Otto progetti
Una città che continua a crescere con la Fondazione Pizzarotti. Una città, una comunità e un intero Paese. Aiuti che non si limitano al sostegno economico, perché guardano lontano e mettono le radici in una, due e mille storie. Nel segno della sostenibilità, là dove l'azione della Fondazione si concretizza in contributi per iniziative sociali, culturali e di integrazione rivolti a Parma, all'Italia e al mondo intero: là dove l'impresa Pizzarotti è impegnata in progetti di «costruzione» si lavora e si vive un luogo, con la sua cultura e le sue «emergenze». In virtù di un'etica professionale che guarda oltre e non si ferma all'apparenza. In virtù di una condivisione che supera i confini e fa onore al buon nome dell'azienda e di riflesso a tutta la nostra provincia. La filosofia della Fondazione Pizzarotti è sostenere iniziative strutturate, che aiutino famiglie in difficoltà e soprattutto giovani, togliendoli dalle strade e dal peso di una sfiducia nel futuro che crea sempre più spesso situazioni al limite: baby gang o auto-reclusi. Con proposte che hanno il «dono» della linearità: «E questo è possibile lavorando in rete - apre Enrica Pizzarotti -, grazie alle collaborazioni con le realtà presenti sul territorio in cui andiamo ad operare: può essere Parma, Napoli, Taranto e persino Congo e Perù».
La nascita nel 2017
La Fondazione Pizzarotti nasce nel febbraio del 2017. Una Fondazione di famiglia voluta da Enrica, Michele e Pietro Pizzarotti. Naturalmente legata all'omonima e storica impresa, sono tre gli ambiti in cui la Fondazione focalizza la propria attenzione: l'ambito sociale, culturale e l'integrazione. Ed è qui che nasce la collaborazione con Cleophas Dioma e la sua associazione de Le Réseau per il Festival «Ottobre Africano» e per l'importante presenza nelle scuole, come Ipsia Primo Levi, Bodoni e Rondani con il progetto «I colori del futuro». Collaborazioni che si moltiplicano, con il Comune per «La città che cresce», per stimolare una cittadinanza attiva nei giovani e la riappropriazione e la cura degli spazi. Quindi, «DomenicAteatro» con il Teatro di Fontanellato e la Chiesi per favorire l'incontro con bambini e ragazzi e «Pankine» con il teatro delle Briciole; con l'Università di Parma per sostenere laboratori con gli studenti-detenuti degli istituti penitenziari che culmineranno in spettacoli aperti alle famiglie. E ancora in Perù per donazioni e per il ripristino di scuole e in Congo per la ristrutturazione di una grande casa per accogliere bambini. Un lungo ponte che attraversa più «fiumi in piena».
La filosofia
«Da "Ottobre Africano" è partito un percorso formativo - conferma il consigliere della Fondazione Pizzarotti Stefano Andreoli -, che ha consentito agli studenti di incontrare durante le assemblee organizzate personalità virtuose del territorio dal punto di vista culturale, imprenditoriale e sportivo. Per la Fondazione Pizzarotti è fondamentale prestare lo sguardo al sociale nei suoi diversi aspetti, ma al tempo stesso è fondamentale lavorare in rete: solo in collaborazione con le diverse associazioni e istituzioni si può produrre un cambiamento».
«Quella della Fondazione era un sogno - continua Enrica Pizzarotti -. Un sogno che si è avverato. Parma è una città molto ricca dal punto di vista delle associazioni attive e delle istituzioni. E fare rete ci dà la possibilità di dare continuità a quello che stiamo portando avanti, favorendo l'autonomia. Il cambiamento non è facile, ma grazie a questa nostra filosofia vincente la sfida è fattibile: si aiutano le associazioni affinché si possano mettere in campo tutte le forze necessarie al progetto, che poi però deve proseguire con le proprie gambe». Un aiuto iniziale, quello della Fondazione Pizzarotti, che è essenziale alla nascita di interventi sociali e culturali non occasionali ma ben strutturati per trovare soluzioni alle problematiche del territorio e non solo.
Il bando «Trovarsi»
Dopo il primo bando «Insieme» del 2017 destinato ad associazioni che si occupano di famiglie in situazione di disagio, con la premiazione di nove progetti che si sono conclusi nei due anni successivi, «abbiamo deciso di replicare la formula del bando nell'aprile del 2020 - sottolinea Enrica Pizzarotti -. E così è nato il secondo bando, "Trovarsi", sul disagio giovanile, sulla povertà educativa e sulla dispersione scolastica. Un bando che su questi temi si occupa a 360 gradi dei ragazzi in età scolare. E per "Trovarsi" abbiamo selezionato 8 progetti rivolti ai giovani di Parma e provincia. Il primo è "Inviati speciali": la Fondazione Pizzarotti dà il proprio sostegno al giornalino del quartiere, in blog e cartaceo, degli studenti dell'istituto comprensivo Micheli e dell'istituto comprensivo Toscanini del San Leonardo, tramite gli Amici della biblioteca San Leonardo. Un quartiere molto ricco di realtà associative e di cooperative, come il Gruppo scuola. Il secondo progetto che ha ricevuto il nostro aiuto è "Dedalo, labirinto delle esperienze" dell'associazione di Fornovo "Si può fare", mentre il terzo progetto è "Tracce di paesaggio" del Cai: le associazioni in questo caso lavorano con i ragazzi di terza media sul difficile passaggio alle superiori. Un momento complicato durante il quale gli studenti sono più fragili e rischiano di fare degli errori, magari abbandonando la scuola. Proprio per questi ragazzi le associazioni organizzano laboratori e campi durante l'estate: una specie di accompagnamento in questa fase della loro vita, anche perché tramite un'esperienza condivisa e attraverso le relazioni i ragazzi possono scoprire delle passioni». «Questi laboratori e campi estivi sono ossigeno per i ragazzi - interviene Andreoli -, a maggior ragione dopo due anni di pandemia che ha costretto i nostri figli all'isolamento. Sono tutti progetti costruttivi, che vanno ad approfondire diverse tematiche, per cercare di dare delle soluzioni che non rimangono sporadiche ma che hanno il dono della continuità». Il quarto progetto è «Ubuntu. L'unione fa la scuola» con Ciac Onlus di vale Toscanini, il quinto progetto è «Mind the Gap» della cooperativa sociale Connessioni e il sesto progetto è «Insieme si può» dell'associazione di volontariato «A piccoli passi» di Roccabianca: «Questi tre progetti - precisa Enrica Pizzarotti - si concentrano sull'attività di alfabetizzazione digitale sia per i ragazzi sia per i genitori, anche con l'apertura di sportelli. Attività di supporto per fornire là dove c'è necessità computer e connessioni a internet, ma anche per insegnare alle famiglie ad utilizzare gli strumenti informatici: un'attività utile per la didattica a distanza e magari per chi deve fare lo spid. Inoltre, i progetti comprendono anche laboratori per i compiti e corsi di lingua: in questo modo le associazioni diventano veri punti di riferimento. Il settimo progetto è "Non solo musica" della cooperativa sociale Eidè per far scoprire nei ragazzi il ritmo, la passione per uno strumento e per la musica d'insieme: a causa della pandemia e per le conseguenti difficoltà a ritrovarsi in gruppo per suonare, il progetto partirà in autunno. Infine, l'ultimo progetto che la Fondazione ha selezionato è "Immediatamente mito" dell'associazione culturale Loft per contribuire alla dispersione scolastica attraverso strumenti artistici, culturali e pedagogici che stimolino nei ragazzi un percorso spontaneo di riflessione: sono state individuate alcune scuole medie (Vicini, Newton e Fra Salimbene) e superiori (Giordani, Marconi e Toschi) per lavorare sul mito. E sono uscite proposte incredibili dai ragazzi: certo, ci sono la Ferragni e Ronaldo, ma anche il genitore può diventare un mito. Il progetto prevede laboratori di scrittura creativa i cui testi verranno restituiti al teatro, con l'interpretazione di veri attori».
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