato dall'Aeronautica, per capirci tra via Ferretti e via dei Mercati. Ora ci sono vecchi hangar inutilizzati che saranno sostituiti da quelli nuovi: nessuna area verde verrà sacrificata».
Ma resta la remora che riguarda il futuro: se nel 2025 gli aerei per le merci saranno solo tre al massimo al giorno cosa impedisce che per il futuro si possa prevedere una crescita esponenziale di decolli e atterraggi?
«Anche in questo caso chi paventa un potenziale danno per la città lo fa senza tenere conto dei dati oggettivi: sfogliando il progetto esecutivo si può infatti chiaramente vedere che verrà realizzata uno spazio per la sosta degli aeromobili che permette la permanenza di soli tre aerei contemporaneamente. Quindi anche volendo non ci sarebbe la possibilità di ospitare più aerei di quelli indicati nel piano: non ci sarebbe fisicamente lo spazio per il carico-scarico e la permanenza a terra».
Uno spazio, quello per la sosta che insieme all'allungamento della pista, che se ora è sulla carta inizierà ad essere visibile a partire dal prossimo anno: entro il 2022 verrà identificato l'operatore commerciale che si occuperà dei lavori e la consegna del «Verdi» rinnovato è prevista per il 2024. Intanto però lo scalo continuerà ad operare: in questi giorni stanno per essere definiti nei dettagli gli operativi dei voli per i mesi estivi e anche se non ci sono conferme ufficiali dovrebbero essere garantiti diversi collegamenti con la Sicilia e la Sardegna oltre Malta e la Moldavia mentre potrebbero arrivare nuove tratte per la Corsica e altre isole minori.
«Anche queste sono conferme del fatto che stiamo lavorando per fare crescere i collegamenti e l'appetibilità del territorio – concludono alla Sogeap –. La parte dedicata alla logistica sarà limitatissima e il resto sarà sempre più rivolto a creare collegamenti con nuove zone. Il periodo del covid e le attuali tensioni internazionali non hanno aiutato le compagnie aeree ma un aeroporto come quello di Parma deve svolgere un ruolo di volano per le imprese e il turismo della nostra città».
Tra due mesi e mezzo si vota. Poi passate le polemiche, si spera torni il tempo in cui si vola.
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