Parma, io ci sto!
Il futuro è ora. Le sfide ambientali, produttive, economiche e sociali impongono di progettare oggi le strategie da mettere in campo domani. Vietato sprecare il tempo a disposizione. Con #dieci l'associazione Parma, io ci sto! prova a disegnare, con sguardo lungo, la città dei prossimi anni, affinché sia sempre più «un posto in cui le persone vogliono venire a vivere». A distanza di sei anni dalla sua nascita - era il 2016 - l'associazione conferma il suo obiettivo, come garantisce il presidente Alessandro Chiesi, che ha accettato di guidarla per i prossimi tre anni. E che anticipa un progetto di legge pensato per il sociale che si ispira al meccanismo dell'Art bonus.
In che cosa consiste la vostra iniziativa legislativa? A chi si rivolge?
L'associazione ha lavorato a un progetto di legge che riguarda l'istituzione di un bonus fiscale per le attività che hanno un impatto sociale, indipendentemente da chi siano realizzate. Ispirandosi all'Art bonus è sorta l'idea di provare ad istituire un Act bonus. L'Art bonus si rivolge solo ai soggetti pubblici, mentre questo si rivolge ai progetti. In pratica, definiamo quali progetti possono avere le caratteristiche per ottenere il bonus e poi favoriamo chiunque li possa realizzare. Il progetto ha già un primo firmatario in ambito parlamentare. Ma un'iniziativa del genere ha senso solo se viene accolta in modo trasversale.
Qual è la particolarità di questo progetto di legge?
Se andasse in porto sarebbe il primo caso di progetto di legge promosso da un'associazione. Parma e Parma, io ci sto! si dimostrano innovative nel fare cose che hanno come obiettivo il bene comune.
L'associazione si allarga e accoglie nuovi soci. Chi sono è perché è importante il loro ingresso?
Ora abbiamo raggiunto i 130 soci, cifra tonda. I dieci nuovi ingressi provengono quasi tutti dal mondo degli imprenditori, perché condividono il nostro approccio. Questo dimostra, da un lato, la vitalità dell'associazione e, dall'altro, la condivisione di ideali, valori e modalità di approccio ai progetti.
Chi guiderà, oltre a lei, Parma, io ci sto! nei prossimi tre anni?
Alla fine del secondo triennio abbiamo rinnovato le cariche. Io ho dato la disponibilità al consiglio di continuare a fare il presidente, poi abbiamo sostanzialmente confermato il consiglio e i sindaci uscenti, con un paio di integrazioni. La new entry del consiglio è Cristina Bazzini, presidente di Colser, insieme a due persone che hanno sempre partecipato ai lavori. Si tratta di Paolo Alinovi, che era segretario del consiglio, e Corrado Beldì. Quest'ultimo è entrato al posto di Annalisa Sassi in qualità di rappresentante dell'Unione parmense degli industriali.
Uno dei vostri progetti di punta è #dieci. Di cosa si tratta?
È un lavoro realizzato da oltre 250 persone che rappresentano i diversi mondi della comunità di Parma e che hanno definito una visione della città a dieci anni. E poi una strategia e un piano, con una serie di cadenze. L'obiettivo è far diventare Parma un posto in cui si vive bene e dove la gente vuole venire a vivere, lavorare, studiare, avere una famiglia e anche per turismo. La valorizzazione delle eccellenze di Parma è il cuore, attorno al quale costruire le priorità strategiche.
Quali altri progetti avete in cantiere per una città più attrattiva, più sostenibile?
Il primo è un progetto che ha a che fare con la sostenibilità e la necessità delle imprese di Parma, in particolare quelle piccole, di affrontare la trasformazione energetica e tecnologica. Il progetto è Transition Farm e da un lato vuole formare i giovani perché possano entrare nelle imprese e dall'altro dà ai giovani stessi l'opportunità di acquisire competenze e conoscere il mondo del lavoro. Stiamo facendo un pilota con l'Università, il Cisita e il Gruppo imprese artigiane, insieme a Nativa che ci ha portato il modello a cui fare riferimento. Il progetto lo abbiamo inserito nel filone dei Farm che in questi anni ha prodotto qualcosa di molto innovativo, lavorando con le aziende, i privati, le scuole, le istituzioni e le associazioni. Se il pilota avrà successo potrà essere portato a regime, per rispondere ad esigenze vere.
In cosa consiste l'iniziativa legata alla rigenerazione urbana?
Una delle priorità di #dieci è il progetto di riqualificazione del territorio. Non parliamo di riqualificare solo il patrimonio artistico o architettonico, ma di trovare il modo per renderlo vivo. È stata individuata la creazione di qualcosa che possa assomigliare a un fondo immobiliare, che abbia come obiettivo la rigenerazione territoriale. Esistono già esperienze nelle città più grandi. Stiamo lavorando con una società di consulenza per mettere a punto un'ipotesi di lavoro da condividere.
Imprese aperte è una delle vostre iniziative più apprezzate. Avrà un seguito?
Stiamo lavorando con l'Unione parmense degli industriali per realizzare una nuova edizione, perché quello già proposto è stato un modello che ha avuto molto successo. Pensiamo però a qualche piccolo miglioramento in termini di adesione e iscrizione. Ci sarà un sistema di prenotazione che sfrutta la piattaforma digitale creata per la Capitale della cultura. Questa iniziativa è un modo per far conoscere ciò che si fa e chi fa.
Tra poco ci saranno le elezioni. Cosa chiedete e cosa offrite alla futura amministrazione comunale?
Siamo interessati a condividere una visione nata dal lavoro di gruppo su #dieci, che è un patrimonio di tutti. Noi offriamo una strategia. Ora stiamo pensando se e come trovarci con i candidati per condividere la visione e avere il loro punto di vista. L'obiettivo finale è avere una Parma in cui sia bello vivere, perché l'abbiamo disegnata insieme.
Pierluigi Dallapina
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