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Tribunale

Calci in faccia fuori dalla discoteca: due ragazzi condannati

Calci in faccia fuori dalla discoteca: due ragazzi condannati

di Roberto Longoni

08 Maggio 2022, 03:01

Un amico lo cinse a sé, per frenare la rissa sul nascere. Ottime le intenzioni, pessime le conseguenze: nel tentativo di liberarsi dell'abbraccio del paciere, l'altro rovinò a terra. A quel punto, i due con i quali stava litigando, approfittarono del bersaglio facile e indifeso. Prima che potesse rialzarsi, tempestarono di colpi il rivale, fino a fargli perdere i sensi con un calcio in faccia. Il ragazzo finì al Pronto soccorso malconcio: prognosi di 40 giorni e denuncia d'ufficio.

E tutto per il classico futile motivo di turno che forse è anche stato dimenticato a questo punto. Ora, il verdetto, a quattro anni abbondanti da quella gelida notte che all'improvviso si era fatta rovente: due giovani appena maggiorenni all'epoca dei fatti sono stati condannati a quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. Così ha disposto il giudice Giuseppe Saponiero, accogliendo le richieste del pm Lino Vicini.

Le due del 4 febbraio 2018, un sabato notte, erano trascorse da un po'. Sulla pista del circolo Pulp di via Monte Sporno si ballava ancora, ma non solo. Ci si spingeva. Pare che tutto sia cominciato così, con una serie di contatti di troppo tra i giovani avventori. Forse di mezzo c'era qualche ragazza contesa da chi voleva andare a ballarle accanto e chi già lo faceva. O forse era solo questione d'alcol ed equilibrio o, semplicemente, d'eccesso di slancio. Fatto sta che a, furia di spinte e controspinte, gli animi si surriscaldarono. Fino a quando intervennero i buttafuori, con un perentorio invito a proseguire all'esterno la discussione.

E così ancora sembrava che la questione potesse finire: a parole, anche se non si può escludere che qualche colpo fosse già volato in pista, almeno così avrebbe riferito uno dei due condannati. Presto però la storia prese una brutta piega. Il ventenne stava cercando di chiarirsi con gli altri, appena più giovani, quando un diciottenne appartenente all'altro gruppo lo sorprese con un ceffone in faccia sferrato da tergo. Il tempo di voltarsi per capire chi l'avesse colpito, e il ragazzo si ritrovò abbracciato da un coetaneo (amico di entrambi i gruppi) che voleva riportare la calma. L'altro d'istinto tentò di divincolarsi. Alla fine, caddero sia lui che chi lo abbracciava.

Il giovane non fece in tempo a rialzarsi. Quelli con cui stava litigando non glielo permisero. Riuscì appena a parare alcuni colpi e a mettersi a sedere, fino a quel calcio in faccia che lo stese esanime al suolo. Finalmente, un altro amico riuscì ad allontanare chi lo aveva colpito. Il rivale, infatti, a quel punto era privo di conoscenza, gli occhi spalancati sul nulla, la bocca serrata e la lingua all'indietro. Il coetaneo se ne accorse subito: chiamò il 118 e chiese aiuto ai buttafuori. Furono loro i primi a soccorrere il ragazzo, voltandolo su un fianco e facendo in modo che la lingua non lo soffocasse. Anche due dei ragazzi con i quali aveva litigato il ventenne si fermarono a dare una mano. Si dissero subito dispiaciuti, ammisero di aver perso il controllo: nessuno avrebbe voluto arrivare a tanto. Un loro amico, quello che aveva sferrato il ceffone da dietro, invece era fuggito, dopo aver visto l'altro immobile a terra.

Sul posto intervenne una pattuglia del Nucleo radiomobile dell'Arma. Il ragazzo, che nel frattempo aveva ripreso i sensi, non ricordava nulla. Furono gli amici a fornire ai carabinieri gli elementi per una prima ricostruzione. Grazie alle indagini dei militari si sarebbero poi identificati i presunti responsabili dell'aggressione. Intanto, il ventenne venne ricoverato al Maggiore, dove i medici gli avrebbero riscontrato la frattura della mandibola. Il giovane non si costituì parte civile ma, vista la gravità delle lesioni, non ci fu bisogno della sua denuncia perché dall'esterno del circolo si arrivasse a un'aula di tribunale.

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