Borgotaro
Non avevano mai visto il mare. La sabbia, le barche e le palme: «E poi tutte quelle onde». Una magia per i bimbi ucraini della Valtaro, tant'è che appena arrivati a San Terenzo si sono tuffati e non volevano più uscire dall'acqua. Nemmeno per mangiare». Una magia che a parole, come racconta Mirco Delnevo, è impossibile spiegare. In questa splendida giornata di maggio, buona per una gita in Liguria. Una giornata per non pensare a casa, ai papà, alle bombe.
«In 54 anni di attività di successi sportivi ne abbiamo avuti tanti - confessa Delnevo, presidente della società Basket Club Valtarese che conta un centinaio di iscritti, tra minibasket, settore giovanile e prima squadra (serie B femminile e promozione maschile) -, ma un'esperienza come quella che abbiamo vissuto con i nostri piccoli profughi a San Terenzo vale più di un risultato agonistico. Non abbiamo mai dimenticato il valore sociale che lo sport riveste per le giovani generazioni in un contesto di piccola comunità. Migliaia di ragazze e ragazzi sono entrati in palestra dall'età del minibasket in poi e a nessuno è mai stato impedito di provare ad imparare il basket. Questa dal 1968 ad oggi è stata la nostra missione e lo sarà ancora negli anni a venire».
Valori che hanno guidato Delnevo e la sua società a compiere un piccolo grande miracolo: «A fine marzo abbiamo partecipato ad una riunione indetta dal sindaco di Borgotaro Marco Moglia, da Alessandra Foschi e da Cristina Guerra sull'emergenza Ucraina con le associazioni di volontariato - continua Delnevo -. Ci siamo chiesti cosa potevamo fare per i profughi arrivati a Borgotaro e dintorni, ospitati dalle nonne e in parrocchia. La cosa più semplice ed immediata era fare giocare i bambini a minibasket, dotarli di tutto il materiale sportivo e farli seguire da istruttori preparati. In questo ci hanno aiutato anche le famiglie dei nostri piccoli tesserati e che ringraziamo». Le famiglie hanno infatti donato ai bimbi ucraini giocattoli e vestiti, mentre la società sportiva ha fornito magliette, pantaloncini, zainetto e borracce. E Adrian, Danil, Maksym, Mascia, Alex e gli altri bimbi con le loro mamme e nonne «sono diventati parte di noi e ci hanno arricchito con la presenza costante agli allenamenti - sottolinea Delnevo -. Poi, un giorno parlando con loro abbiamo scoperto che i piccoli ma anche le madri non avevano mai visto il mare. Solo in tivù. Così abbiamo organizzato la gita. E alle 9 siamo partiti da Borgotaro per San Terenzo con Carlo Cervi e Davide De Martino e due pulmini. Alle 10 eravamo in spiaggia e i bambini si sono subito buttati in acqua. Fortunatamente, le famiglie dei nostri iscritti hanno donato anche costumini, palette, secchielli e ochette».
Bambini di 6-7 anni, ma anche di 2 e 3, con le mamme che meravigliate come i loro piccoli non hanno perso un attimo per scattare una foto o filmare un video da inviare ai papà in Ucraina. «Ed è stata molto dura tirarli fuori dall'acqua all'ora di pranzo - dice ancora Delnevo -, anche perché avevamo prenotato il pranzo al porticciolo di La Spezia. E qui è stata un'altra magia: i bambini e le madri non avevano mai visto dal vivo una barca e nemmeno una palma, ma anche gli yacht dei ricchi. Le uniche parole? "Che bello, che bello, grazie grazie". La sera al ritorno eravamo tutti stanchi, ma strafelici per avere condiviso con loro qualche ora di serenità. Per non pensare».
Bimbi che non vedono l'ora di tornare a casa, in Ucraina, per riabbracciare i loro papà, i loro giochi, il loro mondo. Ma questa giornata al mare ha portato a tutti il sorriso: «Siamo tutti contenti di quello che abbiamo fatto per loro - conclude Delnevo -. Per i bimbi e per le mamme: giovani donne dai 26 ai 30 anni che con grande dignità e cultura non chiedono mai niente a nessuno, nonostante vivano una situazione drammatica. Anche perché devono sempre nascondere quello che provano, per non farlo capire ai loro figli».
Soprattutto, non devono far trasparire il loro unico e pesante pensiero: quando finirà?
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