Fidenza
La notizia buona è che tremila euro erano rimasti al loro posto. Quella cattiva è che altri 1.200 erano spariti. Ma anche per il presunto autore del furto c'era una sorpresa che si sarebbe rivelata poco piacevole: sulla busta contenente il denaro aveva lasciato le impronte digitali. Una sorta di firma, che sarebbe stata poi scoperta dai carabinieri del Ris nel corso delle indagini. E così un albanese allora 22enne è finito a processo.
Già che c'era, il ladro avrebbe potuto farli sparire tutti, i soldi. Che fosse stato commesso un furto, la responsabile del negozio se ne accorse subito il mattino del 19 dicembre 2017. Difficile dimenticare che tra i contanti lasciati in cassaforte il 17 c'era una banconota da 500 euro. Sparita. La cassaforte non aveva segni di scasso. Così, i sospetti si concentrarono sul personale delle pulizie, su qualcuno che aveva scovato la chiave nascosta in ufficio. Mancavano immagini registrate, ma i carabinieri trovarono ben altro: le impronte digitali sulla busta del denaro, dove non dovevano essere. Il 27enne ritenuto autore delle pulizie fin troppo «approfondite» è stato condannato a un anno e due mesi e 300 euro di multa dal giudice Giuseppe Monaco che ha accolto le richieste del pm Elena Riccardi.
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