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CARO CARBURANTI

Benzina, nuova fiammata La «verde» sfiora i 2 euro al litro

Benzina, nuova fiammata La «verde» sfiora i 2 euro al litro

di Pierluigi Dallapina

04 Giugno 2022, 03:01

Ci risiamo. La benzina torna a sfiorare i 2 euro al litro e il diesel segue a ruota. Sono bastati pochi giorni per riaccendere i riflettori sul caro carburante. E pensare che è ancora in vigore il taglio delle accise, altrimenti i prezzi potrebbero essere più alti di 30 centesimi. Questo significa che al self service la «verde» potrebbe arrivare attorno ai 2,3 euro al litro, mentre per chi sceglie il «servito» è già sopra i 2 euro. Per fortuna il gasolio resta più basso, ma in diverse pompe supera gli 1,9 euro.

L'Opec+ (il cartello dei Paesi produttori) prova a metterci una pezza, dicendo sì all'aumento di produzione di greggio, che tra luglio e agosto salirà del 50% per raggiungere i 648mila barili al giorno. Ma il mercato per ora non risponde: i prezzi restano alti. E così salgono anche la rabbia degli automobilisti insieme alla frustrazione dei gestori delle pompe.

«Noi con gli aumenti non c'entriamo niente. Se non rispettiamo le regole delle compagnie petrolifere ce ne va del nostro lavoro». Daniele Bernazzoli, presidente della Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti (Figisc) si fa portavoce di un sentimento diffuso tra i suoi colleghi, bersagliati dalle proteste di chi spende di più per avere il serbatoio sempre meno pieno. Colpa del mercato, ma anche chi da anni lavora nel settore fatica a capire le cause di questa fiammata dei prezzi. «Siamo alle solite, ma anche noi benzinai non capiamo il motivo dei rincari». Il presidente Faib, Alessandro Broggi, ammette di essere disorientato e, come tutti i suoi colleghi, rivela di essere tra l'incudine e il martello: da una parte le compagnie che fanno il prezzo e dall'altra i clienti che protestano.

Uno sguardo in città

In via Emilia Est ieri mattina la «verde» era a 1,999 euro al litro (il prezzo di riferimento è sempre quello del self service) e quasi in tutti i distributori della città non scendeva sotto gli 1,904 euro, salvo rare eccezioni, in cui era tra 1,899 e 1,879 euro al litro. Il picco però è raggiunto in via Langhirano (2,196 euro al litro), mentre nell'area di sosta San Martino Ovest un litro di benzina costava 2,064 euro, come da rilevazione del sito Osservaprezzi carburanti del ministero dello Sviluppo economico.

Il diesel è tornato a costare meno della benzina: si va dai 2,168 euro al litro in via Langhirano (il prezzo più alto rilevato dal sito del Mise) a 1,769 euro al litro in via Forlanini e in via Emilia Est.

I prezzi, assicurano i gestori, sono tornati a volare dopo Pasqua, con una fiammata negli ultimi giorni.

Chi decide il prezzo

«Come gestori facciamo quello che decide la società, sul prezzo non abbiamo voce in capitolo. I rincari abbiamo iniziato a notarli dopo le vacanze di Pasqua». Bernazzoli di Figisc-Confcommercio prova a spiegare perché, gli automobilisti, non devono prendersela con i benzinai ogni volta – e negli ultimi giorni succede spesso – che il prezzo viene ritoccato verso l'alto. «Trovo curioso che ogni volta che aumenta il prezzo del barile, ci sia un rincaro istantaneo alla pompa, dato che quel barile impiegherà settimane prima di finire nei nostri impianti». Insomma, anche i benzinai sono presi nel vortice dei rincari. «Siamo in mezzo a dinamiche globali, che il piccolo gestore fatica a comprendere. Di sicuro la guerra, che non sembra destinata a finire a breve, complica la situazione».

I guadagni dei benzinai

Crescono diesel e benzina ma non i guadagni dei benzinai. «Più aumenta il prezzo del carburante e più diminuisce il margine del gestore». Bernazzoli spiega il perché. «Il nostro margine è fisso e si ferma a 3,5 centesimi al litro, mentre i costi delle commissioni bancarie le paghiamo a percentuale, quindi più il prezzo aumenta e più si riduce il nostro margine». Eppure, i clienti se la prendono con loro, i benzinai. «Tutti i giorni raccogliamo proteste, siamo la loro valvola di sfogo».

La «fiammata»

«Non riesco a capire perché i prezzi stiano salendo così tanto. Nonostante la decisione dell'Opec i mercati non reagiscono», confessa Broggi della Fiab-Confesercenti. «Negli ultimi giorni ci sono stati aumenti tra i 7 e gli 8 centesimi». Crescerà ancora? Nessuno azzarda ipotesi. Ma tutti sperano che il Governo confermi il taglio delle accise oltre l'8 luglio. Altrimenti il caro benzina rischia di lasciare a piedi il Paese.

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