Scuola
Postazioni separate, penne sul banco, insieme al foglio protocollo pronto per essere riempito. È la prova di italiano degli esami di terza media: ed è tutto - straordinariamente - normale.
Dopo due anni in cui, a causa della pandemia, gli esami conclusivi ciclo secondario di primo grado erano stati necessariamente «trasformati» in un unico colloquio orale che nel 2020 è stato svolto solo online, mentre nel 2021 in presenza con mascherine e distanziamento.
Ieri mattina, invece, gli studenti hanno affrontato la prima prova in maniera «tradizionale» e in presenza, nelle loro classi (a Parma e provincia sono 4198 i ragazzi che stanno affrontando l’esame di terza media; 3871 delle scuole statali, 327 delle scuole paritarie, più 15 adulti). Per la prima prova di italiano, tre le tracce disponibili sorteggiate la mattina stessa dell’esame. Alla scuola media Don Cavalli la scelta è tra «un testo autobiografico in cui i ragazzi possono esprimere parte di loro stessi, sono più liberi nella scrittura - inizia a spiegare la prof Alessandra D’Alessandro -. La seconda traccia è un testo argomentativo sui diritti umani e la terza un commento a un testo letterario di Primo Levi». Quella che è andata per la maggiore? La prima. Lo rivelano gli stessi studenti all’uscita da scuola, subito dopo aver consegnato il tema: «Ho scelto la prima traccia perché poche volte parlo di me, questa era l’occasione per farlo - riflette Rachele -. È stato anche un modo per chiudere questo bel percorso». Anche Alessandra ha scelto la prima traccia: «Il titolo dava l’idea di una prova davvero bella ed entusiasmante - ammette -. C’era un testo di Anna Frank, che parlava della sua anima divisa in due parti. La consegna ci chiedeva quali parti di noi ci piacerebbe cambiare e quali no». Anche Emma ha scelto il tema autobiografico: «È stato quello che, sin da subito, mi ha ispirata di più - confida -. Sono contenta di come sia andato, una volta iniziato a scrivere, quasi non mi sarei più fermata». Diego, invece, ha una motivazione molto pratica: «Ho scelto la prima traccia perché, secondo me, era la più semplice - rivela -. Ero un po’ in ansia e potermi mettere in gioco con qualcosa di non troppo complicato mi ha permesso di tranquillizzarmi e dare il meglio». La terza traccia, quella dedicata a Primo Levi, è stata scelta da Alice: «Ho realizzato delle brevi scalette per tutte e tre le tracce - racconta - e quella di commento al testo di Levi era quella più lineare». I ragazzi si sono preparati per questa prova durante tutto l’anno scolastico, esercitandosi e sperimentando diverse forme di scrittura: «Non ci siamo trovati in difficoltà - affermano sicuri Pietro e Andrea, compagni di classe -. Ogni mese la nostra prof di italiano ci ha fatto esercitare su tipologie diverse di tema». I ragazzi «sono pronti - riprende la prof D’Alessandro -, hanno lavorato con costanza ed entusiasmo, nonostante gli anni molto complessi». Al timore dei suoi studenti, la prof D’Alessandro risponde così: con un sorriso d’orgoglio ben visibile anche al di là della mascherina e la consapevolezza che «se l’impegno è stato tanto, andrà davvero tutto bene».
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